INTERPELLANZA URGENTE 2/01262 presentata da PALADINI GIOVANNI (ITALIA DEI VALORI) in data 20111108
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic2_01262_16 an entity of type: aic
Atto Camera Interpellanza urgente 2-01262 presentata da GIOVANNI PALADINI martedi' 8 novembre 2011, seduta n.547 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che: le violente alluvioni che hanno interessato il nostro Paese, e in particolare il Centro-nord, in queste ultime due settimane, con conseguenze devastanti in termini di morti e di distruzione, ripropongono ancora una volta il tema della fragilita' del nostro territorio e l'ormai improcrastinabile necessita' di una sua messa in sicurezza; gli effetti conseguenti ai cambiamenti climatici in atto, sono ormai tali che gli eventi estremi in Italia hanno subi'to un aumento esponenziale, passando da uno circa ogni 15 anni prima degli anni '90, a 4-5 all'anno; i troppo spesso drammatici effetti prodotti da detti eventi calamitosi che, con cadenza sempre piu' frequente, colpiscono le diverse regioni del nostro Paese, sono quasi sempre acuiti e amplificati da una gestione dissennata dei suoli e dei bacini idrografici, dall'assenza di una rigorosa politica di pianificazione, manutenzione e prevenzione territoriale, e da fenomeni diffusi di abusivismo edilizio; il 25 e 26 ottobre 2011, il violento nubifragio che ha colpito la Lunigiana e la provincia di La Spezia, e in particolare le Cinque Terre, ha provocato la morte di 10 persone con interi paesi sventrati da fango e detriti, abitazioni distrutte, strade sprofondate, ferrovie bloccate; solo pochi giorni dopo, il 4 novembre, in conseguenza di una violentissima pioggia, la citta' di Genova e' stata letteralmente inondata da un fiume di fango, acqua e detriti, conseguenti all'esondazione dei torrenti Bisagno e Ferregiano, che si sono riversati con inaudita violenza in alcune zone della citta', provocando 6 morti e la distruzione di infrastrutture, lo sventramento di attivita' commerciali, e ingentissimi danni alla citta'; peraltro, va ricordato che il torrente Bisagno e' considerato e classificato come torrente a rischio nazionale, mentre per quanto riguarda il torrente Ferregiano, fin dagli anni '60 si parlava - inutilmente - di costruire uno scolmatore, proprio per la sua messa in sicurezza; secondo i dati contenuti nell'archivio storico degli eventi calamitosi (alluvioni e frane) in Italia, redatto dall'Istituto di ricerca e protezione idrogeologica (Irpi) del Cnr, la Liguria e la Toscana sono storicamente tra le regioni piu' colpite da alluvioni e frane; il responsabile dell'inventario dei fenomeni franosi in Italia per l'Ispra, dottor Alessandro Trigila, ha ricordato come nella sola Liguria sono censite 8.392 frane, con un indice di franosita' (rapporto tra aree interessate da eventi franosi e totale del territorio) pari all'8,4 per cento, piu' alto della media nazionale del 6,9 per cento (per un totale di 486.000). In provincia di La Spezia le frane censite sono 1.482, mentre in provincia di Genova 3.978; le forti piogge di questi giorni, stanno inoltre provocando ingenti danni e vittime anche in altre aree del Paese: in Piemonte in due comuni del canavese, sono state evacuati gli abitanti di otto piccole borgate; il ponte del Bertenga sul fiume Pellice e' crollato; nella provincia di Alessandria, gia' colpita dalla disastrosa alluvione del 1994, numerose strade sono state interrotte da allagamenti e smottamenti, e almeno 500 persone sono state evacuate; un morto per il maltempo in Campania, con allagamenti soprattutto nel napoletano; una donna morta e 5 feriti all'Isola d'Elba, dove la situazione appare critica con alcune frazioni isolate, diverse frane e un ponte crollato; due persone sono ancora disperse vicino Matera, dopo che l'automobile sulla quale si trovavano e' stata travolta da un torrente in piena; si continuano a rincorrere le emergenze e le calamita', e a contare i danni e le vittime delle alluvioni, stanziando ogni volta ingenti risorse economiche necessarie per ricostruire le zone colpite. L'emergenza si traduce in un danno economico ingentissimo ormai costante nel tempo e sempre piu' frequente, senza pero' mai essere tradotto in investimenti duraturi attraverso interventi di prevenzione e di buona pianificazione urbanistica; i dati parlano di un 9,8 per cento della superficie nazionale ad alta criticita' idrogeologica; di 6.633 i comuni interessati, pari all'81,9 per cento dei comuni italiani; di un 24,9 per cento dei comuni interessato da aree a rischio frana; di un 18,6 per cento di aree a rischio alluvione; e di un 38,4 per cento da aree a rischio sia di frana che di alluvione; secondo lo stesso Ministro Prestigiacomo durante l'audizione del 20 ottobre 2010 in Commissione ambiente della Camera circa lo stato di dissesto