. "GIANNATTASIO PIETRO (FORZA ITALIA)" . . . . . "SELVA GUSTAVO (ALLEANZA NAZIONALE)" . . "PERETTI ETTORE (MISTO)" . "INTERPELLANZA 2/01063 presentata da GIOVANARDI CARLO AMEDEO (MISTO) in data 19980424" . "0"^^ . . "2014-05-15T09:29:59Z"^^ . "19980424-" . . "INTERPELLANZA 2/01063 presentata da GIOVANARDI CARLO AMEDEO (MISTO) in data 19980424"^^ . "SGARBI VITTORIO (MISTO)" . "LAVAGNINI ROBERTO LUIGI (FORZA ITALIA)" . "I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che: con grande enfasi, il Governo ha annunciato un giro di vite nei confronti di episodi di \"nonnismo\" che possono verificarsi nelle caserme italiane; a seguito di tale annuncio, sono stati destituiti dal comando, in breve tempo, ufficiali superiori accusati in sostanza di non aver fatto fronte adeguatamente ad episodi di nonnismo, secondo quanto stabilito dal Ministero e dallo stato maggiore dell'esercito; i modi e i tempi delle destituzioni lasciano invece trasparire la cinica tecnica del capro espiatorio, utile a far vedere che il Governo vuol fare sul serio anche a costo di far saltare teste di ufficiali superiori con il concorso e la complicita' dei vertici militari; tale intenzione appare di particolare evidenza nel caso della S.Mi.Par. della Brigata Folgore; tale evidenza appare suffragata dalla dinamica dei fatti di seguito esposta, quale risulta all'interrogante; il 12 marzo 1998, giovedi', nel pomeriggio (18.00-18.30), nel corso di un \"gioco di forza\" (di lotta, di difesa personale?), il caporale Ruggeri colpisce il paracadutista Bini con un calcio nei testicoli; il Bini e' accompagnato in infermeria dove all'ufficiale medico di servizio (sottotenente Guido) dichiara di essersi procurato da solo e accidentalmente la lesione che, sulla \"dichiarazione di lesione traumatica\" (DLT), viene diagnosticata come \"trauma contusivo al testicolo dx\". Il medico non ravvisa la necessita' di informare il comandante di corpo pro tempore (colonnello Scalera) e dispone il ricovero del Bini in infermeria. Ne da' comunicazione al Comando della compagnia Comando e Servizi, annotando che si tratta di \"orchite\"; il ricovero del militare e' cosi' motivato all'ufficiale di servizio di compagnia, nel corso del contrappello; il 13 marzo 1998, venerdi', all'alzabandiera (08.00), il comandante della Compagnia Comando e Servizi (capitano Simone) riferisce al comandante della S.Mi.Par. pro tempore del ricovero in infermeria e lo attribuisce a un \"dolore inguinale\". Il comandante S.Mi.Par. ne prende atto. Nel corso del \"giro\" mattutino, il direttore dell'infermeria (capitano medico Vergini) visita il paracadutista Bini e ne dispone il ricovero presso l'ospedale militare di Bologna. Ne da' notizia al comando di compagnia e certifica che il paracadutista Bini puo' raggiungere Bologna a mezzo treno. Alle ore 09.00 circa il capitano Simone, prima che il Bini parta per Bologna, gli richiede una dichiarazione nella quale il Bini conferma quanto dichiarato all'ufficiale medico di servizio sulla DLT e al direttore dell'infermeria nel corso della visita: si sarebbe fatto male accidentalmente schiacciandosi un testicolo su un longherone della branda, mentre vi saliva. Alle 16.15 il paracadutista Bini e' ricoverato all'ospedale militare di Bologna; il 14 marzo 1998, sabato, il paracadutista Bini rilascia al direttore dell'ospedale militare una dichiarazione in cui afferma di essere stato colpito dal caporale Ruggeri. Il paracadutista Bini e' sottoposto a intervento chirurgico; il 15 marzo 1998, domenica, il paracadutista Bini riceve la visita del caporale Ruggeri, al quale riferisce di aver detto la verita' al direttore dell'ospedale militare. Al contrappello, il caporale Ruggeri riferisce all'ufficiale di servizio (tenente Morelli) la verita' e si incolpa dell'accaduto; il 16 marzo 