INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02634 presentata da MUZIO ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19980710
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic3_02634_13 an entity of type: aic
Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che: la Commissione parlamentare d'inchiesta istituita nella XII legislatura sulle vicende dell'Acna di Cengio non ha potuto concludere i propri lavori per lo scioglimento anticipato delle Camere; l'interrogante ritiene utile riportare alcuni stralci tratti dalla conclusione della perizia resa in sede di incidente probatorio nell'ambito del provvedimento penale relativo alla questione in oggetto, conferita dalla dottoressa Maura Maccio' in data 29 luglio 1996 per l'ufficio del giudice per le indagini preliminari della pretura circondariale di Savona; tale perizia e' rivolta all'accertamento da parte dei periti - esaminati gli atti, ispezionati i luoghi e compiuto ogni accertamento ed operazione tecnica ritenuta necessaria, compresa l'eventuale acquisizione di atti presenti presso le pubbliche amministrazioni, nonche' fornite dalle parti - dell'eventuale presenza, del punto di recapito e della provenienza del percolato e della sua riconducibilita' per localizzione, natura e composizione, alle aree di pertinenza e/o alla produzione dello stabilimento dell'Acna chimica organica di Cengio, nonche' di ogni altro elemento ritenuto utile alla fine del giudizio -: in base agli atti presenti nel fascicolo processuale, a quelli acquisiti nel corso dei sopralluoghi effettuati presso l'insediamento Acna di Cengio, agli elementi emersi negli scavi effettuati, ed ai risultati delle analisi svolte sui campioni prelevati nel corso della presente indagine in relazione ai quesiti posti, si puo' concludere come segue. (...) Individuato cosi' l'insediamento Acna nel suo complesso, e' necessario evidenziare quali sono gli scarichi che originano o possono originare dallo stesso, tutti assoggettati al regime previsto dalla legge del 10 maggio 1976, n. 319: uno scarico puntiforme perfettamente individuato e' quello proveniente dal depuratore che si immette direttamente nel Bormida nella sua riva destra; un altro scarico possibile, oggetto della presente indagine, e' il percolato della discarica presente nell'area di pertinenza Acna che si disperde nel suolo circostante la discarica ed attraverso questo nelle acque del fiume Bormida direttamente o, in regime di secca, attraverso le sue acque di subalveo; un terzo scarico infine, anch'esso oggetto della presente indagine, e' quello che puo' derivare da eventuali perdite presenti sul fondo o sulle pareti delle lagune di stoccaggio dei rifiuti liquidi. Proprio a questi due ultimi possibili scarichi si riferisce il primo quesito posto, concernente l'eventuale presenza il punto di recapito e la provenienza del percolato e la sua riconducibilita' per localizzazione, natura e composizione, alle aree di pertinenza e/o alla produzione dello stabilimento dell'Acna chimica organica di Cengio. Relativamente alla presenza ed al punto di recapito, si puo' rispondere come segue. L'indagine svolta ha evidenziato che dalla discarica di rifiuti presente nell'area di pertinenza Acna, si generi un percolato contaminato dai rifiuti interrati che, superata la barriera di intercettazione ed il muro di cinta dello stabilimento Acna, si riversa nel suolo e da qui nel fiume Bormida, attraverso le acque di subalveo. Tale sversamento e' piu' evidente e diretto nel periodo secco. Questo percolato, come dettagliato nello specifico capitolo, e' stato posto in evidenza lungo il muro di cinta dello stabilimento, nell'area a monte dello scarico del depuratore. La fuoriuscita si realizza sia in modo puntuale che in modo diffuso; quella puntuale avviene attraverso un barbacane, presente nel muro di cinta dello stabilimento a circa 1 metro di altezza dal livello della falda di subalveo, in equilibrio con il fiume Bormida, quando esso non e' in piena, e scorre nel suo alveo naturale. Alla medesima altezza del barbacane, sono presenti le percolazioni diffuse lungo il muro, che si manifestano sotto forma di gocciolii e/o ruscellamenti emergenti dal paramento del muro di cinta. Lo scarico del barbacane che, a differenza delle fuoriuscite di percolato diffuse, e' stato lasciato permanentemente allo scoperto nel corso della presente indagine, e' risultato sempre attivo durante tutto il periodo della sua messa in luce, (dal 22 ottobre 1996, sino al 12 dicembre 1996, giorno della ultima