INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01907 presentata da GASPARRI MAURIZIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19980128

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic3_01907_13 an entity of type: aic

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri dell'interno, della difesa e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: da giorni, la stampa pubblica una serie di indiscrezioni su atti giudiziari coperti da segreto investigativo relativi ad Angelo Siino, condannato per associazione mafiosa e resosi disponibile a fornire elementi e spunti di indagine su attivita' criminose connesse al mondo degli appalti pubblici in Sicilia; tali indiscrezioni, unitamente ad un corredo di accuse gravissime su ipotesi di collusione, hanno coinvolto, in un primo momento, rappresentanti istituzionali della procura della Repubblica di Palermo ed in seguito, esponenti istituzionali dell'Arma dei carabinieri e del reparto Ros; sulle asserite rivelazioni del Siino, sono state fornite numerose e contraddittorie versioni che, alternativamente, hanno reso l'immagine ed il prestigio dei rappresentanti istituzionali e che, a seconda del tempo e dell'interlocutore delle dichiarazioni, sono state dirette contro l'uno o l'altro degli appartenenti all'ordine giudiziario o all'Arma dei carabinieri; parrebbe che si lascino trapelare spezzoni di verita' per agevolare, da una parte, indagati eccellenti e per colpire, dall'altra, investigatori ed esponenti istituzionali, alcuni dei quali, addirittura, assassinati dalla mafia e colpevoli, a volte, unicamente, di aver svolto indagini a 360 gradi; nel 1993, un sottocomitato della Commissione parlamentare antimafia, di cui faceva parte l'allora deputato de La Rete, Alfredo Galasso, segreto' l'audizione del capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno; in tale audizione, ora resa pubblica, l'ufficiale del Ros rivelava una serie di fatti relativa agli appalti pubblici siciliani e specificatamente, alle anomalie di quello riguardante la manutenzione delle strade di Palermo che era stato affidato dal sindaco Orlando ad una impresa che sarebbe risultata inquinata dalla mafia e per il quale il comune aveva versato, in seguito, un indennizzo di 16 miliardi di lire, pari quasi al doppio dell'intero ammontare della gara d'appalto (indennizzo, secondo il capitano De Donno, assolutamente ingiustificato e per il quale il comune non si oppose); le indagini sugli appalti pubblici siciliani, condotte quasi esclusivamente dal Ros dei carabinieri o, comunque, da uomini appartenenti all'Arma, hanno permesso di disvelare il criminale intreccio tra mafia, appalti, settori della politica e delle istituzioni, hanno consentito alle procure siciliane di arrestare e fare condannare centinaia di personaggi implicati e di spezzare quella cappa di impunita' che, a tutti i livelli, aveva impedito, fino alla fine degli anni '80, di fare chiarezza e di dare trasparenza alle istituzioni; l'attivita' investigativa dei carabinieri di Monreale, peraltro, segnalando la presenza in Piemonte del pluriomicida ed esponente mafioso di San Giuseppe Jato, Baldassarre Di Maggio, aveva reso possibili il suo arresto ad opera del generale Delfino, la sua successiva collaborazione ed un ulteriore impulso alle indagini del Ros, peraltro gia' molto avanzate, mirate ad individuare e ad arrestare il capo mafia Salvatore Riina, latitante da oltre vent'anni; inoltre, la succitata attivita' investigativa ha consentito alla procura di Palermo di conoscere, fin dal 1993, che Baldassarre Di Maggio, ad appena tre mesi dall'arresto e dal pentimento, aveva ripreso la sua attivita' criminosa con i vecchi sodali di San Giuseppe Jato (che aveva evitato di accusare nel corso della sua collaborazione) e di arrestarlo nuovamente, in tempi recenti, dopo che lo stesso aveva compiuto una serie di omicidi e di estorsioni ricostituendo il proprio predominio nel paese di origine; il procuratore della Repubblica di Palermo, pur in presenza di una vicenda giudiziario-investigativa che vede, comunque, magistrati di Palermo coinvolti in accuse per le quali devono assumere o la veste di parti offese, o, di indagati, ha ritenuto di assumere, ugualmente, iniziative ed attivita' di indagine, certamente di competenza della procura di Caltanissetta, determinando la sensazione, nella stampa e nella opinione pubblica, che la procura di Palermo indagasse sui propri accusatori e sul contenuto delle loro accuse; Angelo Siino, revocando la nomina al suo precedente difensore, ha nominato al suo posto l'avvocato Alfredo Galasso (oggi coordinatore nazionale de "La Rete" e difensore dell'onorevole Leoluca Orlando nelle cause per diffamazione ed istigazione al suicidio, intentatagli dalla signora Canale, vedova del maresciallo Antonino Lombardo), consentendogli di intervenire, con dichiarazioni politiche alla stampa, sulla genuinita' delle sue prime o delle sue seconde accuse; il Governo, per voce del Sottosegretario per l'interno, onorevole Giannicola