1998, lunedi', all'adunata del mattino, il tenente Morelli informa il capitano Simone della nuova versione. Il capitano Simone inizia subito le indagini convocando il Ruggeri e altri possibili testimoni. Alle 11.17 il comandante pro tempore della S.Mi.Par. parte per Livorno, convocato per un rapporto presso il Comando Brigata Paracadutisti \"Folgore\"; alle 11.19 il direttore dell'ospedale militare di Bologna invia un fax al Comando Rmte (Sanita' + Personale) e, a parte, in copia, al comandante S.Mi.Par. nel quale riferisce la nuova versione fornita dal paracadutista Bini (non e' dato di sapere se il direttore dell'ospedale militare abbia anche doverosamente informato l'autorita' giudiziaria). Il capo ufficio personale S.Mi.Par. (tenente colonnello Danesi) interpella il comandante della Compagnia Comando e Servizi, che gli conferma di essere a conoscenza della nuova versione e che sta, nello stesso momento, interrogando il caporale Ruggeri e altri commilitoni per accertare i fatti. Il capo ufficio personale S.Mi.Par. invia copia del fax ricevuto al Comando Brigata Paracadutisti \"Folgore\". Alle 14.30 il tenente colonnello Frosini informa telefonicamente l'Ufficiale di servizio presso il Comando Brigata Paracadutisti (tenente colonnello Scotto). Il tenente colonnello Perani (capo ufficio Addestramento e Lanci, ufficiale piu' elevato in grado al momento) invia un messaggio con maggiori dettagli al Comando Brigata Paracadutisti. Il comandante S.Mi.Par. pro tempore al termine del rapporto presso il Comando Brigata Paracadutisti, circa alle 16.00, viene informato di quanto sopra, unitamente a un altro incidente stradale occorso ad un camion della S.Mi.Par.; da' disposizioni telefoniche al capo ufficio personale per la convocazione del capitano Simone con il personale interessato, per l'approntamento delle segnalazioni di rito e di quant'altro eventualmente necessario; rientra alla S.Mi.Par. alle 17.30; alle 18.00, dopo aver sentito il caporale Ruggeri ed aver accertato la coincidenza della versione della \"vittima\" data al direttore dell'ospedale militare di Bologna con quella del \"reo confesso\" fornita al capitano Simone e direttamente a lui, decide di informare il procuratore militare della Repubblica. Ne informa il caporale Ruggeri e gli intima di designare un difensore per il procedimento disciplinare che sara' tenuto il giorno successivo; subito dopo, informa telefonicamente il capo di Stato maggiore della Brigata Paracadutisti \"Folgore\"; si occupa momentaneamente dell'incidente automobilistico sino alle 18.40 circa; telefona all'ufficiale di guardia (capitano Pezzi) dell'ospedale militare di Bologna per sincerarsi sulle condizioni del paracadutista Bini e per chiedergli di poter parlare direttamente con il paziente (ricoverato nel reparto di ortopedia); parla al telefono con il paracadutista Bini che conferma la versione dei fatti, lo rassicura sulle sue buone condizioni e gli fornisce il numero telefonico di casa. Dopo numerose chiamate senza risposta, parla al telefono con la sorella del paracadutista Bini che lo informa che i genitori sarebbero rientrati verso le 20.00 da Bologna; telefona, circa alle 20.00, al padre del paracadutista Bini. Riceve conferma della versione fornita dal figlio al direttore ospedale militare e gli da' assicurazione sulla implacabilita' dell'azione disciplinare e penale intrapresa; raggiunge telefonicamente il comandante titolare per informarlo dell'accaduto e sullo stato dei fatti. Riceve quindi una telefonata dal comandante della Brigata Paracadutisti \"Folgore\" e lo ragguaglia su entrambi gli incidenti; nella stessa giornata di lunedi' 16 marzo il tenente colonnello Baramo, comandante del reparto Corsi, e' informato in mattinata dall'ufficiale di servizio che il soldato Ivan Capra non era