MOZIONE 1/00167 presentata da POLI BORTONE ADRIANA (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19930420

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La Camera, considerato: che i pubblici poteri si interessano alle condizioni di vita delle famiglie e cercano di migliorarle con tutta una gamma di misure che vanno dal settore della sicurezza sociale al diritto di famiglia passando per i regimi fiscali; che gran parte della letteratura sulla cosiddetta "crisi della famiglia" ha espresso due tendenze opposte per cui, da un lato, la crisi e' stata sopravvalutata come se la famiglia stesse scomparendo mentre, dall'altro, e' stata negata, con l'asserzione che la famiglia ci sara' e sempre, ma senza rendersi conto di cio' che stava cambiando, tanto che diventa urgente affrontare la crisi della famiglia come un problema sociale e non solo di opinioni, di aspetti culturali o stati psicologici; che il numero totale delle famiglie aumenta notevolmente (dal 1971 al 1981 c'e' stato un incremento del 16,6 per cento), mentre la popolazione indica che la diminuzione numerica nella composizione media della famiglia non va interpretata tanto o soltanto come un deficit quanto piuttosto come moltiplicazione delle famiglie multiple; che rispetto alle forme familiari, l'ISTAT ha adottato una classificazione basata sul concetto di nucleo familiare, in quanto la classificazione delle famiglie secondo la tipologia di censimento non e' piu' in grado di cogliere il fenomeno della crescente differenziazione delle forme familiari; che la diversa classificazione permette una migliore osservazione sulle effettive situazioni di coabitazione; che nel nostro Paese, risulta esserci un numero ancora limitato di famiglie unipersonali, di nuclei monogenitore ed anche di unioni libere, mentre i cambiamenti piu' vistosi si hanno nella stratificazione sociale in rapporto alla condizione professionale del "capofamiglia" o della persona principale di riferimento, tanto che si puo' rilevare che, nell'arco di tempo compreaso tra il 1951 ed il 1983, sono cresciute le famiglie della borghesia (imprenditori, liberi professionisti, dirigenti) e le famiglie di classe media urbana (impiegati pubblici e privati, artigiani, negozianti eccetera), mentre le famiglie di classe operaia (operai, industriali agricoli e salariati) sono diminuite e sembrano stabilizzarsi. Per contro decrescono rapidamente le famiglie rurali (coltivatori diretti), e si ha uno "spostamento verso l'"alto" della stratificazione sociale; che molte modificazioni e problematiche della questione "famiglia" si possono individuare nel divario crescente tra famiglie borghesi che sono emergenti, con il loro tenore di vita privatistico centrato sul successo, e famiglie di classe "bassa o marginale" che "restano indietro" rispetto ai processi di modernizzazione o di aggancio alle nuove opportunita' di vita; che rispetto agli orientamenti di valore, la famiglia italiana ha accentuato le sue "preoccupazioni" economiche a scapito di quelle comunicative e relazionali, con conseguente affievolimento delle motivazioni sociali, di etica e di servizio solidaristico, ma divenendo piu' sensibile al tema dell'educazione dei figli, con la ricerca di nuove forme di gestione di strutture educative, specie di quelle per l'infanzia, in cui i genitori assumono un ruolo piu' attivo sia in termini di imprenditorialita' sia di cogestione e cooperazione di servizio per cui, nonostante la crisi dello Stato sociale, le famiglie italiane chiedono utilizzazioni crescenti nell'uso dei servizi sociali e sanitari e, dove il settore pubblico non e' sufficiente, si sviluppa il ricorso al privato tanto che l'aumento di complessita' sociale ha significato per la famiglia, nel campo dei servizi alla persona, la ricerca di soluzioni alternative ai servizi pubblici, per poter far fronte ai bisogni di vita quotidiana; che si deve prendere atto del cambiamento dell'approccio alla salute ed alla domanda sociale relativa per cui, mentre nella famiglia italiana si registra un miglior livello di salute fisica e contemporaneamente crescono le patologie relazionali derivanti da rapporti sociali ed intersoggettivi deboli o comunque problematici, il sistema sanitario continua a ignorare la famiglia come soggetto di salute-malattia; che non puo' essere ignorato che la famiglia, al di la' della tendenza a darsi delle regole proprie di privatizzazione e di isolamento, tuttavia continua a svolgere una ampia gamma di funzioni sociali per cui le risposte di chi cerca soluzioni nella direzione della famiglia, devono essere trovate attraverso una valorizzazione democratica e pluralistica della famiglia, stessa riconoscendole la necessita' di essere soggetto di reciprocita' nei rapporti con un'amministrazione pubblica efficiente equa, razionale e non di essere beneficiaria di sola assistenza, per cui il problema che si pone e' quello della giustizia sociale, distributiva e redistributiva verso le famiglie, a seconda della loro composizione e delle funzioni sociali che assumono per autonoma decisione. In tal modo i sistemi di intervento sociale per la famiglia non