. . "PEPE MARIO (MISTO) (POPOLO DELLA LIBERTA')" . . . . "2014-05-14T23:07:01Z"^^ . "ZORZATO MARINO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "CARLUCCI GABRIELLA (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "0"^^ . "GIAMMANCO GABRIELLA (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "SOGLIA GERARDO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "LA LOGGIA ENRICO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "MUSSOLINI ALESSANDRA (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "MARINELLO GIUSEPPE FRANCESCO MARIA (POPOLO DELLA LIBERTA')" . . . . "PAGANO ALESSANDRO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "MOZIONE" . . . "BIANCOFIORE MICHAELA (POPOLO DELLA LIBERTA')" . . . . . "BARANI LUCIO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "DE ANGELIS MARCELLO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . . "GERMANA' ANTONINO SALVATORE (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "LO PRESTI ANTONINO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "Atto Camera Mozione 1-00335 presentata da GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO testo di mercoledi' 3 marzo 2010, seduta n.293 La Camera, premesso che: ogni anno nel mondo mezzo milione di donne e 4 milioni di neonati muoiono a causa di complicazioni legate alla gravidanza o al parto e 9 milioni di bambini non superano i 5 armi di vita; i dati esposti rilevano come la salute materno-infantile sia un tema di enorme importanza sanitaria che richiede investimenti, progetti, energie ed impegno: infatti molte di queste morti sono evitabili, migliorando l'approccio e l'accesso alle cure, e rendendo piu' disponibili assistenza qualificata, trattamenti farmacologici e formazione degli operatori, ma anche semplici interventi preventivi nel corso della gravidanza, del parto e dei primi anni di vita del bambino; per quanto riguarda l'Europa c'e' da rilevare che, negli ultimi decenni, la salute perinatale e' notevolmente migliorata. La mortalita' infantile nei primi mesi di vita e' sensibilmente diminuita e cosi' pure quella materna. Nonostante i progressi, tuttavia, gravidanza e parto continuano a essere eventi rischiosi. In Europa, infatti, il numero di donne che muore di parto varia da 5 a 10 ogni 100 mila e circa la meta' di questi decessi e' da attribuire a una scarsa efficienza del sistema sanitario; sempre in Europa - infatti - ogni anno 25.000 bambini nascono morti e altri 25.000 muoiono entro i primi dodici mesi di vita: il triste primato per la mortalita' infantile (ovvero il numero di morti nel primo anno di vita per 1.000 nati vivi) tra i Paesi Ue spetta alla Lettonia (9,4) e alla Lituania (8,1), mentre i valori piu' bassi riguardano la Svezia e la Norvegia (3); il tasso di mortalita' infantile in Italia (4,4 per mille nati vivi) risulta molto vicino alla media UE (4,2 per mille), ma, tra le regioni italiane, persistono differenze notevoli nella sua componente principale, ovvero la mortalita' neonatale: infatti, mentre nel Nord Italia solo il 2,5 per mille dei neonati muore tra il primo e il 28 o giorno di vita, la percentuale sale al 2,9 per mille nel Centro Italia, per giungere al 4,3 per mille nel Sud Italia. Considerando il tasso di mortalita' infantile nell'intero primo anno di eta', il dato medio nazionale del 4,4 per mille evidenzia ancora una volta la disparita' tra le regioni: 3,5 per mille al Nord, 3,9 per mille al Centro, 5,6 per mille al Sud Italia; a livello nazionale c'e' ancora un dato sul quale si deve riflettere: nella mortalita' infantile, in costante diminuzione, permangono - dunque - notevoli diseguaglianze fra le regioni del Nord-Centro Italia e quelle del Sud del Paese. La mortalita' neonatale, con un valore maggiore nelle regioni del meridione, e' responsabile della maggior parte di tale mortalita'; nel Sud Italia un bambino ogni duecento muore entro il primo anno di eta', mentre al Nord ne muore uno ogni trecento. I dati mostrano come le regioni del Sud Italia evidenzino livelli di mortalita' perinatale e neonatale