rientrato dalla libera uscita del 15 marzo. Alle 15.00 il tenente colonnello Baramo telefona personalmente alla signora Capra ed e' informato che il figlio le aveva telefonato, accennandole in modo vago di essere stato sottoposto a prevaricazioni, nella serata del 13 marzo, all'interno della caserma \"Gamerra\". Il tenente colonnello Baramo prega la signora di invitare il figlio a rientrare al reparto - da cui era assente arbitrariamente - e ne riceveva assicurazione. Alle 18.00 la signora Capra telefonava alla 1^ Compagnia del reparto Corsi per chiedere se il figlio fosse tornato. Parla con il piantone di servizio, soldato Marco Baldin, e, ricevutane risposta negativa, riattacca bruscamente. Alle 20.30 il signor Capra telefona alla 1^ Compagnia per chiedere notizie del figlio. Parla ancora con il soldato Marco Baldin e lo tratta in malo modo. Alle 21.00, i signori Capra accompagnano il figlio al Comando stazione carabinieri di Ravenna, dove e' presentata una denuncia per i fatti del 13 marzo; il 17 marzo 1998, martedi', rientra il comandante titolare, colonnello Nardi, che prosegue le indagini su ambedue gli episodi. Il soldato Capra si sottopone a visita medica presso l'ospedale civile di Lugo (Ravenna), ottenendo sette giorni di prognosi. Il comandante del reparto Corsi, informato delle telefonate effettuate alla 1^ Compagnia dai genitori, li richiama. Il signor Capra riferisce delle presunte prevaricazioni subite dal figlio e della denuncia presentata ai carabinieri di Ravenna. Alle ore 13.00 il tenente colonnello Baramo riesce a parlare telefonicamente con il soldato Capra, che gli riferisce che il 13 marzo alle ore 20.00 circa, nei locali dei servizi igienici, sarebbe stato oggetto di violenze e prevaricazioni da parte di alcuni militari non identificati e costretto a bere dell'urina. Il tenente colonnello Baramo, ritenendo che i locali dei servizi igienici siano quelli del vettovagliamento, informa per iscritto il comandante della S.Mi.Par., che da' mandato al comandante del nucleo carabinieri della S.Mi.Par. di svolgere le indagini opportune. Alle ore 16.35, il colonnello Nardi informa del fatto il Comando brigata paracadutisti \"Folgore\" a mezzo telefono (capitano Acoca). Alle ore 17.30 e' inviata, via fax, la prescritta \"comunicazione di episodio\" al Comando brigata paracadutisti. Lo stesso giorno, circa alle ore 20.00, il colonnello Nardi invia regolare informativa al procuratore militare della Repubblica di La Spezia; il 18 marzo 1998, mercoledi', il colonnello Nardi e' convocato a Verona dal generale Ardito, insieme al generale Celentano, al sottotenente medico Guido, al caporale Ruggeri (autore del \"misfatto\"). Il comandante in 2^ S.Mi.Par. sostituisce il comandante titolare in un rapporto tenuto dal vice comandante di brigata paracadutisti a Pistoia. Alle ore 12.30 il comandante in 2^ e' raggiunto da una telefonata del tenente colonnello Danesi che comunica che il generale Ardito, alle 12.00, ha ordinato al comandante di brigata paracadutisti di convocare tutti gli aventi causa a Verona per le 15.00. Dato che: il capitano Simone e' al poligono di tiro; il caporale Gelmini e' al lancio; il comandante in 2^ e' a Pistoia; si recuperano tutti e alle 16.00 circa si parte da Pistoia. Si arriva a Verona circa alle 20.00. Il generale Ardito riunisce attorno ad un tavolo: il generale Celentano, comandante della brigata paracadutisti \"Folgore\", il colonnello Nardi, comandante S.Mi.Par., il colonnello Scalera, comandante in 2^ della S.Mi.Par., il capitano Simone, comandante della Compagnia Comando e Servizi, il tenente Morelli, vice comandante della Compagnia Comando e Servizi, il sottotenente Guido, ufficiale medico di servizio la sera del 12 marzo 1998, il caporale Battaglia, teste, il caporale Gelmini, teste, il caporale