INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00804 presentata da TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19930311

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Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dei lavori pubblici, delle finanze, del tesoro, di grazia e giustizia, del lavoro e previdenza sociale e della sanita'. - Per sapere - premesso che: risulta all'interrogante che il ragionier Beniamino Ciotti, assunto a suo tempo come impiegato di concetto presso gli Ospedali Riuniti di Parma, ed attualmente in pensione, fondo' e diresse la Uil sanita'; secondo quanto riferiva la Gazzetta di Parma, in rappresentanza della Uil il Ciotti entro' nel consiglio di amministrazione degli IACP e dell'Inail; nel 1970 venne eletto consigliere comunale di Parma per i colori del PSDI, abbandonato nel 1973 per passare al PSI; nel 1986 venne indagato dai Carabinieri con l'accusa di truffa aggravata in relazione a false certificazioni degli anni di lavoro prestati agli Ospedali Riuniti ai fini di pensionamento; incaricato dall'Inail dell'acquisto di sedi, incorse in un'inchiesta della procura di Carrara per peculato aggravato, con l'imprenditore parmigiano Gino Carrani che aveva venduto al Ciotti, per l'Inail, nel 1982, un terreno al prezzo di 2,8 miliardi di lire, acquistato l'anno prima per 360 milioni e con l'affidamento, allo stesso Carrani della realizzazione della sede Inail per 9 miliardi; sempre con il Carrani, si interesso' delle sedi Inail di Mantova, Lucca, Reggio Emilia e di Parma dove il centro direzionale di via Fleming - costruito da Pizzarotti e Carrani - accolse non solo la sede dell'Inail ma anche la Sai di Ligresti e le finanziarie di Ciotti, la CO.FI.DI, la Tecnica Finanziaria e la B.M., tutte realizzate mentre sulla carta egli avrebbe dovuto svolgere un modesto lavoro sulle scrivanie degli Ospedali Riuniti maturando la misera pensione; Beniamino Ciotti fu nominato nel 1987 presidente della Banca del Monte di Parma, malgrado il suo nome non fosse compreso nella terza proposta della Banca d'Italia; il Ciotti prese contatto con il direttore dell'Unione industriali, dottor Giorgio Orlandini, offrendogli un posto di rilievo nel collegio dei sindaci della Banca e dando inizio ad un proficuo sodalizio; nel 1989 il Ciotti entro' nel consiglio di amministrazione di societa' di Ligresti mentre la Sai di Ligresti a sua volta entro' nella CO.FI.DI. del Ciotti; risulta da notizie di stampa che il Ciotti a Milano avrebbe avuto con le sue societa' finanziarie l'ufficio a fianco di quello del defunto onorevole Balzamo e che sarebbe entrato per conto di Ligresti come amministratore dell'Autocisa s.p.a, dove si sarebbe adoperato a favore di Ligresti, Pizzarotti e Orlandini per le aziende di quest'ultimo in relazione all'ammodernamento e razionalizzazione dell'importante nodo stradale, oltre che per il consolidamento di ponti e viadotti; risulta all'interrogante che il ragionier Beniamino Ciotti gia' presidente della Banca del Monte di Parma, gia' dipendente degli Ospedali riuniti di Parma, e' proprietario di una villa all'Elba, di una tenuta con riserva di caccia a Roccalanzona (di oltre 300 ettari, oggetto di ristrutturazioni miliardarie), di una villa a Parma, a via La Spezia (di oltre 4 miliardi di valore), e possiede il pacchetto di maggioranza della finanziaria CO.FI.DI. s.p.a. di Parma, abbinata alla Banca del Monte; ad avviso dell'interrogante, il Ciotti, con lo stipendio di ragioniere degli Ospedali riuniti e l'appannaggio di presidente della Banca del Monte, non era in grado di accumulare oltre dieci miliardi in dieci anni -: se non ritengano di far effettuare dai competenti uffici finanziari accertamenti circa la regolarita' della posizione fiscale dei suddetti cespiti; quali verifiche ed iniziative di competenza il Governo intenda assumere in ordine a tutto quanto sopra esposto, anche con riferimento alle attuali indagini della magistratura sull'Inail a Roma e sull'Autocisa a Parma; se in merito siano in atto inchieste amministrative, indagini di polizia giudiziaria o tributaria e se i fatti siano noti alla procura generale presso la Corte dei conti al fine di accertare, perseguire e giustamente reprimere le evidenti responsabilita' contabili, sempre conseguenti ad abusi e omissioni, anche nei doveri di controllo, attribuibili a pubblici ufficiali, siano essi di carriera come i direttori generali o i dirigenti di uffici, anche periferici, magari fiscali e finanziari, o onorari come ministro sottosegretari, ancorche' non semplicemente del dicastero delle finanze. (3-00804)
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