"20100318-" . "ESPOSITO STEFANO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "SCARPETTI LIDO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . . . . "0"^^ . "INTERPELLANZA 2/00655 presentata da CALEARO CIMAN MASSIMO (MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA) in data 20100318"^^ . "INTERPELLANZA" . . . "Atto Camera Interpellanza 2-00655 presentata da MASSIMO CALEARO CIMAN giovedi' 18 marzo 2010, seduta n.301 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che: i princi'pi contenuti nella Convenzione europea del paesaggio (Firenze, 2000), mirano ad uno sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l'attivita' economica e l'ambiente, sottolineando come il paesaggio svolga importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale ed economico. Lo stesso, inoltre, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, puo' contribuire alla creazione di posti di lavoro; una macchia nera ha infestato il Po per cinque giorni, da martedi' 23 febbraio 2010, a causa del petrolio fuoriuscito da un'ex raffineria in seguito a un sabotaggio; detta macchia e' partita dal fiume Lambro, dai depositi della Lombarda Petroli di Villasanta, vicino a Monza; la polizia non ha dubbi sul carattere doloso della fuoriuscita da tre serbatoi, controversa, invece, l'identificazione delle reali quantita' di greggio riversato nelle acque: 2500 metri cubi, secondo l'azienda, 15 mila a detta della prime valutazioni dei tecnici, fra i 5 e i 7 mila quella realisticamente ipotizzabile. Abbastanza, comunque, da provocare un disastro ecologico; la macchia nera ha oltrepassato la barriera di galleggianti costruita nel territorio di Sant'Angelo Lodigiano. Il lavoro di Vigili del fuoco, pompieri, protezione civile e Arpa ha arrestato a fatica e per fortuita' l'avanzare del liquame verso la foce del Po: una parte degli idrocarburi e' rimasta bloccata soltanto alla diga di San Zenone al Lambro, uno sbarramento risalente agli anni trenta per far confluire le acque del fiume che attraversa la Brianza nella centrale idroelettrica dell'Enel Green Power; e' attualmente attivo un tavolo di coordinamento tra i vari enti interessati alla salute del Po, e gia' sono in corso analisi chimico-fisiche delle acque e la realizzazione di tre sbarramenti in provincia di Piacenza per contenere e recuperare il liquame inquinante; la regione Lombardia ha annunciato l'intenzione di chiedere lo stato di calamita', il Presidente della regione ha affermato che la regione Lombardia ha chiesto lo stato di emergenza per l'inquinamento del Lambro; gli inquirenti hanno ribadito l'origine dolosa dell'incidente e il Ministro dell'ambiente ha diramato una nota per affermare che lo stesso Ministero si costituira' parte civile contro i responsabili dell'atto criminale (una volta e se individuati); il WWF ha a sua volta annunciato che si costituira' parte civile perche' colpita duramente l'oasi di Montorfano, sottolineando come pesci, anatre selvatiche e aironi siano stati i primi ad essere danneggiati e segnalando il crescente numero di esemplari animali ripescati morti e di quelli portati al centro di recupero animali selvatici wwf di Vanzago perche' interamente coperti da gasolio. Legambiente ha parlato di «emergenza ambientale nazionale», invocando un coordinamento degli interventi delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna; e' ipotizzabile che non sara' sufficiente bonificare le chiazze di idrocarburi per rimediare a questo disastro ambientale e, a detta degli «esperti», si dovra' ricreare un vero e proprio habitat naturale per tutti i 130 chilometri del Lambro, indispensabile sia per questo fiume gia' di per se' altamente inquinato, sia per la salute del Po e delle attivita' ad esso collegate; per l'associazione Marevivo, inoltre, il passaggio dei liquami inquinanti dal Po all'Adriatico causera' danni seri all'ecosistema marino, mettendo a repentaglio circa 10 mila specie marine tra fauna e vegetali; in passato, fino agli anni settanta del secolo scorso, quando e' stata introdotta la prima legislazione ambientale sull'«acqua» (la legge Merli), era consuetudine scaricare direttamente nei fiumi piu' prossimi (e in altri corpi idrici minori) le acque nere ed i reflui industriali (in realta' a tutt'oggi la citta' di Milano continua a versare direttamente su affluenti del Po le acque della propria rete fognaria); negli anni sessanta, con l'introduzione della chimica e l'espansione e sviluppo degli idrocarburi, la situazione dei fiumi e della acque e' diventata quella di vere e proprie fognature, che dovevano (e tuttora devono) essere in grado, da sole (spesso, come a volte accade adesso, senza depuratori) farsi carico di «tentare» di mantenere un minimo di ecosistema vitale nella fauna (i pesci, gli uccelli, i microrganismi) e nella flora (le piante, i fiori e altro); in questo contesto di fiumi (il Lambro e il Po) inquinati, qualcuno ha pensato bene di «approfittarne»: quattro giorni dopo lo sversamento del gasolio, il 27 di febbraio 2010, nuove sostanze tossiche inquinanti sono state versate nel fiume Lambro (e' stata avvistata una grande macchia all'altezza di Carate Brianza, il sospetto e' che si tratti di materiale di scarico da tintoria versato da un'azienda