tra i piu' alti di tutta l'Unione europea, compresi i Paesi di recente ingresso: Slovenia, Ungheria, Repubbliche Ceca e Slovacchia mostrano, infatti, a oggi indicatori migliori delle regioni meridionali italiane, pur in presenza di livelli socioeconomici meno favorevoli; il tasso di mortalita' infantile e' un indicatore della salute del neonato, del bambino e della qualita' delle cure materne e infantili. È anche considerato una misura della salute della popolazione, essendo correlato alle condizioni socioeconomiche, ambientali, culturali oltre che alle condizioni sanitarie del territorio: rappresenta quindi un indice della buona qualita' dell'assistenza sanitaria; attraverso l'analisi della mortalita' infantile e' possibile, infatti, fornire una prima valutazione sullo stato di salute della popolazione. La disponibilita' di informazioni accurate su questo indicatore sanitario riferito ad un'area geografica risulta preziosa per programmare interventi preventivi e contribuire a razionalizzare, limitatamente a questo fenomeno, la spesa sanitaria; e' possibile scomporre la mortalita' infantile in diversi periodi: il periodo neonatale (entro il primo mese di vita) e quello post-neonatale (dopo il primo mese di vita) dal momento che i fattori che influiscono nella mortalita' nei due periodi sono diversi e l'andamento della mortalita' non e' omogeneo. Nel periodo neonatale prevalgono cause biologiche legate allo stato di salute della madre durante la gestazione, il parto e alla salute del neonato (presenza di malformazioni congenite incompatibili o a rischio per la vita); in questo periodo e' significativo il livello di assistenza sanitaria e la disponibilita' o meno di adeguati interventi terapeutici; la medicina preventiva prenatale puo' offrire un contributo per limitare l'impatto di questi fattori di rischio. La mortalita' post-neonatale e' maggiormente condizionata da fattori ambientali, strettamente associati alle condizioni di vita del bambino piuttosto che all'esistenza o meno di un livello sanitario adeguato; nel nostro Paese l'incidenza dei neonati di basso peso si e' dimezzata nell'ultimo trentennio e ha raggiunto il valore medio europeo (6 per cento), persistendo - tuttavia - un gradiente tra regioni meridionali e settentrionali; a fronte di un aumento, negli ultimi dieci anni, dei parti prematuri del venti per cento nei Paesi industrializzati, in Italia le nascite pretermine raggiungono la percentuale del 6,8 per cento: i bimbi nati prima della trentottesima settimana sono circa cinquantamila all'anno con una media di decessi, entro il primo mese di vita, del 2,7 per mille bambini; negli ultimi anni si e' verificato, altresi', un progressivo aumento dei parti gemellari causato dall'aumento dell'eta' materna, ma soprattutto dal frequente ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita: in Italia circa il 3 per cento di tutti i nati nascono da gravidanze multiple; in questo quadro va, altresi', considerata l'incidenza del fenomeno dell'immigrazione: nel 2008 secondo dati Istat i figli di donne straniere sono stati il 12,6 per cento di tutti i nati italiani (570 mila). Questi neonati - pur nascendo da donne piu' giovani delle italiane - sono esposti a maggior rischio di malattia sia in epoca prenatale che postnatale (si tratta di bambini che con piu' frequenza nascono prematuri, hanno spesso un basso peso alla nascita e sono soggetti ad una serie di affezioni patologiche, come traumi al parto, depressione alla nascita, disturbi metabolici, allo immunizzazione Rh e malformazioni) e, di conseguenza, presentano una piu' elevata mortalita' neonatale. Emblematica, in questo contesto la situazione della regione Lazio dove su 55 mila bambini che nascono ogni anno (siamo in una regione in cui, tra il 2000 e il 2007, si e' registrato un forte incremento della natalita': 6.300 nascite in piu' il 20 per cento sono figli di donne immigrate e dove, purtroppo, i decessi nel primo mese di vita sono il 3,2 per mille bimbi (a fronte di una media nazionale del 2,7): un