MOZIONE 1/00160 presentata da FRANCI CLAUDIO (MISTO-COMUNISTI ITALIANI) in data 13/02/2003

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Mozione Atto Camera Mozione 1-00160 presentata da CLAUDIO FRANCI mercoledì 19 febbraio 2003 nella seduta n. 268 La Camera, premesso che: il settore della pesca e dell'acquacoltura vive ormai da tempo un processo di profonda ristrutturazione e riorganizzazione, sollecitata dalle scelte politiche dell'Unione europea che hanno suscitato non poche perplessità nel settore; la legge finanziaria per il 2003, per il secondo anno consecutivo, ha ignorato completamente il settore, operando una significativa riduzione delle risorse, passando dai 118 miliardi di vecchie lire ai 93 per l'annualità 2003, e riducendo ulteriormente gli stanziamenti per il futuro, fino al loro azzeramento nel 2005 per quanto riguarda le spese di investimento del VII piano triennale (tabella F); gli impegni assunti dal Governo in sede di discussione della legge finanziaria sull'estensione degli sgravi fiscali e previdenziali contenuti nella legge n. 30 del 1998 alle attività che esercitano la pesca nelle acque interne e lagunari non hanno trovato concretizzazione ed ancora incerta e la possibilità di utilizzo per la pesca costiera, mentre la stessa legge finanziaria per il 2003 ha esteso positivamente i medesimi benefici al cabotaggio; l'accesso del settore al credito di imposta, ai fondi per lo sviluppo delle qualità e del rafforzamento della filiera agroalimentare attraverso i contratti di programma è stato escluso dalla legge finanziaria per il 2003: unico settore che, fino ad oggi, non ha usufruito di queste opportunità, benché siano stati presentati progetti allo stato ancora giacenti presso il ministero delle attività produttive; la gestione delle misure relative al fermo di pesca stanno incontrando forti ritardi ed incertezze nei pagamenti degli indennizzi per il 2001, mentre per il 2002 la dotazione finanziaria disponibile è stata ridotta del cinquanta per cento dal decreto cosiddetto «taglia-spese», a fermo già effettuato e per il 2003 il tema dell'arresto temporaneo non è ancora stato neppure affrontato; le misure a favore dell'ammodernamento della flotta peschereccia assunte nella legge finanziaria per il 2002 per l'installazione di blue box hanno escluso tutte le imbarcazioni al di sotto dei diciotto metri, che rappresentano la maggioranza della flotta peschereccia nazionale, quando a decorrere dal 1 o gennaio 2005 l'obbligo delle blue boxes sarà esteso a tutte le unità da pesca di lunghezza superiore a 15 metri; le misure previste dalla legge di orientamento volte a qualificare il settore non sono state rifinanziate, in attesa del settimo piano triennale del quale non si conoscono ad oggi i contenuti; i ritardi accumulati per la stesura del settimo piano triennale della pesca, slittato al dicembre 2003, e la mancanza di indirizzi strategici creano grande preoccupazione nel settore; il provvedimento relativo alle reti derivanti continua a creare forti tensioni per l'insufficienza delle risorse destinate agli indennizzi e per l'assenza di iniziative concrete di riconversione e di ricerca di soluzioni in grado di poter salvaguardare un patrimonio economico ed umano rilevante per l'economia di alcune regioni del Paese; il problema delle ferettare (un sistema di pesca concesso anche alle spadare in riconversione) che interessa centinaia di imprese, soprattutto nel Mezzogiorno, è attualmente sottoposto a limitazioni eccessive che lo rendono infruttuoso e ne impediscono di fatto l'operatività, mentre sarebbe sufficiente ricondurre le regole a quelle già vigenti a livello europeo (regolamento comunitario n. 894 del 1997); i regolamenti approvati a fine anno in sede comunitaria (nn. 2369, 2370, 2371), che comunque sanciscono la fine degli aiuti comunitari per l'ammodernamento della flotta nel 2005 e, più in generale, la riforma della politica comune della pesca con il preventivo piano d'azione per il mediterraneo, se da un lato compiono un passo in avanti nel riconoscimento positivo della specificità dell'area, dall'altro abbisognano peculiarità e specificità del bacino rischia di rimanere un puro fatto teorico; le emergenze sanitarie di queste settimane con il sequestro dei prodotti di importazione sollecitano iniziative del Governo volte a rafforzare i controlli, nonché le politiche a sostegno della qualità della filiera ittica del nostro Paese; il Governo di centrosinistra aveva iniziato a misurarsi con la necessità di procedere ad un processo di ristrutturazione e riqualificazione del comparto che ponesse al centro dell'attenzione la qualità dei prodotti e le esigenze di consolidamento delle imprese del settore, spesso sottocapitalizzate e deboli nei confronti del sistema creditizio, e si avviava a fornire risposte concrete ad una crisi sempre più evidente del settore: a) assumendo il valore della pesca responsabile come guida di riferimento; b) riconoscendo l'importanza strategica del settore della filiera agroalimentare ed avviando conseguentemente: 1) misure politiche volte