tessile della zona); il Governo in data 2 febbraio 2010 ha approvato una norma che prevede appena una multa per chi sversa sostanze inquinanti nei fiumi, licenziando cosi' una modifica al codice ambientale (la legge delega voluta dal precedente governo Berlusconi, la 152 del 2006) che indebolisce le sanzioni. Tale norma prevede infatti che puo' essere perseguito penalmente solo chi scarica inquinanti ad altissima tossicita', come mercurio, cadmio e gli stessi idrocarburi «oltre i valori limite» consentiti dalla legge, gli altri - quelli sotto i valori limite dei veleni - se la cavano con una multa che va da 3.000 a 30.000 euro, cosi' come quelli che scaricano sostanze meno tossiche anche se inquinanti; pochi giorni fa la maggioranza ha approvato una legge che depenalizza ulteriormente i reati di contaminazione delle acque, rendendo piu' facile la vita all'industria inquinante e piu' difficile la vita a chi deve contrastarla; si ha la sensazione che quella attuale sia una fase di diffusa depenalizzazione dei reati ambientali. La conservazione, la qualita' dell'ambiente e il suo ripristino non pare vengano considerate priorita' ineludibili, anche alla luce del degrado cui e' sottoposto l'ecosistema; occorrerebbe comprendere maggiormente l'importanza ed il valore dei tesori naturali della nostra bella Italia e preservare questo inestimabile e delicatissimo patrimonio naturalistico, fondamentale anche per la tutela di un'importante risorsa da cui anche l'uomo dipende: l'acqua; il delta del Po fa parte di quel complesso sistema dei parchi che comprende aree protette, nazionali e regionali, marine e terrestri, che non hanno eguali nel mondo per ricchezza di ambienti, specie, storia e cultura. Il Po, il fiume piu' lungo d'Italia, con i suoi 650 chilometri attraversa la pianura Padana fino all'Adriatico, dove sfocia a delta, dando vita ad una delle piu' vaste zone umide europee e del Mediterraneo; proteso nel mare come un triangolo con l'asse sul ramo centrale del Po di Venezia, esattamente sul 45 o parallelo che e' lo stesso di Torino e con i lati a nord lungo l'Adige e a sud lungo il Po di Goro, il delta del Po e' la porzione di territorio piu' giovane d'Italia: i delta del Po Veneto si estende per 786 chilometri quadrati, di cui oltre 160 sono valli e lagune; i comuni interessati, tutti in provincia di Rovigo. Sono Adria, Ariano nel Polesine, Corbola, Loreo, Papozze, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po sono oltre 73 mila gli abitanti dell'intera area del delta; con la legge regionale 8 settembre 1997, n. 36 (BUR n. 74/1997) e' stato istituito il parco delta Po al fine di tutelare, recuperare, valorizzare e conservare i caratteri naturalistici, storici e culturali del territorio del delta del Po (120 chilometri quadrati), nonche' per assicurare adeguata promozione e tutela della attivita' economiche tipiche dell'area e concorrere al miglioramento della qualita' della vita delle comunita' locali; all'articolo 2 - Finalita' delle Norme per l'Istituzione del Parco Regionale del delta del Po, la regione Veneto riconosce e promuove: a) i valori naturali, ambientali, storici e culturali presenti nell'area del delta del Po rodigino quali risorse atte a supportare lo sviluppo economico, sociale e culturale delle Comunita' locali insistenti in tali territori; b) la incentivazione e la tutela delle attivita' economiche, ricreative, sociali e culturali delle comunita' locali insistenti nei territori del delta del Po rodigino, quale condizione essenziale e irrinunciabile per la stessa tutela e valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, storiche e culturali caratterizzanti l'area del delta del Po rodigino. 2. Al fine di assicurare la necessaria tutela e valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, storiche e culturali, caratterizzanti l'area del delta del Po rodigino, di assicurare adeguata promozione e tutela delle attivita' economiche, ricreative, sociali e culturali tipiche dell'area e di concorrere al miglioramento della qualita' della vita delle comunita' locali, la regione del Veneto con la presente legge intende perseguire i seguenti obiettivi: a) recepire, adottare, attuare e promuovere l'attuazione da parte degli enti locali, nei territori del delta del Po rodigino, conterminati e interessati dal Piano di Area del delta del Po, approvato con provvedimento del Consiglio regionale n. 1000 in data 5 ottobre 1994, di azioni e linee di gestione del territorio e delle zone umide, nel rispetto degli accordi e delle convenzioni internazionali inerenti la gestione delle zone umide, con particolare riferimento all'azione di collaborazione concertata a lungo termine predisposta dall'Unione europea, mediante l'adesione diretta della Regione del Veneto al programma comunitario per le zone umide del Mediterraneo denominato MedWet; b) assicurare la tutela, il mantenimento, il restauro, la valorizzazione e l'ottimale e razionale utilizzo e fruizione dell'ambiente naturale e antropizzato, storico, architettonico, paesaggistico e archeologico, e delle sue risorse; c) assicurare la fruizione del territorio a fini ricreativi, scientifici, culturali e didattici; d) promuovere, anche mediante la predisposizione di adeguati sostegni