dato preoccupante se confrontato con quello della regione Lombardia (2,2 per mille bimbi); si puo' ipotizzare che l'aumento del rischio, osservato in questa popolazione, dipenda da una serie di condizioni legate allo svantaggio sociale, economico e culturale; occorre, alla luce di questi dati, dedicare tutti gli sforzi possibili ad un miglioramento delle cure perinatali e neonatologiche, le sole in grado di garantire il massimo potenziale di salute del feto, del neonato e della mamma; una particolare attenzione deve essere posta nella riduzione delle diseguaglianze nei tassi di mortalita' infantile neonatale nelle regioni meridionali, legate a fattori socioeconomici (ad esempio livelli piu' bassi di reddito e di scolarizzazione), ma anche a fattori organizzativi e gestionali, quali: la carenza delle strutture consultoriali, la mancata concentrazione delle gravidanze a rischio, l'incompleta o la mancata attivazione del sistema del trasporto assistito del neonato (STEN), la mancanza di una guardia attiva medico-ostetrica e pediatrico-neonatologica 24 ore su 24 e', infine, la mancata razionalizzazione della rete dei punti nascita; la citata crescita del numero dei parti pretermine dovrebbe portare, inoltre, ad un ripensamento nell'organizzazione delle UTIN (unita' di terapia intensiva neonatale) nonche' ad un loro potenziamento, attraverso l'aumento dei posti letto e la dotazione delle strutture delle piu' moderne tecnologie; tali obiettivi sono indicati dal piano sanitario nazionale 2008-2010 tra le priorita' del servizio sanitario nazionale per quanto riguarda la salute nei primi anni di vita, nell'infanzia e l'adolescenza, impegna il Governo: ad adottare, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto delle competenze attribuite alle regioni e agli enti locali dalla legislazione vigente, - anche di natura economica - finalizzate a migliorare l'efficienza e l'efficacia su tutto il territorio nazionale del sistema delle cure perinatali e neonatali, con particolare attenzione: a) alla riduzione del numero dei punti nascita, attraverso l'accorpamento di quelli con un numero di parti insufficiente a garantire un adeguato auto-addestramento degli operatori; b) alla presenza della guardia medica ostetrica e ginecologica e di pediatri neonatologi 24 ore su 24 in tutti i punti nascita; c) alla emanazione di linee-guida relative al trasporto in utero (STAM) verso i centri di 3 o livello, nelle gravidanze a rischio materno e/o fetale; d) alla diffusione del Servizio di trasporto d'emergenza neonatale (STEN); e) al miglioramento strutturale e delle dotazioni tecnologiche e del personale di assistenza dei Centri di 3 o livello (unita' operative ostetriche di terapia intensiva neonatale). (1-00335) «Marinello, Toccafondi, Pagano, Lo Presti, Gioacchino Alfano, Romele, Traversa, Biancofiore, Marsilio, De Angelis, Vincenzo Antonio Fontana, La Loggia, Soglia, Zorzato, Mario Pepe (PdL), Girlanda, Mussolini, Giammanco, Bocciardo, Castellani, De Luca, Barani, Germana', Carlucci»." . "FONTANA VINCENZO ANTONIO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . . "ROMELE GIUSEPPE (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "1/00335" . . . . "MARSILIO MARCO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "GIRLANDA ROCCO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . . "ALFANO GIOACCHINO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "TOCCAFONDI GABRIELE (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "20100303-" . . . . "CASTELLANI CARLA (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "TRAVERSA MICHELE (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "DE LUCA FRANCESCO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "MOZIONE 1/00335 presentata da MARINELLO GIUSEPPE FRANCESCO MARIA (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20100303" . "MOZIONE 1/00335 presentata da MARINELLO GIUSEPPE FRANCESCO MARIA (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20100303"^^ . . . . "BOCCIARDO MARIELLA (POPOLO DELLA LIBERTA')" . . .