. "INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE" . "Ai Ministri di grazia e giustizia, del tesoro bilancio e programmazione economica e dei trasporti e navigazione. - Per sapere - premesso che: l'Espresso del 16 aprile 1998, riporta, a pagina 68, alcuni brani dell'interrogatorio che il dottor Di Pietro ex pm di \"mani pulite\" ed imputato del reato di corruzione per aver favorito, fra gli altri, Lorenzo Necci, avrebbe reso ai pubblici ministeri di Brescia e precisamente: \"Necci non e' stato iscritto a modello 21 ne' per dimenticanza ne' per omissione, ma per serieta' professionale e per una precisa impostazione metodologica all'epoca praticata da tutto il pool. Allora, infatti, non potevamo permetterci di sbagliare. Decidemmo cosi' di procedere all'iscrizione solo quando gli indizi diventavano intrinsecamente credibili e potevono considerarsi giuridicamente tali\". E inoltre, il caso Necci non sarebbe isolato \"ma ce ne sarebbero centinaia di casi simili, quali le posizioni processuali di Gianni Billia, Vito Gamberale, Bobo Craxi, Ottaviano Del Turco, Cesare Romiti, Silvio Berlusconi, Franco Bernabe', Sergio D'Antoni, Bettino Craxi, Achille Occhetto e Ciriaco De Mita. Per alcune di queste persone quando intervennero altri riscontri, procedemmo senza indugi alla loro iscrizione (Craxi, Berlusconi, Romiti) in altri casi (Billia, Gamberale, Necci) le posizioni furono congelate in attesa che altri elementi confermassero o smentissero il sospetto\"; secondo l'interrogante quanto dichiarato da Di Pietro e' smentito dalla cronaca giudiziaria consacrata, peraltro, nei vari processi degli ultimi anni e che descrive, invece, una diversita' di situazioni. Infatti Necci, benche' chiamato in causa dal presidente dell'Enimont Sergio Cragnotti per una tangente di un miliardo, non e' stato iscritto nel registro indagati. Cesare Romiti che \"non poteva non sapere\" (secondo il noto teorema della procura di Milano), atteso che Fiat era rimasta coinvolta nel pagamento di decine di miliardi di tangenti, risolse il suo problema giudiziario con la presentazione di un memoriale difensivo. Il professor Romano Prodi, cui nel luglio 1993 il pm Di Pietro contesto' con frasi volgari e tono alterato, un comportamento illecito e comunque reticente non fu iscritto in alcun registro e risolse il suo problema giudiziario denunziando immediatamente l'accaduto al Presidente della Repubblica. Carlo Radice Fossati, Sergio Radaelli, Maurizio Prada, Francesco Pacini Battaglia e Antonio D'Adamo, benche' avessero maneggiato miliardi ed avessero tenuto un comportamento a dir poco reticente, furono interrogati a piede libero e comunque in una caserma della guardia di finanza senza conoscere l'onta del carcere. E cio', naturalmente, con l'intervento determinante del giudice per le indagini preliminari (GIP) Ghitti. Aldo Molino, per lungo tempo latitante, preferi' costituirsi al dottor Di Pietro anziche' al dottor De Pasquale (che aveva richiesto l'ordinanza di custodia cautelare e quindi era titolare del processo) ed ottenne sollecita scarcerazione. Altri invece, a seguito di una semplice chiamata in correita' e spesso per cifre modeste, sono stati immediatamente arrestati e dati in pasto (tramite conferenze-stampa, intere pagine di giornali ed ampi servizi televisivi) all'opinione pubblica che, secondo quanto riferito con sconcertante compiacimento da un esponente del Pool di Milano nel recente forum di Repubblica, \"voleva veder scorrere sangue\" e precisamente: Giuseppe Adamoli, Paolo Berlusconi, Enzo Carra (addirittura trascinato in catene per i lunghi corridoi del Palazzo di Giustizia), Clelio Darida, Gianstefano Friggerio, Ugo Finetti, Serafino Generoso, Daniele Kraus, Giovanni Manzi, Roberto Mazzotta, Roberto Mongini, Franco Nobili, Attilio Schemmari, Loris Zaffra e tanti altri. Ed alcuni di questi sono poi stati assolti. Cosi' come sono stati assolti Luigi Baruffi, Bruno Tabacci (per i quali era stata richiesta, addirittura l'autorizzazione all'arresto). Ed e' stato anche assolto Ezio Leonardi, cui fu notificata comunicazione giudiziaria (debitamente pubblicizzata dal Tg3 e da Repubblica) per una presunta tangente di cinquanta milioni, mentre assisteva nel Duomo di Novara ai funerali di un amico. Silvio Berlusconi fu iscritto nel modello 21 ed esposto al ludibrio dei governanti stranieri convenuti a Napoli per la conferenza sulla criminalita' senza che vi fossero accuse o chiamate in correita', senza che ci fosse urgenza e senza che ci fosse alcun serio riscontro. Quello cui allude Di Pietro si riferisce ad una vicenda inquietante ancora sub iudice (sia a Milano che a Brescia); il professor Francesco Cavallari in alcune interviste ed ai pubblici ministeri di Perugia e di Brescia (riprendendo un argomento trattato, sia pure sotto altro profilo, da Misiani nella \"Toga rossa\") ha, di recente, dichiarato che la competenza a Trattare il processo Enimont, quasi sicuramente appartenente all'autorita' giudiziaria di Roma, fu, invece, riconosciuta a quella di Milano a seguito del fattivo interessamento di determinati personaggi che potevano contare a Milano, sull'assistenza legale di un avvocato, notoriamente legato a Di Pietro e quindi in grado di condizionarlo; si deduce da tutto cio' che sarebbe di grande interesse sapere da quali avvocati erano assistiti coloro che hanno beneficiato del trattamento piu' comprensivo da parte del Pool di Milano -: se il Ministro di grazia e giustizia non ritenga di intervenire con i suoi poteri ispettivi per verificare: a) la rispondenza alla normativa processuale dell'attivita' del Pool di Milano, accertando in particolare se l'impostazione metodologica improntata a prudenza e serieta' di cui parla Di Pietro (e riferita all'intero Pool, compreso Ghiffi che ne era parte integrante e determinante) sia stata seguita in tutti i casi o solo in alcuni e, in quest'ultimo caso, in base a quali criteri si decidesse di seguire il metodo piu' prudente (e quindi piu' comprensivo) anziche' quello piu' rigoroso e piu' devastante; b) se la decisione di riconoscere all'autorita' giudiziaria di Milano la competenza a trattare il processo Enimont sia stata assunta a seguito di un rigoroso ed approfondito esame degli atti e delle norme processuali o sia stata invece determinata o influenzata da interferenze di personaggi coinvolti o comunque interessati in detta vicenda, in quest'ultimo caso configurandosi ipotesi di responsabilita' da far valere sul piano disciplinare; se alla corresponsione del compenso all'avvocato che ha assistito Lorenzo Necci abbia provveduto, e in caso affermativo in quale misura, un ente o societa' pubblica (Ferrovie dello Stato o ENI). (3-02228)" . "SAPONARA MICHELE (FORZA ITALIA)" . . "0"^^ . . "2014-05-15T09:54:05Z"^^ . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02228 presentata da SAPONARA MICHELE (FORZA ITALIA) in data 19980421" . . "19980421-" . "3/02228" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02228 presentata da SAPONARA MICHELE (FORZA ITALIA) in data 19980421"^^ . . .