INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02258 presentata da TARADASH MARCO (FORZA ITALIA) in data 19980424

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Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: con delibera del 23 settembre 1997, la commissione centrale del Ministero dell'interno ha deciso di concedere lo speciale programma di protezione, ex articolo 10 della legge n. 82 del 1991, in favore di Giuseppe e Domenico Verbaro, titolari di un panificio di Reggio Calabria, in relazione alla collaborazione prestata come testimoni nel processo in Corte d'Assise a carico di affiliati alla cosca dei Labate, una delle piu' note della 'ndrangheta calabrese, perseguiti per reati di usura ed estorsione; il processo penale a carico dei Labate, iniziato nel marzo 1997, con notevole eco su tutti gli organi di informazione, oltre che sulle principali reti televisive nazionali, si e' concluso nel luglio 1997 con condanne a complessivi 250 anni di reclusione, tra cui sette ergastoli; la collaborazione dei fratelli Verbaro e' stata prestata anche nell'ambito di altro procedimento penale affidato al sostituto procuratore dottor Fulvio Accurso della procura di Reggio Calabria, a carico della stessa "cosca Labate", alla fine del marzo scorso, nel corso del quale sono stati emessi 50 ordini di custodia cautelare, di cui almeno 35 sono stati convalidati in arresti e sono stati richiesti oltre un centinaio di rinvii a giudizio; il procuratore antimafia di Reggio Calabria, ha dichiarato che, quella dei Verbaro, "e' una storia significativa di gente che finalmente, anche nella citta' di Reggio, si ribella alla mafia, testimonia nei processi, denuncia i fatti facendo nomi e circostanze precise. Gente che e' di incoraggiamento ad altri cittadini affinche' possano denunciare mafia e usura mafiosa"; la prefettura di Reggio Calabria, in data 14 marzo 1998, ha comunicato ai Verbaro che, in adesione ad analoga richiesta della prefettura di Cosenza, il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di quella provincia ha deciso di attuare in modo sistematico, in occasione della loro presenza nel territorio cosentino, la misura di vigilanza generica radiocollegata ai luoghi di dimora, confermando altresi' che a Reggio Calabria erano, a quella data, ancora in corso i servizi disposti in loro favore e consistenti in vigilanza generica radiocollegata all'abitazione, scorta, nonche' vigilanza fissa, a cura del personale dei servizi di scorta; cio' nonostante la protezione nei confronti dei fratelli Verbaro risulta molto carente: in particolare spesso e' stata loro rifiutata la protezione fuori del territorio cittadino, tanto da costringere gli stessi Verbaro a muoversi, soprattutto negli ultimi sei mesi, senza la scorta che era stata loro assegnata, con gravissimo rischio per la loro vita; in piu' circostanze, per ottenere la scorta in viaggi fuori provincia i fratelli Verbaro sono stati costretti a richiedere l'intervento del Presidente dello Snarp, che solo dopo numerose e insistenti richieste ha ottenuto ascolto presso i funzionari della prefettura di Reggio Calabria; il giorno 21 marzo 1998 il signor Giuseppe Verbaro ha appreso dal capo scorta Neri che, per ordine del tenente Italiano, non aveva piu' diritto a viaggiare sulla macchina dell'arma dei Carabinieri. Nella stessa giornata i Verbaro, in concomitanza con il viaggio a Reggio Calabria del Ministro dell'interno, onorevole Giorgio Napolitano, del Presidente della Commissione parlamentare anti-mafia, onorevole Ottaviano Del Turco, e del Presidente della Camera dei deputati, onorevole Luciano Violante, si sono incatenati per protesta in Piazza Italia, adiacente la Prefettura. A seguito della protesta il tenente dei Carabinieri Italiano che nella mattinata aveva impartito le nuove disposizioni alla scorta, ha avvicinato i fratelli Verbaro in presenza di molti testimoni per scusarsi di un ipotetico equivoco che si era venuto a creare, confermando che si era trattato di un errore e che in realta' la scorta non era stata mai modificata; Giuseppe Verbaro, infine, aveva informato la prefettura che alle ore 13 del 17 marzo 1998 sarebbe dovuto partire dall'aeroporto di Reggio Calabria, diretto a Roma, dove tuttavia verificava che nessuno era a conoscenza del suo arrivo. Ancora una volta soltanto grazie all'intervento del presidente dello Snarp, Francesco Petrino e' stato possibile per il Verbaro ottenere la protezione cui ha diritto -: quali siano i motivi per cui, nonostante sia stato formalmente riconosciuto ai fratelli Verbaro il diritto alla protezione dal Comitato per la sicurezza di Reggio, il prefetto, i Carabinieri e la Polizia, non abbiano adeguatamente e costantemente ottemperato al deliberato del suddetto comitato; perche' ai Verbaro non sia stato mai consegnato alcun documento ufficiale per renderli edotti sulle norme che regolamentano il programma di sicurezza loro riservato; quali provvedimenti intenda adottare al fine di predisporre misure effettivamente idonee a tutela della incolumita' dei signori Verbaro e che cosa si intenda fare per non scoraggiare i cittadini dai loro propositi di cooperare con la giustizia in zone ad alto rischio criminale. (3-02258)
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