tecnico-finanziari, le attivita' di conservazione, manutenzione, valorizzazione, ottimale gestione, fruizione e ripristino anche funzionale degli elementi naturali e storici caratterizzanti l'area; e) promuovere, anche mediante la predisposizione di adeguati sostegni tecnico-finanziari, le attivita' economiche, ricreative, sociali e culturali, turistiche e di servizio tipiche dell'area e di possibile sviluppo futuro, nel rispetto delle finalita' della presente legge; f) assicurare la promozione dello sviluppo del sistema economico e insediativo, in armonia con le finalita' della presente legge, attivando e promuovendo iniziative promozionali e di ricerca e sperimentazione scientifica e tecnologica, atte a valorizzare le produzioni ed i servizi tipici dell'area; g) promuovere le funzioni di servizio per il tempo libero e di organizzazione dei flussi turistici nelle zone del delta del Po; h) promuovere e valorizzare l'immagine del delta del Po rodigino anche con l'uso di mezzi multimediali; i) tutelare il suolo e il sottosuolo, la flora, la fauna, l'acqua e l'aria; l) assicurare la protezione del territorio ai fini della sicurezza idraulica, in armonia con le finalita' della presente legge, promuovendo a tutti i livelli la difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici; m) promuovere la difesa, ricostituzione, valorizzazione della flora e degli equilibri fitocenotici del soprassuolo vegetazionale; n) promuovere la difesa, ricostituzione, valorizzazione dei valori faunistici e degli equilibri zoocenotici; o) garantire e promuovere la valorizzazione, l'incremento e l'utilizzo razionale delle risorse naturali, storiche, culturali, paesaggistiche ed economiche, al fine di garantire e promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale delle popolazioni del delta del Po rodigino e di assicurare loro una migliore qualita' della vita. 3. Per i fini di cui ai comma 2, la presente legge promuove la predisposizione e l'adozione di un Piano economico-sociale, a carattere pluriennale, denominato Piano di tutela e sviluppo delle Comunita' del delta del Po rodigino, mirante alla promozione economica e sociale delle Comunita' del delta del Po attraverso il sostegno delle attivita' tipiche e alla piena valorizzazione delle potenzialita' economiche del territorio ai fini dello sviluppo dell'occupazione; lo sversamento avvenuto la notte tra il 22 e il 23 febbraio scorso e' stato palesemente sottovalutato nessuna importante mobilitazione nelle prime 48 ore vi e' stata da parte della regione Lombardia, della protezione civile. La primavera e' alle porte ed in tale periodo e' maggiore l'attivita' riproduttiva delle specie viventi. Inquinamenti di questo genere impattano enormemente sugli stadi giovanili degli organismi, sulle uova, sulle larve di pesci, molluschi e crostacei, gli adulti hanno la capacita' di spostarsi mentre gli stadi giovanili di molti organismi non hanno le stesse capacita' di difesa; appare oltremodo paradossale come a distanza di diversi giorni dall'incidente ancora non si conoscano ne' le dimensioni della macchia e neanche i suoi componenti specifici: si parla di greggio, gasolio, idrocarburi, con la differenza che il gasolio tende a diluirsi nell'acqua e viene quindi assorbito dagli organismi filtratori mentre l'impatto del greggio e' visivamente maggiore ma a livello di ecosistemi e di funzionalita' del fiume e' meno dannoso; infine, il Po non e' solo il piu' grande ecosistema acquatico italiano, ma anche un fornitore di servizi: Ferrara, ad esempio, basa la sua intera economia sulla vicinanza del fiume: ne trae l'acqua per l'approvvigionamento idrico della popolazione, per l'irrigazione dei campi, eccetera; un tale disastro, avrebbe potuto determinare una reale catastrofe per l'economia della zona e per quella tutta la pianura padana -: se il Ministro competente non ritenga urgente ed inderogabile, alla luce di quanto riportato in premessa, assumere iniziative normative per modificare le disposizioni della legge delega 152 del 2006 e la recente norma del 2 febbraio 2010; quali iniziative urgenti intenda adottare per il recupero e la salvaguardia delle zone del delta del Po interessate dal disastro ecologico di cui in premessa, per ripristinare l'habitat idoneo alle popolazioni ivi residenti, alla flora ed alla fauna, e quali per incentivare uno sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l'attivita' economica e l'ambiente di questo territorio; quali misure ad ampio raggio ed a lungo termine intenda porre in essere al fine di evitare che tali incidenti possano verificarsi in futuro. (2-00655) «Calearo Ciman, Esposito, Cesare Marini, Mastromauro, Marchignoli, Scarpetti, Merloni, Pisicchio»." . "MERLONI MARIA PAOLA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "MARINI CESARE (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . . . "INTERPELLANZA 2/00655 presentata da CALEARO CIMAN MASSIMO (MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA) in data 20100318" . "2/00655" . "PISICCHIO PINO (MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA)" . "CALEARO CIMAN MASSIMO (MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA)" . "2014-05-14T23:20:54Z"^^ . . "MARCHIGNOLI MASSIMO (PARTITO DEMOCRATICO)" .