osservazione e prelievo campioni). Ed e' stato percio' oggetto di ripetuti campionamenti nel tempo, (precisamente campione n. 16818/1 del 22 ottobre 1996, n. 16820/2, del 23 ottobre 1996 e campione 19729/barbacane/1/2/5 del 12 dicembre 1996). Relativamente alle caratteristiche dello scarico del barbacane, si devono evidenziare i seguenti elementi: il fatto che la fuoriuscita di liquidi sia perdurata per giorni fa escludere che tale fuoriuscita fosse dovuta esclusivamente dalla cessione del liquido penetrato nel barbacane in una precedente piena, d'altra parte la fuoriuscita era presente fin dalla sua messa in luce e quindi essa era del tutto spontanea e fisiologica del sistema; anche il muro adiacente al barbacane, pur se privo di qualsiasi apertura che poteva aver permesso l'infiltrazione dell'acqua del Bormida evidenziava, come detto, una costante, diffusa percolazione; le caratteristiche del liquido sono del tutto differenti da quelle delle acque del fiume Bormida; anche le acque di infiltrazione provenienti dal subalveo del fiume Bormida che si infiltrano dalla riva destra dello stesso, traversando sia il terreno naturale che eventuali rifiuti discaricati in passato, ancora rilevabili, presentano caratteristiche, che pure se non di acqua naturale, certamente sono risultate meno inquinate di quelle che percolano dall'interno della pertinenza Acna verso l'esterno; dagli atti esaminati e dalle foto allegate agli stessi si rileva che nel punto dove e' stato portato alla luce il barbacane, in passato, sin dal 1991, erano presenti dei liquidi che affiorando dal terreno ristagnavano in superficie, dei quali sono stati effettuati nel tempo, da parte della Usl numerosi campionamenti; il liquido che fuoriesce dal barbacane, e' una miscela di liquido e di solidi in parte miscelati ed in parte trasportati, la scovolinatura realizzata nel secondo sopralluogo al barbacane, lungi d'alterare il foro di uscita in muratura con finestra in legno, lo ha semplicemente, anche se in modo parziale, liberato dal materiale fangoso che fuoriusciva insieme con il liquido; il volume del terreno presente nell'area retrostante il muro di cinta, dove e' collocato il barbacane, e la barriera di contenimento della discarica e' del tutto trascurabile, come evidenziato, dalla planimetria e sezione dei luoghi all'altezza del barbacane; il terreno posto alla spalle del muro di cinta ed antistante la barriera di contenimento non presenta tracce di contaminazione come si rileva dalle stratrigrafie e dalle risultanze analitiche del Pmp di Savona e dell'Arpat di Firenze; il livello del pozzo P3 posto all'interno della barriera di contenimento, evidenzia un livello superiore alla quota del barbacane, si veda precedente sezione; il liquido contenuto nel pozzo, che e' posto alle spalle del barbacane, presentano caratteristiche simili a quelle del liquido del barbacane. Tutte queste circostanze fanno escludere che il liquido che proviene dal barbacane sia costituito dalle acque di intrusione del fiume Bormida immesse nel terrapieno, nel periodo di piena (che si e' avuta il 16 ottobre 1996, e che e' durata poche ore), e che la contaminazione del liquido derivi dal materiale presente, tra il muro e la barriera di contenimento della discarica, dimostrano come il liquido che fuoriesce dal barbacane proviene dall'interno dell'area della discarica e comunque certamente dall'area di pertinenza Acna (...) Per quanto riguarda la seconda parte del quesito concernente la provenienza del percolato e la sua riconducibilita' per localizzazione, natura e composizione, alle aree di pertinenza e/o alla produzione dello stabilimento Acna si e' proceduto al prelievo del liquido che percolava dal muro esterno, nonche' al campionamento ripetuto nel tempo del liquido che fuoriusciva dal barbacane, si e' proceduto inoltre al campionamento ed alla misura del livello del liquido presente nei piezometri ubicati sia all'interno che all'esterno della barriera di contenimento della discarica, e alla misurazione dei livelli di alcuni dei piezometri posti tra la barriera di contenimento ed i sistemi di drenaggio. D'altra parte, poiche' le lavorazioni svolte attualmente presso l'impianto dell'Organich Chemicals Srl rappresentano solo una parte di quelle precedentemente svolte, gli inquinanti emessi attualmente sono compresi tra quelli che erano emessi anche in precedenza e pertanto le lavorazioni attuali non possono essere utilizzate come indici di scarico e di infiltrazioni recenti. Relativamente alla possibile origine