INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03091 presentata da TIDEI PIETRO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 17/02/2004
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Interrogazione a risposta orale Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-03091 presentata da PIETRO TIDEI martedì 17 febbraio 2004 nella seduta n. 425 TIDEI. - Al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che: da tre anni è in corso a Civitavecchia un duro confronto sulla proposta di conversione a carbone della grande centrale di Torre Valdaliga Nord (2640 MW) che vede schierati, da una parte, l'Enel Produzione Spa e, dall'altra, le popolazioni dell'intero comprensorio della Tuscia meridionale gravate da anni dalla presenza di quattro centrali, una soltanto delle quali è stata dismessa da alcuni anni; le ragioni della progettata riconversione sono, per dichiarazione dell'Enel nella persona dell'Amministratore Scaroni la diversificazione in campo nazionale dei combustibili e la particolare utilità del carbone nelle grandi centrali per abbassare i costi e ridurre le tariffe; tuttavia su 62 nuovi progetti presentati in campo nazionale per nuove centrali a seguito del cosiddetto decreto «sbloccacentrali» soltanto quella di Civitavecchia prevede l'utilizzo del carbone; le ragioni delle popolazioni scaturiscono dall'esperienza di affezioni delle vie respiratorie, di carcinomi e di leucemie ormai con incidenza nettamente superiori alle medie nazionali, come confermato dai nosocomi di Roma e provincia; la diuturna presenza di servitù energetiche consiglierebbe quanto meno un attento monitoraggio preventivo delle condizioni dell'aria, delle falde acquifere, del terreno che ospita, nella Tuscia meridionale, produzioni agricole rilevanti per quantità e per qualità: monitoraggio che non è stato fatto; proprio per tali considerazioni il tavolo Ambiente delle forze di opposizione ha recentemente espresso parere negativo nei confronti del decreto governativo che autorizza l'Enel Produzione Spa a procedere nella riconversione in parola: considerazioni che si intendono tutte qui riprodotte; la Convenzione Enel Produzione Spa-Comune di Civitavecchia è priva di ogni riferimento al criterio di assegnazione prioritaria alle imprese locali dei lavori inerenti il progetto di riconversione a carbone, per garantire sviluppo e professionalità alla imprenditoria, alle maestranze e alle popolazioni del comprensorio, in particolare dei Comuni di Allumiere, Tolfa, Tarquinia, Santa Marinella, Ladispoli, Cerveteri; nella medesima Convenzione non sono previsti i termini di scadenza dell'esercizio della centrale a carbone, lasciando insolute e incerte le conclusioni di una gestione tenacemente contrastata e combattuta dalle popolazioni; nella convenzione i contraenti hanno omesso ogni ipotesi di sanzione a carico dell'Enel inadempiente, rendendo precaria e aleatoria la parte degli impegni e degli obblighi assunti con la città; gravi sono le responsabilità politiche del Sindaco e della maggioranza che amministrano la città per non avere esercitato la necessaria pressione sul Governo del Paese e sulla Regione per privilegiare piani di sviluppo industriale con insediamenti a Civitavecchia, sostenendo la strategia di un apparato produttivo alternativo agli impianti energetici che dal 1952 (1 o Centrale di Fiumaretta), scaricarono gli effetti di combustibili inquinanti sui cittadini e sull'ambiente; necessitano soprattutto di finanziamento pubblico l'asse tirrenico per il completamento della A12 da Civitavecchia a Rosignano e l'ampliamento verso Nord dei traffici del Porto, in corso di ristrutturazione; il tratto Civitavecchia-Viterbo delle superstrade Civitavecchia-Orte, arteria trasversale fondamentale per l'Alto Lazio e per le comunicazioni con l'Umbria e il centro siderurgico di Terni; tali infrastrutture sono indispensabili per la riorganizzazione di una vasta area dell'Italia centrale, per lo sviluppo delle attività mercantili del Porto di Civitavecchia, porta marina di Roma, e funzionali ai movimenti intermodali delle merci in deposito; in particolare, il ritardo accumulato dal Comune di Civitavecchia e dalla Regione Lazio nella concessione delle autorizzazioni ha impedito di procedere all'attuazione dei progetti del Patto Territoriale degli Etruschi e del PRUSST con pregiudizio degli investimenti privati e dell'impiego di mano d'opera disoccupata; nei comuni di Civitavecchia, di Tarquinia si sono celebrate consultazioni popolari con l'esito largamente maggioritario (superiore all'80 per cento) contro il progetto di riconversione a carbone della centrale: consultazioni alle quali non si è inteso riconoscere valore formale; il sindaco, la giunta e la maggioranza consiliare di Civitavecchia, dopo aver espresso un primo parere negativo, hanno tuttavia ribaltato il proprio parere a distanza di due mesi ed hanno formalizzato il proprio assenso il 25 marzo 2003 per la semplice promessa della società di produzione di ridurre la taglia della centrale da quattro gruppi a tre gruppi elettrogeni; tuttavia il predetto assenso è stato pronunciato frettolosamente stante la richiesta di referendum popolare sostenuta da quattromila firme (il regolamento comunale ne richiede duemila) e addirittura anticipando sia le decisioni finali della Conferenza dei servizi, sia la Valutazione di impatto ambientale (VIA) da parte del Ministero competente in materia; la contrarietà popolare palesemente espressa ne è uscita pesantemente penalizzata provocando sdegno dei cittadini di Civitavecchia e la reazione delle popolazioni del comprensorio; tutti i Comuni del comprensorio e le Province di Roma e Viterbo hanno per parte loro formalizzato parere negativo al progetto in questione, dal momento che ne risulterebbero compromessi la salute, lo stato dell'ambiente, l'economia; il 31 gennaio 2004 è stata proclamata ed è tuttora in atto una generale mobilitazione delle popolazioni e di quasi tutte le organizzazioni economiche e sociali, mobilitazione sostenuta da forze politiche e da Amministrazioni locali di entrambi gli schieramenti; la reazione del Sindaco e della Giunta di Civitavecchia è intesa a reprimere manifestazioni di dissenso anche sollecitando l'intervento delle Forze di polizia; in effetti al termine della manifestazione del 31 gennaio una consistente parte di manifestanti (cittadini di tutte le età) ha trasferito la protesta nella locale stazione ferroviaria occupando pacificamente i binari per un'ora previa intesa informale con le Forze dell'ordine; tuttavia la Questura di Roma ha provveduto a formalizzare denuncia nei confronti di 14 manifestanti scelti a caso dal momento che i comportamenti individuali sono stati tutti ugualmente informati a civile espressione di dissenso -: se, non ritenga il Governo valutare l'opportunità di annullare il decreto o in subordine di sospenderne la validità, che autorizza la riconversione a combustione di carbone della megacentrale di Civitavecchia, Torre Valdaliga Nord situata a soli due chilometri dalla città e riaprire il negoziato, per ascoltare meglio le ragioni della contrarietà popolare di Civitavecchia e dei Comuni del comprensorio (Allumiere, Tolfa, Tarquinia, Santa Marinella, Ladispoli, Cerveteri).(3-03091)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03091 presentata da TIDEI PIETRO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 17/02/2004
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03091 presentata da TIDEI PIETRO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 17/02/2004
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