Baggio, teste, il caporale Ruggeri, autore del gesto incriminato. La riunione, fra minacce di denuncia, ingiunzioni di provvedimenti disciplinari, valutazione sulla professionalita' dei medici, accostamenti a quanto avvenuto in Somalia al c.p. Demonio, prosegue esaminando il comportamento da ciascuno tenuto nella vicenda; alle 20.30 il colonnello Scalera e' scacciato (\"Vada via, esca fuori di qui. Avra' mie notizie\") dopo che, avendo appreso di \"essere sotto inchiesta\" ed avendo il generale Ardito intimato al generale Celentano: \"Sospendilo dall'impiego e sollevalo dall'incarico\", ha replicato: \"Signor generale, se sono sotto inchiesta, gradirei che questa sia condotta secondo il Rdm e/o il Cpmp\". La riunione procede senza il colonnello Scalera sino alle ore 21.00 circa. Al termine della riunione, il generale Ardito, riferendosi alla \"comunicazione di episodio\" succitata, esprime il proprio dubbio sulla veridicita' del fatto raccontato dal soldato Capra, nel senso che lo ritiene un alibi per il mancato rientro al Corpo. Il comando S.Mi.Par. appronta il messaggio di comunicazione ai comandi superiori; il 19 marzo 1998, giovedi', il colonnello Nardi firma e invia il messaggio a: Sme - I e V Reparto - Roma, Comfoter - Verona, Comfop - Milano, Brigata paracadutisti \"Folgore\" - Livorno; il 20 marzo 1998, venerdi', alle ore 10.30 circa il soldato Capra, con i genitori ed un amico (forse il loro legale), si presenta dal tenente colonnello Baramo che, insieme al tenente colonnello Fusco, li accompagna dal colonnello Nardi, comandante della S.Mi.Par. Nel corridoi del comando S.Mi.Par., il soldato Capra, tra alcuni militari, riconosce nel paracadutista Valentino Pietrantonio - gia' sentito dal comandante il Nucleo carabinieri il 19 marzo - l'autore delle prevaricazioni che avrebbe subito la sera del 13 marzo. Il soldato Capra rilascia una dichiarazione al comandante del Nucleo carabinieri (che la assume a verbale di Sommarie informazioni), da cui si evince che i locali dove sarebbe avvenuto il fatto erano quelli situati tra la 2^ e la compagnia Corsi speciali e non quelli situati presso la sezione vettovagliamento. Il soldato Capra e' inviato in licenza breve. I genitori del para' Bini visitano il comando; il 21 marzo 1998, sabato, alle ore 9.00 si tiene una riunione alla S.Mi.Par., sul caso Bini, con il comandante della brigata paracadutisti e tutti gli aventi causa perche' citati nella relazione; partecipa anche il sottotenente Oggiano, del 185^ reggimento artiglieria paracadutisti, quale consulente legale del comandante della brigata paracadutisti. Il colonnello Scalera legge la versione riveduta della relazione tecnico-disciplinare a tutti gli astanti che, a turno, approvano. Non vi e' traccia di punizioni disciplinari a carico del colonnello Scalera. Alle 16.00 circa, copia della relazione tecnico-disciplinare e' inviata a mezzo corriere al Comando Fop; il 23 marzo, lunedi', alle ore 16.00 il comandante della S.Mi.Par. e' convocato a Verona con il comandante della Brigata paracadutisti; il generale Pansarella, ufficiale inquirente, giunge alla S.Mi.Par. per condurre \"l'inchiesta sommaria\" su incarico del comandante Fop; il paracadutista Bini (in visita con i genitori) rilascia una dichiarazione; il 24 marzo, martedi', il generale Forlani giunge in visita alla S.Mi.Par.; il generale Pansarella interrompe l'inchiesta sommaria dopo aver interrogato tutti gli aventi causa, ad eccezione del colonnello Nardi e del colonnello Scalera, ripromettendosi di interrogarli successivamente, prima della conclusione; il paracadutista Bini rilascia una nuova dichiarazione al maresciallo dei carabinieri Cantanna, comandante del nucleo dei carabinieri della S.Mi.Par.; alle 12.45 il colonnello Nardi intima al colonnello Scalera di nominare un