del percolato che fuoriesce dalla discarica presente nell'insediamento Acna esso come in tutte le discariche e' rappresentato: dal liquido di percolazione alimentato dalle acque piovane che insistono sull'area della discarica; dal liquido che si genera dai rifiuti accumulati nella discarica stessa; dalle possibili acque sia sotterranee che superficiali che si infiltrano da monte nell'area della discarica. Nel caso specifico si puo' escludere, considerato il tempo trascorso dalla messa in discarica dei rifiuti e della natura degli stessi, che sia ancora presenta la componente di percolato determinata dal liquido contenuto originariamente nei rifiuti. Anche la componente determinata dalle acque piovane che insistono sull'area della discarica, si ritiene che possa ritenersi del tutto trascurabile. Rispetto al volume della stessa, la superficie praticabile e permeabile alle acque piovane, non occupata da altri impianti e intrastrutture, si puo' considerare infatti del tutto ridotta. La componente preponderante di liquido di alimentazione del percolato e' invece rappresentata dalle acque naturali che si infiltrano da monte nel sottosuolo della discarica. Queste acque di infiltrazione hanno una duplice origine, la prima e' rappresentata, a monte, dalle acque del fiume Bormida, pensile rispetto alla quota dello stabilimento, che tendono ad invadere il sottosuolo della discarica da monte sia come acque di subalveo che come acque superficiali, specie in occasione delle piene. Tale tendenza si ritiene che sia anche accentuata dal fatto che l'originario corso del fiume Bormida interessava proprio l'area dove ora e' presente la discarica e solo una sua successiva deviazione artificiale lo ha portato a scorrere nell'attuale posizione. Inoltre il livello naturale del fiume e' stato modificato a seguito della realizzazione di una serie di briglie interposte lungo il corso che hanno sia innalzato il livello di base dell'alveo a monte rallentando la velocita' di scorrimento delle acque ed esteso la superficie bagnata dell'alveo, aumentando cosi' l'infiltrazione efficace nell'area alluvionale del corso d'acqua. Abbiamo quindi che le acque del fiume Bormida con intensita' diverse in relazione alla loro portata, penetrando da monte, dove non esiste alcun sistema di protezione della discarica e dell'intero insediamento e vengono ad imbibire i rifiuti discaricati, che cedono poi progressivamente nel tempo il liquido trattenuto. Infatti come descritto nello specifico capitolo, la barriera di contenimento, lo circoscrive solo sul lato valle, lungo il corso del fiume Bormida e risale soltanto per circa 100 metri, a nord, lungo il percorso dell'asse ferroviario Torino-Savona. La cessione del liquido sara' maggiore o minore in funzione del gradiente del livello dell'acqua all'interno della discarica rispetto a quello esterno delle acque superficiali e sotterranee del fiume Bormida a valle della discarica. Quando il livello interno e' superiore si avra' una vera e propria fuoriuscita del liquido, dall'interno verso l'esterno, nel caso di parita' di livello, data la diversa composizione chimica del liquido interno rispetto a quella del liquido esterno, si potra' avere una diffusione del liquido dall'interno verso l'esterno. Quando invece, sempre nel tratto a valle della discarica, il livello esterno dell'acqua e' superiore a quello interno potranno aversi delle infiltrazioni di liquido dall'esterno verso l'interno, solo in presenza di fessurazioni della barriera. Nella zona dove e' stato messo a nudo il barbacane sara' invece comunque possibile, per il diverso gradiente, solo un passaggio del liquido dall'interno verso l'esterno. Per quanto riguarda invece le altre acque che possono infiltrarsi nel sottosuolo, provenendo dai rilievi posti sul lato di monte della discarica, non essendovi su questo lato alcuna barriera di intercettazione, potranno penetrare piu' o meno nel sottosuolo della discarica in funzione della maggiore o minore facilita' di deflusso. Anche la fuoriuscita del percolato alimentato da questo tipo di acque di infiltrazione come percolato seguira' le stesse regole, sopra evidenziate, per le acque del fiume Bormida penetrate da monte nel sottosuolo della discarica. Se queste sono le possibili modalita' di formazione del percolato, e sono quelle normali che si possono avere in una qualsiasi discarica, e' pero' da sottolineare come la situazione reale della discariche Acna e' resa piu' complessa da altre variabili in essa presenti. Infatti, come detto, la superficie