Sinisi, ha dichiarato a Il Corriere della Sera (edizione del 6 novembre 1997), che e' perseguito il progetto di affidare alla Dia tutte le competenze oggi proprie dello Sco, del Ros e del Gico con il conseguente scioglimento di questi ultimi corpi e di limitare la competenza dell'Arma dei carabinieri alle "campagne", riservando le "citta'" alla competenza della Polizia e, quindi, del ministero dell'interno; negli ultimi giorni, il procuratore capo di Palermo ha incontrato il Presidente del Consiglio, alcuni ministri ed il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, non coinvolgendo, nelle suddette attivita', il procuratore nazionale antimafia, cui la legge istitutiva attribuisce precisi poteri di coordinamento e di rappresentanza, proprio per evitare che le centinaia di capi degli uffici delle procure italiane programmino autonome e scoordinate iniziative, dando, cosi', motivo di ritenere che sia superflua la funzione del procuratore nazionale antimafia e che possa esistere una inammissibile interdipendenza fra un importante ufficio giudiziario e l'attuale Governo -: se siano disponibili indizi su chi abbia fornito le informazioni agli organi di stampa, visto che agli interrogatori di Angelo Siino partecipano lo stesso Siino, il suo legale ed i magistrati della procura; quali iniziative di propria competenza intendano assumere affinche' le indiscrezioni, vere o presunte tali, e comunque, quasi sempre relative ad accuse contro l'Arma dei carabinieri, e dei suoi uomini vengano a cessare; quali attivita' giudiziarie siano state effettuate a seguito di quanto citato in premessa sugli appalti siciliani e di quanto sostenuto dal capitano De Donno nella succitata audizione al sottocomitato della Commissione antimafia; per quali motivi le intercettazioni delle conversazioni telefoniche di Baldassarre Di Maggio, effettuate dai carabinieri, non abbiano riscontro dai ministri competenti quando tali verbali vennero loro inviati dal deputato di Alleanza nazionale, Enzo Fragala', che ne aveva segnalato, per tempo, il loro chiaro significato criminoso; a quali norme si ispirino le attivita' di indagine svolte dalla procura di Palermo sul caso De Donno-Lo Forte-Siino, nonostante l'attivita' di tale indagine prefigurasse l'assunzione da parte di un magistrato di quella procura) della posizione di parte offesa o di indagato e, ove tali norme non esistessero, quali iniziative e quali provvedimenti di propria competenza intendano adottare per ridare certezza alle regole dello stato di diritto e perche' sia fugato ogni dubbio su possibili tentativi di insabbiamento o, peggio, di accanimento nei confronti di quegli investigatori che fanno solo il loro dovere con autonomia; se risulti che nelle competenti sedi processuali sia stata sollevata la paventata incompatibilita' dell'attuale difensore di Angelo Siino rispetto ad altri suoi mandati difensivi (vedi processo in corso tra la vedova Canale e l'onorevole Orlando), ed alle interviste da lui rilasciate alla stampa nelle quali anticipa, con dichiarazioni, le risultanze dell'interrogatorio del suo assistito Siino; se corrisponda al vero il progetto anticipato alla stampa dal Sottosegretario Sinisi, diretto a sciogliere i reparti speciali per la lotta alla criminalita' organizzata (costituiti dalla guardia di finanza, dai carabinieri e dalla polizia di Stato), al fine di fare assumere le competenze di questi ultimi alla Dia e di ridimensionare il ruolo, finora prezioso, che l'Arma dei carabinieri ha avuto nella difesa delle istituzioni e dell'ordine pubblico e nella lotta alla criminalita', limitandone la competenza al controllo dei piccoli centri e delle campagne lasciando, cosi', ogni altra competenza al ministero dell'interno; come intendano adoperarsi per salvaguardare, nell'immagine e nei fatti, l'autonomia e l'indipendenza della magistratura ed in particolare, delle procure, affinche' vi sia il massimo rispetto della funzione e del ruolo del procuratore nazionale antimafia e sia riconosciuta l'impraticabilita' costituzionale di una interlocuzione diretta tra esponenti dell'ordine giudiziario e Governo; quali siano stati i temi trattati dal procuratore della Repubblica di Palermo con il Presidente del Consiglio e con il ministro dell'interno e se dei loro incontri esistano note trascritte, cosi' come avviene negli altri Paesi occidentali; se i succitati incontri e le eventuali note trascritte siano stati portati a conoscenza del Consiglio superiore della magistratura; se non ritengano di assumere le opportune iniziative a favore dell'Arma dei carabinieri, che, nelle ultime settimane, a causa di una campagna di stampa alimentata da indiscrezioni su verbali giudiziari, e' stata fatta oggetto di pesanti valutazioni e sospetti, tali da metterne in dubbio la fedelta' allo Stato e la lealta' nei confronti delle alle istituzioni, soprattutto la magistratura. (3-01907)
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GASPARRI MAURIZIO (ALLEANZA NAZIONALE) 

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