difensore, perche' incolpato di mancanza disciplinare punibile con la consegna di rigore. Non precisa gli addebiti. Il generale Pansarella rifiuta l'incarico di membro della commissione consultiva per incompatibilita' con l'incarico di ufficiale inquirente responsabile della inchiesta sommaria; nel corso della giornata viene convocata una commissione consultiva per giudicare mancanze eventualmente commesse dal colonnello Scalera in assenza del comandante S.Mi.Par., colonnello Nardi e gli vengono mossi addebiti per non aver indagato in infermeria sulla natura del \"dolore inguinale\" riferitogli dal capitano Simone all'alzabandiera del giorno 13 marzo, e per il quale il paracadutista Bini vi era stato ricoverato (la stessa mancanza era stata contestata al capitano Simone); per non aver compiuto altre indagini nella serata del giorno 16, dopo aver denunciato all'autorita' giudiziaria il paracadutista Bini; per non aver telefonato al Comfoter (Comando forze operative terrestri) a Verona per riferire dell'accaduto, la riunione e' aggiornata alle ore 17.00 dell'indomani 25 marzo presso il comando B Par. di Livorno; il 25 marzo 1998, mercoledi', alle ore 18.00 il colonnello Scalera e' fatto entrare nella sala riunioni del comando B Par., alla presenza di una nuova commissione consultiva, composta da: comandante amm. Paolo La Rosa, comandante dell'Accademia navale di Livorno; Brg. generale Tommaso Ferro, comandante della 46^ Aerobrigata Tm; colonnello paracadutista Giuseppe Falconi, del comando B. Par. Il colonnello Nardi muove al colonnello Scalera l'addebito di \"non aver continuato le indagini nella serata del 16 marzo, dopo aver deferito il Bini alla procura militare di La Spezia\". Il colonnello Scalera con il suo difensore, tenente colonnello Perani, mantenendo valide e rinnovando le obiezioni procedurali gia' mosse in precedenza, ne rappresenta di nuove, tra cui: perplessita' sulla rispondenza alle norme di legge e del Rdm della convocazione e della composizione della commissione consultiva, che parrebbe dover coinvolgere una decisione a livello interforze (stato maggiore difesa) o ministeriale, esorbitando palesemente dalle competenze e dall'ambito di un procedimento disciplinare di corpo; limitazione all'esercizio della difesa, essendo stato cambiato l'addebito benche' sia uno degli addebiti gia' mossi il giorno precedente; illegittimita' della sede di svolgimento del procedimento tenuto a Livorno, anziche' a Pisa (sede del corpo), perche' \"l'ammiraglio risiede a Livorno\" secondo quanto asserito dal colonnello Nardi. Tutte le obiezioni sono respinte; si da' inizio al procedimento. Il colonnello Scalera rigetta l'addebito mossogli, in quanto: dopo la denuncia, aveva continuato l'azione di comando fronteggiando le incombenze del momento (vedasi giorno 16); non ritiene di dover dar conto, se non all'autorita' giudiziaria, delle eventuali ulteriori indagini che avrebbe dovuto svolgere per delega del pubblico ministero; erano ore di libera uscita, nelle quali non era stato possibile trovare in caserma personale che fosse interessato al fatto, se non quelli gia' sentiti; il suo comportamento era gia' stato approvato la stessa sera del 16 nel corso delle telefonate di ragguaglio avute con il generale Celentano e con il colonnello Nardi stesso. La riunione ha termine alle ore 22.00 circa; il 26 marzo 1998, giovedi', alle ore 08.00, il colonnello Nardi convoca il colonnello Scalera per comunicargli che nel procedimento disciplinare tenuto a Livorno e' risultato non colpevole, con parere unanime della commissione, gli contesta nuovamente di non essere andato in infermeria il giorno 13 mattina per indagare sulla natura del \"dolore inguinale\" riferitogli dal capitano Simone, a motivazione del ricovero in infermeria del paracadutista