e di rischio idrogeologico su tutto il territorio nazionale, «il fabbisogno necessario per la realizzazione degli interventi per la sistemazione complessiva delle situazioni di dissesto su tutto il territorio nazionale e' stimato in circa 40 miliardi di euro». E ancora: «si stima che la spesa dello Stato per le attivita' di emergenza sia stata mediamente tra 2 e 3,5 miliardi di euro all'anno. La spesa per la prevenzione e' stata in media di 250 milioni l'anno. Per ogni milione speso per prevenire, ne abbiamo spesi 10 per riparare i danni della mancata prevenzione»; pochi giorni fa, il 5 novembre 2011, dopo la tragedia che ha colpito Genova, il Presidente del Consiglio ha assicurato che si fara' tutto il possibile per «evitare che cio' che e' successo non accada piu' in futuro», sottolineando che evidentemente «si e' costruito laddove non si doveva costruire». Parole a giudizio degli interpellanti inaccettabili da parte di un Premier che, solo fino a pochi giorni fa prevedeva di inserire un ennesimo condono edilizio tra le norme per lo sviluppo che sta chiedendo l'Unione europea, ma che ha al suo attivo gia' ben due condoni edilizi, nel 1994 e nel 2003, permettendo cosi' di legittimare, in un territorio devastato come quello italiano, edifici che avrebbero invece dovuto essere demoliti. Milioni di metri cubi edificati - e regolarizzati - in zone franose e senza il rispetto delle minime norme costruttive e urbanistiche; lo stesso Ministro Prestigiacomo, che pur ricopre il ruolo di Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare da circa tre anni e mezzo, a commento delle alluvioni che hanno colpito Liguria e Toscana, dichiarava: «bisogna subito ripartire con il piano straordinario per la difesa del suolo, pronto da due anni ed ancora per la gran parte non avviato a causa della mancata erogazione delle risorse che pure a suo tempo erano state stanziate. ...Lasciar passare altro tempo senza attuare quanto gia' deciso ha come unica conseguenza quella di accrescere i rischi noti e l'eventualita' di nuovi lutti e danni»; detto piano straordinario contro il dissesto idrogeologico, dotato di risorse per circa due miliardi e mezzo di euro fra fondi statali e cofinanziamento regionale, da definire attraverso la stipula di accordi di programma le regioni non e' praticamente mai decollato. Le risorse appaiono solo sulla carta; a cio' va aggiunto che negli ultimi anni, gli stanziamenti ordinari del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per la difesa del suolo, sono passati da oltre 550 milioni di euro del 2008, a circa 84 milioni di euro di quest'anno. Un taglio insostenibile di quasi l'85 per cento -: quali immediate iniziative il Governo intenda assumere per far fronte all'emergenza conseguente al disastro alluvionale che ha colpito il territorio italiano, e in particolare la citta' di Genova, la provincia di La Spezia e la Lunigiana, assumendo le opportune iniziative per garantire con la massima urgenza le risorse necessarie a sostegno dei territori e delle popolazioni colpite, prevedendo un opportuno finanziamento; se non si intenda assumere iniziative per prevedere la sospensione dei termini di pagamento per tasse e contributi per le attivita' economiche colpite dagli eventi calamitosi, come gia' avvenuto in precedenti casi analoghi; quali iniziative si intendano mettere in atto al fine di velocizzare il trasferimento delle risorse stanziate e destinate alle regioni e agli enti locali interessati dalle calamita' naturali, stante che - come ha dichiarato il Governatore della Liguria - la regione, a 13 mesi dal precedente evento alluvionale, sta ancora aspettando le autorizzazioni per risarcire le famiglie che hanno subi'to danni; quali iniziative si intendano avviare al fine di rendere immediatamente spendibili le risorse previste dal piano straordinario contro il dissesto idrogeologico previsto dal Governo due anni fa; se non si intendano assumere iniziative per incrementare sensibilmente le risorse finanziarie, attualmente del tutto insufficienti, a favore della difesa e della tutela del territorio, individuando quest'ultima come la vera grande opera pubblica a cui destinare prioritariamente energie e risorse finanziarie adeguate. (2-01262) «Paladini, Evangelisti, Cambursano, Piffari, Donadi, Borghesi».
xsd:string
INTERPELLANZA URGENTE 2/01262 presentata da PALADINI GIOVANNI (ITALIA DEI VALORI) in data 20111108
xsd:integer
1
20111108-20120118
INTERPELLANZA URGENTE 2/01262 presentata da PALADINI GIOVANNI (ITALIA DEI VALORI) in data 20111108
INTERPELLANZA
BORGHESI ANTONIO (ITALIA DEI VALORI)
DONADI MASSIMO (ITALIA DEI VALORI)
EVANGELISTI FABIO (ITALIA DEI VALORI)
CAMBURSANO RENATO (ITALIA DEI VALORI)
PIFFARI SERGIO MICHELE (ITALIA DEI VALORI)
xsd:dateTime
2014-05-14T23:25:54Z
2/01262
PALADINI GIOVANNI (ITALIA DEI VALORI)