INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01011 presentata da DUCA EUGENIO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) in data 19970416
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic3_01011_13 an entity of type: aic
Al Ministro dei trasporti e della navigazione. - Per sapere - premesso che; il quotidiano italiano Il Corriere Adriatico del 12 aprile 1997 ha pubblicato tra l'altro, un comunicato emesso dalla Cgil, segreteria regionale Marche, provinciale di Ancona e dalla Filt-Federazione italiana lavoratori dei trasporti su alcuni provvedimenti amministrativi e legislativi che consentono di avviare la realizzazione di opere infrastrutturali nella regione Marche. Le stesse organizzazioni sindacali, dopo aver espresso l'approvazione per lo sblocco delle opere del porto internazionale di Ancona, per i finanziamenti stanziati dal ministero dei trasporti e della navigazione per una parte del raddoppio ferroviario della linea Orte-Falconara e per la realizzazione dell'interporto di Jesi, sottolineano l'urgenza degli appalti e dell'inizio dei lavori; sull'interporto delle Marche, per il quale il ministero dei trasporti ha recentemente stanziato la somma di lire 30.172.000.000, infrastruttura che rientra nel progetto di "corridoio adriatico", le organizzazioni sindacali citate chiedono assoluta chiarezza e paventano il pericolo di un tentativo in atto che puo' collegare la vecchia Cemim S.c.p.a. (travolta da una scandalosa tangentopoli e da una gestione "da nababbi" con i fondi pubblici) con la nuova Societa' interporto Marche S.p.a.; in effetti sulla Gazzetta Ufficiale del 15 febbraio 1997, foglio delle inserzioni n. 38, e' pubblicata la convocazione dell'assemblea straordinaria, da parte del commissario liquidatore, degli azionisti del Cemim S.c.p.a. presso la camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Ancona, per il giorno 5 aprile 1997, per discutere un punto all'ordine del giorno: "Proposta di concordato fallimentare ex articolo 152 L.F. e delibere conseguenti. Risorse economiche per l'esecuzione del concordato"; gli azionisti del Cemim (in liquidazione) sono: comune di Jesi, comune di Ancona, Finanziaria regionale delle Marche Spa, Camera di commercio, industria, artigianato, agricoltura di Ancona, Cassa di risparmio di Jesi, Cassa di risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, Banca popolare di Ancona, regione Marche, provincia di Ancona, Ferrovie dello Stato Spa, comuni di Falconara, Chiaravalle, Apiro, Belvedere, Castelbellino, Cingoli, Cupramontana, Filottrano, Maiolati Spontini, Mergo, Monsano, Montecarotto, Monteroberto, Morro d'Alba, Poggio San Marcello, Poggio San Vicino, Rosara, San Marcello, San Paolo, Santa Maria Nuova e Staffolo; la proposta di concordato fallimentare trae origine dall'iniziativa di una "cordata" composta da alcuni degli ex amministratori, sindaci, dirigenti e consulenti convenuti nelle azioni ex articolo 146 della legge fallimentare promossa dalla curatela fallimentare; il processo penale attualmente in corso contro i responsabili dello scandalo Cemim vede rimasti come imputati Alfio Bassotti, gia' assessore ai lavori pubblici e trasporti della regione Marche ed ex segretario regionale della democrazia cristiana, e altri cinque, dopo una serie di patteggiamenti richiesti da altri coimputati in un processo che deve condurre all'accertamento di reati ipotizzati di bancarotta fraudolenta del Cemim tangenti, mala-gestione, false fatturazioni, finanziamento illecito ai partiti, eccetera; il tribunale di Ancona, con sentenza n. 8 del 21 gennaio 1994, ha dichiarato fallita la Cemim S.c.p.a, su istanza di un fornitore e del pubblico ministero; nella nota inviata al comune di Ancona in data 28 febbraio 1997 dal liquidatore, dottor Loris Mancinelli, si legge che: in qualita' di socio della Cemim, Centro Intermodale delle Marche S.c.p.a. in liquidazione, sapete che la stessa e' stata dichiarata fallita dal tribunale di Ancona, con le nefaste note conseguenze. In qualita' di liquidatore, mi e' stata messa a disposizione la somma che appare sufficiente per proporre il concordato fallimentare. I vantaggi, per quanto evidenti della proposta possono sintetizzarsi come segue: 1) il ritorno in bonis del Cemin nel termine di circa sei mesi