della discarica, come in generale avviene, non e' libera da altri impianti, ma, nel caso specifico, e' sede di impianti di lagunaggio di liquidi e di impianti ed infrastrutture di servizio, quali strade e fognature, dell'impianto industriale Acna. Tale particolare condizione determina che vi possano essere altri contributi al percolato della discarica, rappresentati da possibili perdite dei bacini e delle fognature. I contributi in questo caso non deriveranno percio' dalle acque naturali, quindi non particolarmente inquinate ma da liquidi inquinati. Tali liquidi, infiltrandosi attraverso i rifiuti discaricati, interessandoli in modo diverso, in funzione dello spessore e dell'area di discarica interessata, o liscivando i rifiuti che incontrano, modificano ulteriormente le loro caratteristiche chimico fisiche. Anche per questi liquidi di infiltrazione, le modalita' con cui defluiscono in seno alla discarica e percolano al di fuori di essa, saranno del tutto simili a quelle descritte per le altre acque naturali penetrate nella discarica. Unica differenza sara' che tali liquidi sono gia' inquinati e che anche la loro fuoriuscita dagli impianti originari, fognature e lagune, sara' funzione della quantita' di liquido contenuto nella discarica e quindi della pressione idrostatica presente nei rifiuti circostanti le lagune. Questa e' la situazione (naturale) fisiologica della circolazione del liquido nella discarica e da questa verso l'esterno; essa e' stata pero' poi modificata artificialmente scavando in essa dei pozzi, per captare il liquido presente nella discarica. I pozzi installati dall'Acna, lungo le barriere di contenimento, da cui viene emunto il liquido, sono in tutto, come riportato nel disegno allegato all'attivita' peritale del giorno 11 dicembre 1996, n. 61. Questi pozzi, realizzando un prelievo artificiale del liquido presente all'interno della discarica, vengono di fatto a ridurre la quantita' di liquido che potrebbe fuoriuscire naturalmente da essa come percolato. E' evidente che solo se la portata dell'acqua prelevata dai pozzi fosse uguale a quella in ingresso al sistema, e questo fosse perfettamente stagno, avremo una situazione di percolato assente in uscitate che tale situazione ideale di equilibrio non sia stata raggiunta e' evidente da vari elementi, il primo dei quali e' il fatto che la presente indagine, come gia' descritto ha posto in evidenza come la barriera di contenimento della discarica non e' stagna ma presenta varie perdite. Ulteriori elementi fanno escludere che il liquido presente nella discarica sia integralmente evacuato mediante pompag-gio. (...) In relazione alla parte del quesito posto, concernente la natura e la composizione del percolato si puo' concludere che esso per queste caratteristiche e' riconducibile all'area di pertinenza Acna. Al fine di rispondere compiutamente al quesito e' necessario determinare se tale percolato abbia come unica origine le acque che infiltrate da monte, sia dal lato ferrovia, che dall'alveo del fiume Bormida, particolarmente dal lato orientale, penetrano poi nella discarica eluendo gli inquinanti in essa presenti, trasferendoli all'esterno attraverso le fessurazioni della barriera di intercettazione, o esso sia anche generato dai liquidi inquinanti fuoriusciti dagli impianti di stoccaggio e collettamento gli stabilimenti Acna. Per rispondere a quest'ultima parte del quesito, si e' potuto far riferimento esclusivamente ai risultati delle analisi svolte sui diversi campioni del percolato fuoriuscente dal muro di cinta, e del liquido presente nei piezometri e nei pozzi di pompaggio posti all'interno ed all'esterno dell'area di pertinenza Acna. Nell'esame di questi dati, si e' anche tenuto conto dei risultati e delle conclusioni delle precedenti indagini svolte, in particolare dell'ultima disposta dalla Camera dei deputati. La comparazione di tali dati permette di evidenziare come il liquido che fuoriesce come percolato dall'area di pertinenza Acna, anche se contiene in generale il medesimo tipo di inquinanti, e' pero' di due tipologie. La prima, caratterizzata da pH alcalino, concentrazione di COD variabile da 8.000 a 10.500 mg/l, solfati (come S04=) da 9.000 a 13.000 mg/l, ed elevata concentrazione di betanaftolo (valori riscontrati nella presente indagine), presenta una marcata somiglianza con le caratteristiche del liquido stoccato nei laguns, mentre la seconda tipologia presenta un pH approssimativamente neutro ed un COD notevolmente piu' basso del primo, da qualche decina di