Bini. Gli preannuncia una sanzione disciplinare di \"consegna\", senza quantificarne la durata, ne' la decorrenza; il 27 marzo 1998, venerdi', nel corso dell'esame degli atti relativi, alle ore 16.00 circa, il colonnello Nardi, trovatosi di fronte ad alcune incongruenze, chiama nuovamente il soldato Capra e lo invita a fornire delucidazioni su quegli aspetti dell'intera vicenda che gli erano sembrati meno chiari; il 28 marzo 1998, sabato, alle ore 08.00 il soldato Capra consegna il nuovo racconto al tenente colonnello Fusco, che lo da' al colonnello Nardi, racconto nel quale di sua iniziativa spontaneamente cambia parte della precedente versione e ritratta l'episodio dell'urina. Il colonnello Nardi gli contesta il ritardo con il quale e' stata fornita la nuova versione, che fa sorgere ragionevoli dubbi sulla veridicita' della prima. Il soldato Capra e' inviato in permesso. Il colonnello Nardi telefona al signor Capra, informandolo della parziale ritrattazione del figlio; il 1^ aprile 1998, mercoledi', alle ore 19.00 il generale Celentano comunica che l'indomani alle ore 08.00 il colonnello Nardi sarebbe stato sostituito dal colonnello Cirneco quale comandante della S.Mi.Par.; il 2 aprile 1998, giovedi', alle ore 08.00 ha luogo la cerimonia di cambio del comandante S.Mi.Par. Subentra il colonnello Cirneco; il 4 aprile 1998, sabato, La Nazione, in prima pagina, in esclusiva come precisera' successivamente, da' notizia della rimozione del colonnello Nardi e del colonnello Scalera per una presunta copertura di atti di nonnismo; il generale Bortolosso, comandante della Rmte, e' intervistato da emittenti private e pubbliche e definisce un \"atto dovuto\" la rimozione; il 5 aprile 1998, domenica, esplode il caso sui quotidiani nazionali (La Nazione, si precisa: \"in esclusiva\"); il generale Celentano rifiuta un colloquio urgente richiesto dal colonnello Scalera tramite il vice comandante della brigata paracadutista, colonnello Torelli; il 6 aprile 1998, lunedi', la S.Mi.Par. riceve il \"documento Pers. 2 - Trattazione degli incidenti\" edito nel gennaio 1998 dal comando Fop ed inviato dal comando brigata paracadutisti il 3 aprile 1998 a tutti i corpi dipendenti, quale \"valido strumento per la trattazione degli incidenti ed eventi di particolare gravita' e rilevanza\"; il 7 aprile 1998, martedi', il generale Ardito tiene rapporto ai quadri B Par. e una conferenza stampa a Livorno; il 10 aprile 1998, venerdi', il colonnello Scalera e' informato che: in data 25 marzo gli erano stati comminati sette giorni di consegna perche': \"comandante interinale della Scuola militare di paracadutismo in un periodo in cui la Forza armata e' interessata da una recrudescenza del fenomeno di prevaricazione tra militari di leva, venuto a conoscenza del ricovero di un militare presso l'infermeria del Corpo, non provvedeva ad accertarne, con la dovuta tempestivita', gli esatti motivi del ricovero. Tale comportamento non permetteva di appurare, in tempi brevi, la reale dinamica dei fatti che, laddove esperita, avrebbe configurato la presenza di un reato\"; in data 1^ aprile 1998 era stato rimosso dall'incarico di comandante in 2^ della S.Mi.Par. -: se, davanti alla accertata veridicita' della cronistoria degli avvenimenti, non ritenga assolutamente ingiustificata la rimozione dei comandanti, se non per una questione di responsabilita' oggettiva della quale dovrebbero rispondere in primis il Capo di stato maggiore dell'esercito generale Cervoni ed il comandante del F.O.Ter. generale Ardito. (2-01063)" . "FOLLINI GIUSEPPE (MISTO)" . . . "GIOVANARDI CARLO AMEDEO (MISTO)" . "INTERPELLANZA" . "2/01063" . . . "TORTOLI ROBERTO (FORZA ITALIA)" . . . "GNAGA SIMONE ENRICO (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA)" . "GASPARRI MAURIZIO (ALLEANZA NAZIONALE)" . .