a promuovere la diversificazione dell'attività del pescatore, potenziandone la multifunzionalità, la qualificazione delle imprese e dell'associazionismo, in accordo con il decreto legislativo n. 226 del 2001; 2) rafforzando il ruolo della ricerca scientifica a supporto di una politica di pesca responsabile e assumendo misure di incentivazione volte a sostenere la specificità del sistema peschereccio del Paese, caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese; i fatti, fino a oggi, non sembrano essere all'altezza delle aspettative, come hanno dimostrato gli impegni disattesi durante l'esame della legge finanziaria per il 2003 ed il comportamento contraddittorio del Governo, incapace di trovare la copertura finanziaria necessaria all'attuazione di misure da esso stesso proposte; il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea può rappresentare un momento qualificante per aprire un confronto su una politica di pesca comune nel Mediterraneo; in tale semestre, la conferenza interministeriale mediterranea costituirà un momento significativo al fine di: 1) affrontare e risolvere problemi fondamentali per il futuro del settore, come la legge n. 30 del 1998, il piano d'azione per il Mediterraneo e le pesche speciali, dalle quali dipende la sopravvivenza di migliaia di imprese, il riesame del dossier sulle reti derivanti; 2) delineare le linea di costruzione dell'area del Mediterraneo come area di libero scambio (appuntamento previsto per il 2010); 3) ridefinire nuove relazioni con i Paesi rivieraschi, al fine di avviare una gestione comune delle risorse del Mediterraneo, come area di cooperazione internazionale; 4) rilanciare una politica in grado di affrontare complessivamente i problemi aperti in quest'area dall'antropizzazione delle coste, al complesso delle attività che si svolgono nel Mediterraneo, fino alle problematiche degli accordi di pesca con i paesi terzi; 5) ridefinire un ruolo dell'attività di pesca e del pescatore nell'economia ittica e del mare, che costituisce parte importante dell'identità del Paese e caratterizza la filiera agro alimentare dell'Italia, nonché le tradizioni e la cultura del Paese; impegna il Governo in vista della conferenza interministeriale mediterranea, che dovrà tenersi entro il mese di ottobre del 2003, e dell'adozione del settimo piano triennale della pesca, ad adottare - anche attraverso un confronto con le istituzione e le parti sociali - iniziative legislative, nonché a reperire adeguate risorse economiche al fine di: a) riconoscere la centralità della cooperazione peschereccia, che rappresenta l'ottanta per cento del settore, e la tutela della rappresentanza nazionale e unitaria delle associazioni; b) definire le politiche di ammodernamento della flotta peschereccia nazionale in armonia con normative comunitarie; c) riorganizzare il settore, sviluppando la multifunzionalità dell'attività del pescatore attraverso il pesca turismo, l'ittiturismo e l'acquacoltura; d) qualificare la filiera ittica, la tracciabilità e i marchi di produzione con la definizione e l'accompagnamento del processo di trasferimento di funzioni alle regioni, in ottemperanza alle modifiche costituzionali intervenute; e) ristrutturare e modernizzare il sistema di commercializzazione e di distribuzione del pescato; f) gestire emergenze del settore; g) definire le linee attuative dei regolamenti specifici per il mediterraneo; h) semplificare le norme burocratiche ed amministrative di settore; i) sostenere il ricambio generazionale anche attraverso la promozione del rifinanziamento del prestito d'onore estero ai giovani disoccupati; l) rilanciare la funziona e della ricerca a sostegno di una politica di pesca responsabile nel mediterraneo; m) esaminare tutte le problematiche di carattere tecnico e normativo che coinvolgono il settore, le imprese e gli operatore ittici n) programmare un nuovo sistema in conformità con il trattato UE mirante alla migliore organizzazione dei tempi e dello sforzo di pesca. (1-00160) «Franci, Rava, Marcora, Albertini, Rossiello, Preda, Sedioli, Minniti, Ruggieri, Crisci, Fluvi, Cima».
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MOZIONE 1/00160 presentata da FRANCI CLAUDIO (MISTO-COMUNISTI ITALIANI) in data 13/02/2003 
MOZIONE 
CRISCI NICOLA (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
FLUVI ALBERTO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
MARCORA LUCA (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) 
MINNITI MARCO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
PREDA ALDO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
RAVA LINO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
RUGGIERI ORLANDO (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) 
SEDIOLI SAURO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
ROSSIELLO GIUSEPPE (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
ALBERTINI GIUSEPPE (MISTO-SOCIALISTI DEMOCRATICI ITALIANI) 
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FRANCI CLAUDIO (MISTO-COMUNISTI ITALIANI) 

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