INTERPELLANZA 2/00061 presentata da SAVINO ELVIRA (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 30/07/2018

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Atto Camera Interpellanza 2-00061 presentato da SAVINO Elvira testo di Lunedì 30 luglio 2018, seduta n. 34 La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo , per sapere – premesso che: il Ceta ( Comprehensive economic and trade agreement ) è un accordo di libero scambio tra, l'Unione europea e il Canada, approvato dal Consiglio europeo e definitivamente dal Parlamento europeo nel febbraio 2017; gli accordi di libero scambio rientrano nella competenza esclusiva dell'Unione europea, in quanto espressione della politica commerciale comune, tranne laddove l'accordo sia di natura mista riguardante competenze sia comunitarie che nazionali; in tal caso, i trattati devono essere ratificati da tutte le assemblee parlamentari dei Paesi membri; per il Ceta, la Commissione europea ha deciso una soluzione di compromesso: essendo una parte consistente dell'accordo di esclusiva competenza dell'Unione europea l'accordo è entrato in vigore in via provvisoria, in attesa della ratifica delle Assemblee degli Stati membri per la completa e definitiva vigenza; l'Unione europea per il Canada, è considerata, dopo gli Stati Uniti, il secondo partner commerciale ed uno degli effetti principali dell'accordo sarà l'eliminazione della gran parte delle tariffe doganali tra l'Unione europea e il Canada. Tra le altre disposizioni rilevano: quelle che consentono alle imprese europee di partecipare alle gare per gli appalti pubblici in Canada e viceversa; quelle per il reciproco riconoscimento di titoli professionali e nuove regole a protezione del diritto d'autore e brevetti industriali; la tutela del marchio di alcuni prodotti agricoli e alimentari tipici, una clausola fortemente richiesta dagli agricoltori europei; i dazi doganali sono già stati eliminati e le agevolazioni previste per la partecipazione agli appalti pubblici sono già attive; inoltre, l'accordo prevede la tutela di 143 indicazioni geografiche europee, di cui ben 41 sono italiane, con una tutela rilevante per il « made in Italy »; prodotti della filiera agroalimentare italiana che rappresentano il 90 per cento dell’ export del settore sul mercato canadese. Il trattato obbliga a dichiarare sempre sulle etichette la provenienza di un determinato prodotto, mirando a contrastare il fenomeno dell’ «italian sounding »; l'Italia è tra i maggiori beneficiari dell'entrata in vigore anticipata: le esportazioni del « made in Italy », in Canada sono già aumentate di circa l'8 per cento rispetto allo stesso momento del 2017 e, secondo stime riportate dal Corriere della Sera , il 13 luglio 2018, in base a questa tendenza, in un anno, il fatturato delle imprese italiane salirebbe di circa 400 milioni di euro, con almeno ottomila posti di lavoro in più; il « made in Italy » vende ogni anno all'economia nord-americana prodotti per circa cinque miliardi di euro, registrando un surplus commerciale bilaterale di più di tre miliardi; ad oggi, hanno ratificato il Ceta, 11 Paesi: Danimarca, Lettonia, Estonia, Lituania, Malta, Spagna, Portogallo, Croazia, Repubblica Ceca, Austria e Finlandia; le recenti dichiarazioni di alcuni Ministri del Governo italiano di non procedere alla ratifica del Ceta sono preoccupanti; in particolare, il Ministro dello sviluppo economico ha definito il Ceta un «trattato scellerato» senza, tuttavia, produrre a giudizio dell'interpellante convincenti evidenze empiriche; il motivo di disaccordo sulla presunta insufficienza delle 41 indicazioni geografiche (IG) italiane riconosciute non è convincente, in quanto prima del Ceta le IG riconosciute erano zero mentre quelle riconosciute dall'accordo coprono più del 90 per cento dell’ export italiano in Canada; una cattiva informazione ritiene che con il Ceta si cancellino gli standard di sicurezza dell'Unione europea mentre è esattamente il contrario: salute e sicurezza di cittadini e imprese europei continueranno ad essere tutelati esattamente come prima; non si indeboliranno le norme europee su sicurezza degli alimenti, continuando a valere il principio di precauzione (quindi niente Ogm o carne agli ormoni); liberalizzazione degli scambi regolamentata a difesa di lavoratori e ambiente, contro forme di globalizzazione selvaggia; nessun rischio per la democrazia e la risoluzione delle controversie tra Stati e aziende, con il diritto dei Governi a regolamentare in esclusiva su materie nazionali, come la gestione dei servizi pubblici; riduzione del 98 per cento dei dazi reciproci; partecipazione delle imprese europee agli appalti pubblici in Canada; mantenimento degli standard di sicurezza e salute europei a tutela di cittadini e imprese; misure a contrasto dell’ Italian Sounding ; l'eventuale rifiuto dell'Italia di ratificare il Ceta potrà invece avere effetti negativi su larga scala, segnando il destino degli accordi commerciali di nuova generazione che mirano anche a contenere il rischio di guerre commerciali in atto, dagli esiti imprevedibili; il Ceta va valutato in una logica più complessiva di interesse nazionale e non con rilievi di carattere solo categoriale, in quanto il nostro è un Paese ad alta vocazione all’ export che contribuisce a creare ricchezza e crescita del Pil –: se non ritenga il Governo di riconsiderare l'annunciata posizione contro la ratifica del Ceta, in ragione dei molti elementi di vantaggio contenuti nell'accordo commerciale tra l'Unione europea e il Canada, in particolare in favore dell’ export e degli interessi italiani, e di assumere iniziative normative per procedere alla ratifica del medesimo trattato. (2-00061) « Elvira Savino ».
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