possono piu' essere quelli sin qui seguiti, ma occorrono interventi di "guida relazionale" e la creazione di condizioni per l'affermarsi di un concetto sociale favorevole all'incontro, al dialogo, alla solidarieta' familiare, attraverso organizzazioni di comunita' e forme associative al fine di realizzare programmi di "guida relazionale"; che la funzione sociale che la famiglia e' andata assumendo nel corso degli anni dimostra che il rapporto familiare rappresenta anche strumento per la tutela di interessi superindividuali; che la Convenzione dei diritti dell'uomo all'articolo 8 tutela il diritto al rispetto dell'unita' familiare come un diritto di liberta' e l'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo regola il diritto della famiglia ad essere protetta dalla societa' e dallo Stato; che l'articolo 29 della Costituzione italiana riconosce: "i diritti della famiglia come societa' naturale fondata sul matrimonio"; che l'articolo 2 della Costituzione italiana "riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali"; che l'articolo 31 prevede "la Repubblica agevola con misure economiche ed altre provvidenze la formazione della famiglia"; che, in questa ottica, va affrontato qualsiasi problema riguardante la famiglia per cui lo Stato non puo' rimanere insensibile alle continue variazioni del costume e pertanto si: impegna il Governo a considerare: che la famiglia fondata sul matrimonio e' soggetto giuridico ed e pertanto titolare di diritti e destinataria di tutela da parte dello Stato; che lo Stato riconosce la famiglia come entita' originaria e ne regola e rispetta l'autonomia giuridica, etica, sociale ed economica; che lo Stato riconosce altresi' nella famiglia un elemento necessario per la propria esistenza e stabilita'; che la famiglia, nella propria integrita', ha un ruolo strumentale rispetto agli individui che la compongono; che lo Stato rimuove gli impedimenti sociali ed economici che ostano al godimento dei diritti sia alla famiglia d'origine, sia alla famiglia non originaria; che lo Stato promuove la omogeneita' della famiglia, riconoscendo e tutelando la necessita' della compresenza nell'ambito della compagine familiare di piu' generazioni, intervenendo con azioni positive nei confronti degli anziani; che occorre definire, attraverso chiare linee di politica economica e sociale: a) interventi in favore del lavoro casalingo, della tutela della maternita', degli assegni familiari, del minimo vitale per l'infanzia; b) il diritto della famiglia a garantire ai minori un adeguato sviluppo fisico e morale, sia attraverso sostegni economici, sia attraverso sostegni mirati (consultori, asili nido, eccetera); c) il diritto della famiglia ad essere supportata in presenza di situazioni patologiche (minori handicappati, deviati, tossicodipendenti), con l'obiettivo di evitare al massimo l'istituzionalizzazione come risposta ai problemi; d) revisione delle norme sul collocamento e, piu' in generale, sul diritto al lavoro finalizzato a garantire l'unita' familiare (garanzia di almeno uno stipendio, regolamentazione del part-time, sedi di lavoro, congedi parentali, ferie familiari); e) revisione delle norme sui consultori esaltando di questi la funzione etico-sociale; f) definizione degli interventi di sostegno del privato sociale; g) revisione della politica per il diritto all'abitazione; h) attenzione alla creazione di rapporti integrati fra la famiglia, la scuola e gli enti locali; i) il controllo sui mass-media per adeguare i programmi radiotelevisivi a tutte le esigenze generazionali, nel rispetto costante della dignita' della persona; a tal fine il controllo va esteso alla stampa ed alla cinematografia; l) individuazione di nuovi strumenti fiscali anche in previsione di diversi criteri di valutazione della famiglia come unita' impositiva (defiscalizzazione delle spese per educazione ed istruzione, eccetera); che deve essere adeguata la politica dei trasporti, del turismo e dello spettacolo, delle nuove esigenze di conoscenza e di crescita culturale della famiglia; che bisogna procedere all'educazione al risparmio attraverso programmi concertati fra istituzioni, enti, associazioni; che occorre individuare, analogamente ad altri Paesi della Comunita' europea, un Ministero ad hoc per coordinare le azioni programmatiche, di controllo e vigilanza della politica per la famiglia. (1-00167)
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AGOSTINACCHIO PAOLO ANTONIO MARIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
PATARINO CARMINE SANTO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
MARTINAT UGO GIOVANNI (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
LA RUSSA IGNAZIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
MUSSOLINI ALESSANDRA (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
CONTI GIULIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
LO PORTO GUIDO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
MARENCO FRANCESCO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
GASPARRI MAURIZIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
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