INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00490 presentata da ASCARI STEFANIA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 31/01/2019

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Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-00490 presentato da ASCARI Stefania testo presentato Giovedì 31 gennaio 2019 modificato Martedì 9 luglio 2019, seduta n. 205 ASCARI . — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo . — Per sapere – premesso che: Alcar Uno s.p.a. è una società con sede a Castelnuovo Rangone (Modena), appartenente al gruppo Levoni, specializzata nella macellazione e lavorazione delle carni suine e importante fornitore delle maggiori imprese dell'industria di trasformazione delle carni e di salumifici; Alcar Uno ha fatturato, nel 2017, 311 milioni di euro, mentre tutto il gruppo Levoni vanta un volume d'affari di oltre 650 milioni di euro e, tra le aziende controllate, ci sono altre imprese della macellazione delle carni e salumifici, fra cui Globalcarni di Spilamberto (Modena); Alcar Uno e Globalcarni, controllate dal gruppo Levoni, risulterebbero destinatarie di un importante investimento di quasi 22 milioni di euro, secondo quanto inserito nell'accordo raggiunto dal Ministero dello sviluppo economico, di cui 7,6 milioni da contributi pubblici, su cui la regione Emilia Romagna è chiamata a dare un contributo di poco più di 1 milione di euro; dal comunicato della regione Emilia Romagna del 5 febbraio 2018 si apprende che il contributo pubblico sarà «erogato solo alla preventiva verifica della corretta applicazione dei contratti sia per quanto riguarda il personale diretto che per il personale indiretto»; secondo quanto dichiarato in un comunicato del febbraio 2018 dalla Flai Cgil, nelle aziende controllate dal gruppo Levoni sarebbe presente «un sistema di organizzazione del lavoro che vede la presenza di discutibili appalti di manodopera. In particolare, presso l'Alcar Uno di Castelnuovo Rangone, opera, con circa 60 soci-lavoratori, la falsa cooperativa di manodopera “Planet” che fa parte del Consorzio di false cooperative “Job Service” [...]. La falsa cooperativa Planet ha già accumulato un indebitamento di 1,7 milioni di euro (dati al 31 dicembre 2016), composto principalmente da debiti verso lo Stato che, come prevede il meccanismo più volte denunciato dalla Flai, non saranno per nulla saldati, ma che costituiscono di fatto l'abbattimento del costo dell'appalto verso Alcar Uno»; secondo Flai Cgil dell'Emilia Romagna, anche nei siti produttivi dell'Alcar Uno e Globalcarni, operano imprese appaltatrici con oltre 400 lavoratori, inquadrati in contratti di lavoro non coerenti con le attività lavorative, ma con costi del lavoro abbondantemente al di sotto dei minimi contrattuali e dalle tariffe di legge per le attività di facchinaggio; anche il sindacato Si Cobas ha confermato, con le sue azioni sindacali e le sue denunce pubbliche, quanto sopra descritto; entrambe le organizzazioni sindacali denuncerebbero che, all'interno delle aziende controllate dalla famiglia Levoni, sarebbero presenti false cooperative e società di comodo che, attraverso discutibili appalti di manodopera e repentini avvicendamenti, oltre a sfruttare e sottopagare manodopera, approfitterebbero della più favorevole normativa in materia fiscale e previdenziale, oltre a non versare quanto dovuto allo Stato in termini di Iva, Irap, Irpef e contributi previdenziali, generando in questo modo una chiarissima concorrenza sleale fra le aziende del settore –: se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non ritenga necessario valutare se sussistono ancora i presupposti per proseguire il suddetto accordo, a fronte di potenziali irregolarità nella gestione dei lavoratori che operano all'interno del gruppo Levoni; quali iniziative, anche promuovendo ispezioni dell'Ispettorato nazionale del lavoro, il Governo intenda intraprendere al fine di verificare la regolarità degli appalti di lavoro all'interno del gruppo Levoni e delle condizioni a cui sono sottoposti i lavoratori. (3-00490)
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