mg/l a valori di 1.500 mg/l. Tale diversita' di percolato fa ragionevolmente ipotizzare che il primo tipo di percolato, precisamente quello riscontrato nel pozzo P3 e quello che si riscontra normalmente nei piezometri BP35 e BP30, nonche', in particolare, quello che fuoriesce dal barbacane e dalle altre emergenze del muro perimetrale, derivi o comunque sia notevolmente influenzato dalla presenza di una fuoriuscita di liquido dai laguns o dalle condotte di scarico e che quindi non sia costituito dalle acque naturali che percolano attraverso la discarica ma da quelle provenienti dagli impianti a servizio dello stabilimento Acna, a differenza del liquido di percolato riscontrato negli altri piezometri indagati, che si ritiene derivi esclusivamente o comunque principalmente dalla percolazione delle acque naturali nei rifiuti presenti nella discarica. Tale situazione, permette di rispondere affermativamente all'ultima parte del quesito in relazione al fatto che il percolato oltre a provenire dall'area di pertinenza Acna come percolato della discarica in essa presente deriva anche dalla produzione dello stabilimento Acna come liquido che fuoriesce dalla laguna o dalle condotte fognanti. Il percolato che fuoriesce dall'area di pertinenza Acna, indipendentemente che provenga dall'impianto di discarica, dalle lagune e dalle condotte a servizio della produzione dello stabilimento Acna, ha determinato e determina degli scarichi sia puntuali che diffusi sia diretti che indiretti nelle acque del fiume Bormida e nel suolo senza che per essi sia stata richiesta la prevista autorizzazione allo scarico, ne' che quindi, per essi, questa sia stata rilasciata, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 maggio 1976, n. 319. Inoltre tali scarichi presentano concentrazioni di sostanze inquinanti superiori ai limiti previsti dall'articolo 21, III comma della medesima legge, come modificato dalla legge del 17 maggio 1995, n. 172, anche in considerazione del fatto che nello scarico sono risultati presenti oltre i limiti fissati le concentrazioni dei parametri di natura tossica persistente e bioaccumulabile di cui al numero 4 del documento della delibera interministeriale del 30 dicembre 1980. Tale situazione degli scarichi presente, sia prima del gennaio 1994, durante la gestione Acna chimica organica Spa, si e' protratta anche successivamente, sino al periodo della presente indagine, durante la gestione Acna chimica organica in liquidazione. Si ritiene ancora doveroso evidenziare le notevoli portate di acqua utilizzata e scaricata nello stabilimento Acna, gran parte della quale costituita da acqua pulita, come quella di raffredamento (circa 1.400 mc/h). Tali acque pulite, mescolate con le acque effettivamente di processo e di percolamento, in un rapporto 1:4, determinano di fatto una apparente depurazione dello scarico, le cui concentrazioni di inquinanti vengono ad essere invece ridotte di circa quattro volte in conseguenza del processo di diluizione -: quali misure intenda adottare il Governo per la bonifica del sito industriale dell'Acna, che si pone ormai come indispensabile ed indilazionabile per evitare, come anche rilevato dalla Commissione parlamentare d'inchiesta della XII legislatura, "un disastro ecologico di impressionanti proporzioni"; come intenda il Governo rispondere concretamente alle richieste e alle iniziative delle istituzioni, amministrazioni e popolazioni locali per il risanamento della Val Bormida, a fronte delle diverse azioni che egli stesso ha prodotto senza finora arrivare alla bonifica necessaria; come intenda il Governo, per intraprendere le complesse azioni di risanamento e di bonifica ambientale, coinvolgere le amministrazioni locali e le organizzazioni della societa' civile della Val Bormida, dove la riduzione delle attivita' industriali ha prodotto e continua a produrre gravi difficolta' sociali; quali atti si intendano predisporre per far cessare immediatamente le produzioni Acna. (3-02634)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02634 presentata da MUZIO ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19980710
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1
19980710-19980714
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02634 presentata da MUZIO ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19980710
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
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2014-05-15T09:55:38Z
3/02634
MUZIO ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI)