INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00044 presentata da SAIA ANTONIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19960620
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Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale e dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere - premesso che: la fabbrica tessile "Avezzano Mode" di Avezzano (AQ) e' un'azienda tessile manifatturiera che opera da molti anni ed occupa circa 125 lavoratrici; l'azienda fu rilevata circa nove anni fa dalla GEPI, che ne avvio' un processo di risanamento e di rilancio produttivo che ha consentito, nel tempo, l'affermazione di un marchio proprio e la richiesta di commesse da parte di altre aziende del settore tessile-abbigliamento, anche di grande prestigio nazionale ed internazionale, come la "Coveri"; tale processo di ristrutturazione e rilancio produttivo aveva addirittura consentito nel 1995 una produzione complessiva di circa 10-11 miliardi; completato il processo di risanamento, la Gepi in data 2 gennaio 1996 ha ceduto l'azienda al signor Alfio Tombolini (societa' Urbis di Macerata), il quale avrebbe ricevuto dalla Gepi un contributo per l'acquisto di circa 2 miliardi e 800 milioni di lire; nell'accordo stipulato con la Gepi l'acquirente si e' impegnato a mantenere i livelli occupazionali almeno fino alla fine del 1998; dopo appena due mesi dall'acquisizione dell'azienda, il nuovo proprietario privato (che, a quanto sembra, gia' da circa due anni si stava preparando a tale passo, avendo costituito una Srl ad hoc), ha convocato i sindacati dicendo loro di non poter mantenere gli impegni in quanto il marchio "AZ Mode" sarebbe finito e le commesse della "Coveri" si sarebbero improvvisamente volatilizzate; da allora la proprieta' avrebbe presentato solo un piano di risanamento, chiaramente inaccettabile, che prevedeva la cassa integrazione a zero ore per il 1996 con soli due mesi di lavoro e la cassa integrazione per il 1997 con una rotazione di sole 30 unita' lavorative nell'azienda ed il resto fuori; il proprietario avrebbe detto ai sindacati di essersi trovato in tale difficolta' in quanto la situazione di bilancio presentata dalla Gepi, a suo dire, sarebbe stata non veritiera; i sindacati hanno evidentemente respinto il suddetto "piano" e non hanno accolto neanche l'ipotesi di cassa integrazione ordinaria, in quanto non c'era un progetto per il futuro; si ha notizia che il titolare dell'azienda avrebbe anche detto, in modo informale, ai sindacati che in ogni caso l'azienda non potra' occupare piu' di 80 persone; nel frattempo il proprietario avrebbe chiesto la cassa integrazione per messa in liquidazione e non per cessazione di attivita'; a seguito di tale comportamento delle nuova proprieta', la Gepi avrebbe chiesto l'arbitrato per inadempienza dell'azienda ed il signor Tombolini, a sua volta, avrebbe chiesto il risarcimento danni alla Gepi sostenendo la non veridicita' dei bilanci da essa presentati; contro tale atteggiamento della nuova proprieta' le maestranze hanno proclamato lo stato di agitazione, che si e' concretizzato in oltre 50 giorni di occupazione; nel frattempo l'azienda e' stata messa in liquidazione; attualmente le lavoratrici si recano normalmente dentro la fabbrica, timbrano regolarmente il cartellino e sono li' a difendere con questa forma di sciopero alla rovescia il loro posto di lavoro; nel mese di aprile l'allora Presidente del Consiglio dei ministri Dini, recatosi in visita alla zona industriale di Avezzano, ha ricevuto una rappresentanza delle lavoratrici dell'Avezzano Mode e si sarebbe impegnato a risolvere il problema; successivamente, in data 9 maggio 1996 si e' tenuto un incontro presso il Comitato per il coordinamento delle iniziative per l'occupazione istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. A tale incontro hanno partecipato: il presidente del comitato stesso, onorevole Angela Francese, il rappresentante del Ministero dell'industria, il sindaco di Trasacco (AQ), i rappresentanti dell'azienda e della Gepi, le organizzazioni sindacali confederali e di categoria; l'incontro si e' concluso con l'impegno sottoscritto dalle parti, ad assicurare la salvaguardia dei livelli occupazionali nei limiti degli organici della AZ Mode, anche in presenza di un contenzioso tra la proprieta' e la GEPI; pochi giorni orsono vi e' stato un nuovo incontro di verifica da cui e' emerso il fatto che non si e' potuto pervenire ad un accordo sulla richiesta di cassa integrazione guadagni; ad oggi le lavoratrici sono inattive dentro la fabbrica, in attesa di novita'. L'unica notizia avuta e' stata l'affissione in bacheca di un ordine di servizio dell'azienda che ne dispone la messa a riposo per ferie obbligate, provvedimento illegittimo in quanto non preventivamente esaminato con i sindacati; la situazione creatasi e' particolarmente grave per una serie di motivi, tra cui il fatto che questa crisi colpirebbe un settore, quello tessile-abbigliamento, gia' fortemente penalizzato in Abruzzo ed una zona in cui e' altissimo l'indice di disoccupazione. Ancor piu' grave il fatto che ci si trova di fronte a 125 lavoratrici donne la cui ricollocazione lavorativa sarebbe pressoche' impossibile, per cui si verrebbe ad inferire un altro duro colpo alla gia' tanto penalizzata condizione occupazionale delle donne -: quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo per verificare le motivazioni per cui, a soli due mesi dalla cessione dell'azienda, si sia creato un contenzioso tra la Gepi e il signor Alfio Tombolini, acquirente della Avezzano Mode; quali fossero i contenuti e le clausole del contratto a suo tempo stipulato tra le parti; se non si ritenga necessario, prima che si deteriori irreversibilmente l'immagine dell'azienda, chiedere alla Gepi che intervenga immediatamente a riprendersi la fabbrica; per quale motivo la Gepi, a suo tempo, decise di scegliere come acquirente il signor Alfio Tombolini e se sia vero che lo stesso, nei due anni precedenti, aveva costituito una Srl, dando adito al "sospetto" giustificato che tale operazione fosse finalizzata proprio all'acquisizione dell'azienda; se sia vero che vi erano irregolarita' nei bilanci esibiti dalla Gepi; quale sia l'entita' delle somme liquidate dalla Gepi ai nuovi acquirenti e che fine abbiano fatto queste somme, visto che dopo meno di due mesi l'azienda e' stata messa in ginocchio; quali altre iniziative urgenti verranno intraprese per salvare l'Azienda ed i posti di lavoro delle 125 lavoratrici in essa impiegate. (3-00044)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00044 presentata da SAIA ANTONIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19960620
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19960620-19960711
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00044 presentata da SAIA ANTONIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19960620
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
COSSUTTA MAURA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI)
ALOISIO FRANCESCO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO)
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2014-05-15T09:44:56Z
3/00044
SAIA ANTONIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INDUSTRIA, DEL COMMERCIO E DELL'ARTIGIANATO
19960711