INTERPELLANZA 2/02714 presentata da SAIA ANTONIO (COMUNISTA) in data 20001109

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I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, per sapere - premesso che: in questi giorni si vanno facendo sempre piu' insistenti le voci di una possibile chiusura del distretto operativo dell'AGIP di Ortona (Chieti); tale eventualita' era stata gia' paventata in due distinte interrogazioni, la n. 3/03750 del 22 aprile 1999 (a risposta orale) e la n. 4/24465 del 16 giugno 1999 (a risposta scritta), rimaste ambedue senza risposta; le suddette interrogazioni affrontavano il tema della strategia complessiva dell'Eni-Agip che sembra mirare sempre piu' ad un disimpegno dal settore della ricerca e dell'incremento dell'approvvigionamento interno dei carburanti, con conseguente riduzione di personale (si parlava addirittura del 25 per cento) e terziarizzazione di interi settori di attivita' con conseguente affidamento a terzi; tale politica dell'Eni-Agip, fondata solo sull'obiettivo di aumentare gli utili da distribuire agli azionisti, ha come conseguenza diretta a) la perdita di posti di lavoro; b) la perdita di competenze e professionalita'; c) la diminuzione dell'impegnonellaricerca;d)il mancatoincremento dell'approvvigionamento interno di carburanti che, in base agli impegni del Governo assunti nella Conferenza nazionale su energia e ambiente del 25-28 novembre 1998 doveva essere del 7 per cento rispetto all'intero consumo nazionale (passando cosi' dal 33 per cento al 40 per cento); purtroppo i timori paventati nelle suddette precedenti interrogazioni si stanno attuando, infatti vi sono gia' 600 tagli annunciati entro il 31 dicembre 2000, oltre ad altri 300-400 tagli "stimati" entro il 31 dicembre 2003 su un totale di 6.000 dipendenti), oltre a quelli gia' attuati con misure subdole e diverse, come ad esempio quelli effettuati dall'Agip nel comune di Alpignano (Torino) le cui "irregolarita'" sono state denunciate nell'altra interrogazione n. 4/24505 del 17 giugno 1999 (rimasta anch'essa senza risposta); inoltre in un recente incontro ufficiale tra le segreterie nazionali della Fulc e la direzione dell'Eni, alla presenza delle RSU dei distretti, presenti il dottor Coldagelli (responsabile personale ENI), l'ingegner Ruffoni (capo personale Eni-divisione Agip), il dottor Gagliano (responsabile del personale Eni) e l'ingegner Titone (responsabile UGI), oltre al suddetto annuncio dei tagli l'ingegner Buffoni avrebbe "affermato" che sara' difficile in futuro mantenere il distretto Ortona (Chieti) cosi' com'e'; tale smobilitazione ampiamente "annunciata" dalle precedenti interrogazioni e' gia' di fatto iniziata con una certa gradualita', attraverso la dismissione di alcune attivita' come la manutenzione ed il parziale smantellamento delle attivita' off-shore, out-sourcing servizi generali (cessione attivita' di magazzinaggio), chiusura dell'eliporto del distretto di Ortona (trasferito a Falconara), diminuzione di personale mediante esodi incentivati e blocco del turn-over e delle assunzioni compensato in modo assolutamente ingiustificabile da un abnorme incremento delle ore di straordinario; va detto che la soppressione del distretto di Ortona sarebbe un colpo durissimo alla economia della zona in quanto in tale sede operano circa 250 dipendenti e vi e' un indotto calcolabile in circa 5-6.000 persone occupate con un volume d'affari di circa 700-800 miliardi all'anno; a fronte di tutto questo va detto che l'Eni ha avuto in passato ingenti contributi della CEE per gli investimenti in Ortona; va anche considerato che non vi sono motivi tecnico-operativi per il trasferimento in quanto non e' necessario che l'intelligenza sia vicino ai campi che, tra l'altro, per loro natura sono temporanei e di localizzazione variabile: (ne e' dimostrazione il fatto che alcuni settori di Intelligenza sono gia' stati trasferiti come Eni power) a Crema, cioe' a ben 700 chilometri da Ortona mentre la distanza tra Ortona e Val d'Agri e' di appena 300 chilometri; non vi sono giustificazioni economiche in quanto il gruppo Eni ha ben 10.000 miliardi di utile, di cui 7-8.000 provenienti dal gruppo Agip, che quindi non dovrebbero autorizzare riduzioni di personale, dismissione di settori di attivita', chiusura di sedi periferiche; tutte queste considerazioni sono talmente evidenti e gravi da lasciare campo ad una serie di ipotesi e di dubbi sui quali ci si deve interrogare. Una di tali ipotesi che legittimamente ci si potrebbe porre e' che l'Eni non voglia in qualche modo barattare un impegno con la regione Basilica, ad oggi non mantenuto, (quello di investire alcune migliaia di miliardi nella costruzione di una societa' mista Eni-Regione per investimenti specie in produzione di energia da distribuire a prezzo "politico" alle imprese al fine di incentivare lo sviluppo in Basilicata e nel Mezzogiorno), con la chiusura del distretto di Ortona: e' evidente che tale improponibile atto sarebbe una doppia beffa, alla regione Abruzzo ed alla Basilicata e si ripercuoterebbe a danno dell'intera economia meridionale -: quali iniziative intenda assumere il Governo per fare piena luce sulla vicenda; se il Governo approvi tale strategia dell'ENI; se non si ritenga inaccettabile un progetto di dismissione del 25 per cento del personale e quindi impedire che vengano messi in atto i primi licenziamenti previsti entro il 2001 e 2003; se il Governo non ritenga opportuno intervenire per impedire che venga continuato il graduale smantellamento del distretto Agip di Ortona finalizzato alla sua definitiva chiusura; se, al contrario, non ritenga opportuno chiedere all'Eni-Agip che il distretto operativo Agip per il Mezzogiorno con sede in Ortona (Chieti) sia effettivamente messo in condizioni di operare attivamente per lo sfruttamento degli importanti giacimenti del Mezzogiorno tra cui, in particolare quelli di Val d'Agri; se il Governo non ritenga altresi' di dare risposta anche agli altri quesiti posti nelle su citate tre interrogazioni precedenti alla presente. (2-02714)
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LENTO FEDERICO GUGLIELMO (COMUNISTA) 
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SAIA ANTONIO (COMUNISTA) 

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