INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03224 presentata da MANZIONE ROBERTO (UDR - UNIONE DEMOCRATICA PER LA REPUBBLICA) in data 19990112

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Ai Ministri di grazia e giustizia, dell'interno e della difesa. - Per sapere - premesso che: nel novembre del 1998 le procure di Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina emettevano oltre 40 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di appartenenti alla cosca mafiosa di Bernardo Provenzano, ordinanze eseguite dal Ros nell'ambito dell'indagine denominata "grande oriente"; il generale Mori, comandante del Ros, nell'occasione aveva modo di sottolineare come tutto "il merito" collegato all'operazione "grande oriente" fosse da attribuire alla abilita' investigativa del colonnello Michele Riccio, gia' indagato dalla procura di Genova relativamente ad altre attivita' investigative svolte, precisando (il generale Mori) che con il passare del tempo, anche rispetto alle indagini di Genova, si sarebbe compresa la reale valenza e l'assoluta estraneita' da ogni sospetto del colonnello Riccio; stranamente, dopo questa dichiarazione di profonda fiducia nei confronti del Riccio - definita improvvida da alcuni magistrati - il generale Mori viene rimosso dal comando del Ros e sostituito dal generale Palazzo; contemporaneamente, nei primi giorni di gennaio 1999, l'Arma dei carabinieri decide di riammettere in servizio il colonnello Riccio (gia' sospeso in seguito all'arresto conseguente alle indagini della procura di Genova), e tanto, oltre a trapelare naturalmente negli ambienti dell'Arma e quindi della procura, viene formalmente ma verbalmente comunicato all'interessato in data 5 gennaio 1999 da parte del capitano Ronchey della compagnia dei carabinieri di Savona; quasi contestualmente, a distanza di poche ore, la procura della Repubblica di Genova, nella persona del sostituto dottor Macchiavello, convoca una conferenza stampa e, con una brusca quanto sospetta accelerazione dei tempi procedimentali, comunica "alla stampa" di aver chiesto, in quello stesso giorno, al Gup competente la fissazione dell'udienza preliminare per il rinvio a giudizio del colonnello Riccio e di altri, sostenendo ancora una ipotesi di associazione a delinquere, benche' detta ipotesi accusatoria fosse stata gia' ritenuta infondata in occasione di gravami proposti dalle parti; ancora una volta, quindi, le comunicazioni relative a delicati passaggi processuali, con indubbia valenza anche per l'opinione pubblica, vengono direttamente notificati agli interessati attraverso i mass-media, calpestando cosi' i diritti dei singoli e strumentalizzando, per ambizioni personalistiche o per interessi non direttamente individuabili, lo svolgimento di una pubblica funzione; subito dopo la conferenza stampa, l'avvocato Lamberti di Genova, difensore del colonnello Riccio, prontamente informato da alcuni giornalisti, diramava un comunicato all'Ansa sottolineando la stranezza della contestualita' delle due notizie relative alla riammissione in servizio e alla richiesta di rinvio a giudizio, e preannunciando contestualmente "istanza di rimessione per incompatibilita' ambientale del tribunale di Genova"; a distanza di meno di 48 ore, e cioe' in data 7 gennaio 1999, il colonnello Riccio viene fisicamente raggiunto nella sua abitazione di Genova dal capitano Ronchey il quale gli comunica che, per mero errore, era stata preannunciata in data 5 gennaio 1999 la sua riammissione in servizio, essendo "stata letta male la nota del comando generale con la quale veniva solo disposta una variazione di dipendenza amministrativa" -: se rispondano a verita' le circostanze narrate in premessa; se la rimozione del generale Mori sia in parte da attribuire all'attestato di fiducia pubblicamente reso in favore del colonnello Riccio; se sia ancora consentito agli organi inquirenti (procura della Repubblica di Genova) utilizzare i tempi e le modalita' di divulgazione degli atti processuali per determinare decisioni da parte di altri organi, continuando a violare il diritto dei singoli soggetti sottoposti alle indagini; se sia legittimo che i pubblici ministeri di Genova, dottor Macchiavello e Canepa, che attualmente indagano sul colonnello Riccio, siano gli stessi magistrati che negli anni scorsi hanno coordinato e diretto le indagini che hanno poi determinato l'incriminazione dell'ufficiale, dato che cio' potrebbe far emergere un diretto interesse ad indirizzare l'attivita' investigativa in modo tale da evitare coinvolgimenti personali; se possa essere considerato corretto il comportamento del comando dell'Arma dei carabinieri che prima dispone la riammissione in servizio del colonnello Riccio e poi, dopo la conferenza stampa della procura di Genova e la replica dell'avvocato Lamberti, ritira detto provvedimento con una motivazione assolutamente pretestuosa; se, conseguentemente a quanto esposto, non appaia necessario disporre una ispezione degli uffici giudiziari di Genova al fine di verificare, tra l'altro, perche' a tutt'oggi non risulti ancora depositata al Gip la "presunta" richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura. (3-03224)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03224 presentata da MANZIONE ROBERTO (UDR - UNIONE DEMOCRATICA PER LA REPUBBLICA) in data 19990112 
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MANZIONE ROBERTO (UDR - UNIONE DEMOCRATICA PER LA REPUBBLICA) 

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