dal deposito della domanda di concordato, quasi certamente senza alcun ulteriore esborso da parte dei soci; 2) conseguente disponibilita' del patrimonio della societa' fallita (attualmente valutato in lire 7,5 miliardi con valutazione possibile di incremento a seguito di nuova perizia tuttora in corso), con superamento di tutti i problemi connessi con la dubbia acquisibilita' in sede fallimentare dei beni e della progettazione di proprieta' della societa' fallita, con la partecipazione alla realizzazione dell'interporto da parte delle ferrovie dello Stato (socie nel Cemim e non nell'interporto Marche Spa, eccetera); 3) possibilita' per la interporto Marche spa "di acquisire dal Cemim in liquidazione (mediante fusione o in altro modo) le strutture necessarie ad un rapido completamento dell'interporto accedendo ai contributi e finanziamenti dello Stato"; 4) eliminazione del contenzioso esistente nei confronti della regione Marche e delle ferrovie dello Stato (chiamate in causa da amministrazioni e sindaci o convenute in giudizio dai creditori). Per doverosa informazione ricordo che, sulla base dello stato passivo esecutivo il costo del concordato puo' essere attualmente preventivato in lire tre miliardi, privilegiati lire 702.959.225, chirografari al 25 per cento lire 1.979.520.831, rivalutazione, interessi e spese lire 317.519.444. La valutazione non tiene conto dei creditori esclusi ancorche' opponenti, (lire 3.431.041.528 e lire 85.612.140), giacche' e' legittimo ritenere che non verranno mai ammessi al passivo. Detta valutazione non tiene conto neppure di un presunto credito Iva oggetto di avvisi di accertamento ritualmente impugnati avanti la competente commissione tributaria sia dalla curatela fallimentare sia dal presidente del Cemim credito sulla cui esistenza tutti i fiscalisti interpellati si sono espressi negativamente; l'importo messomi a disposizione e che ammonta a tre miliardi, ovviamente sara' disponibile solo in caso di omologazione del concordato fallimentare da parte del tribunale di Ancona. Devo precisare che: 1) oltre all'importo suddetto coloro che hanno messo a disposizione i tre miliardi non sono in grado di fornire altre somme per cui la societa', se decidesse di percorrere la strada del concordato, dovra' preoccuparsi di possibili sopravvenienze e degli eventuali accantonamenti che venissero richiesti dal giudice delegato per i crediti contestati (ritengo che a tal fine sarebbero sufficienti fideiussioni bancarie); 2) accettando il contributo di lire tre miliardi per l'esecuzione del concordato il Cemim dovra' rinunziare a proseguire o a promuovere ex novo qualsiasi ulteriore azione di responsabilita' nei confronti di tutti coloro che hanno partecipato al versamento dell'importo di cui sopra; non solo, nel rispondere ad una richiesta del comune di Ancona con la quale si chiede di conoscere la provenienza dei tre miliardi messi a disposizione del curatore fallimentare, lo stesso risponde: "L'importo di cui sopra viene messo a disposizione dall'avvocato Domenico Bartolini di Ancona, e non mi e' noto (pecunia non olet) in quale misura e da chi". Avvocato che scrive al comune il 10 aprile 1997 per fornire ogni possibile chiarimento sulla proposta di concordato fallimentare e sostiene tra l'altro che: "al momento posso precisarle che i partecipanti alla costituzione del fondo di lire tre miliardi sono n. 12 ex amministratori, n. 5 sindaci e revisori, n. 2 ex dipendenti o consulenti. Nessuno dei predetti signori trovasi attualmente sottoposto a procedimento penale. Le dichiarazioni di adesione sono in mio possesso. Poiche' nella proposta e' prevista la rinuncia del Cemim, (per l'eventualita' di ritorno in bonis a seguito dell'omologazione del concordato) a proseguire o promuovere ex novo qualsiasi azione di responsabilita' nei confronti dei partecipanti alla "cordata", i nomi saranno resi pubblici al momento della assemblea dei soci validamente costituita in seconda convocazione con la presenza di due terzi del capitale sociale"; inoltre, nella relazione sullo stato del fallimento Cemim Scpa alla data del 20 febbraio 1997 e sull'ipotesi di concordato fallimentare si legge: "va ricordato che i partecipanti alla cordata, contribuendo economicamente alla operazione, non otterranno altro beneficio se non quello di chiudere una vertenza penosa per tutti in tempi brevi. Con sicuro vantaggio per la collettivita' regionale che potra' finalmente vedere realizzata un'opera fondamentale come l'interporto"; dall'esame degli atti in possesso degli interroganti, si evince una procedura del tutto fuorviante rispetto allo scandalo del Cemim, la cui malagestione e' all'origine dei guasti provocati dai responsabili e non gia' la sentenza del tribunale di Ancona che ha stabilito il fallimento: ne' appare il fallimento produttore delle "nefaste note conseguenze", ne' che l'alternativa concordataria proposta dalla cordata consentira' di chiudere "una vertenza penosa per tutti in tempi brevi con sicuro vantaggio per la collettivita' regionale"; giova anzi ricordare che la vicenda in cui e' coinvolta ha prodotto indebiti arricchimenti a favore di pochi, pagati dalla collettivita', la quale ha dovuto subire anche le conseguenze della mancata realizzazione dell'infrastruttura non a causa del fallimento del Cemim, ma dall'operato di una consorteria politico-affaristica con la "solita" presenza di appartenenti alla loggia P2 e ad altre. Vicenda per la quale e' in corso un processo penale che prosegue e puo' produrre ulteriori accertamenti di responsabilita'. Ne' puo' essere accettata la tesi pecunia non olet, in quanto questa vicenda ha prodotto tanti e tali guasti che non si puo' neanche pensare di riportare in bonis il Cemim nascondendone le maleodoranti conseguenze anche economiche, sui trentadue soci (in stragrande maggioranza enti pubblici che amministrano i soldi dei cittadini contribuenti), ai quali si chiede persino in cambio di una somma di denaro, una rinuncia a proseguire e promuovere ex novo qualsiasi azione di responsabilita' nei confronti dei partecipanti alla "cordata" oltreche' ancora sconosciuti agli stessi soci, ignari anche di trovarsi di fronte a persone che potrebbero essere state coinvolte in responsabilita' penali precedenti o in altri episodi della "tangentopoli" marchigiana e comunque con una procedura che confligge con le norme sulla trasparenza e con le leggi antimafia e antiriciclaggio. Una procedura che, ad avviso degli interroganti assume il tono di salvacondotto preventivo a pagamento (altro che colpo di spugna!); tale procedura potrebbe infine esporre i soci, gli enti pubblici e la stessa nuova societa' interporto Marche a collegamenti e a conseguenze negative con i creditori e a mettere a rischio il finanziamento recentemente disposto dallo Stato per la realizzazione dell'infrastruttura qualora dovesse venire meno la limpidezza dell'operazione interporto; non puo' essere sottaciuto infatti che a livello regionale e nazionale si sono potute riavviare le procedure per la realizzazione dell'infrastruttura e ottenere importanti finanziamenti statali, come i 30.172.000.000 di lire recentemente stanziati, proprio perche' si e' interrotto ogni abbinamento tra Cemim e interporto -: se il ministro sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali iniziative intenda assumere per scongiurare che si possano adottare procedure in contrasto con la realizzazione dell'interporto; se sia a conoscenza dei nominativi della cordata proponente il concordato fallimentare e delle quote detenute da coloro che hanno partecipato alla costituzione del fondo di tre miliardi di lire; se e come intenda far si' che siano salvaguardati i fondi recentemente stanziati dal ministero rispetto al rischio che la societa' interporto venga a trovarsi appesantita dagli effetti della mala gestione del Cemim; se e quali iniziative intenda attuare presso le ferrovie dello Stato S.p.a per evitare che possa essere coinvolta in procedure poco trasparenti e confliggenti con le normative nazionali antimafia e antiriciclaggio. (3-01011)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01011 presentata da DUCA EUGENIO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) in data 19970416
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
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SBARBATI CARLETTI LUCIANA (RINNOVAMENTO ITALIANO)
GALDELLI PRIMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI)
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DUCA EUGENIO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO)