MOZIONE 1/00140 presentata da BERTINOTTI FAUSTO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19970407

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La Camera, considerato che: la situazione in Albania e' gravissima e rischia, in assenza di un processo di pacificazione e di transizione democratica, di degenerare ulteriormente in un'aperta guerra civile; senza la rimozione delle principali cause di tale situazione, una missione militare di alcuni paesi europei, anche se all'interno di un mandato Onu, rischia di aggravare e complicare ulteriormente la situazione albanese; l'Unione europea ha dimostrato scarso interesse per la crisi albanese dando l'impressione all'opinione pubblica internazionale, albanese e italiana di considerare le vicende che hanno travagliato l'Albania come una faccenda prevalentemente o esclusivamente italiana; i governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni hanno compiuto numerosi errori nella conduzione della politica estera relativa all'Albania, i principali dei quali sono cosi' riassumibili: aver sostenuto politicamente un regime autoritario, arrivando prima ad aiutare la campagna elettorale dell'allora candidato alla presidenza Berisha con l'intervento attivo dell'ambasciatore della Repubblica italiana; vi e' stata perfino una visita ufficiale del Presidente della Repubblica italiana, nel corso della quale Berisha e' stato addirittura insignito di una delle piu' alte onorificenze dello Stato italiano; aver sottovalutato e minimizzato i brogli elettorali e il clima di intimidazione e violenza messo in atto dal Partito democratico di Berisha (denunciati e documentati dagli osservatori Osce, del Parlamento europeo e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti) limitandosi, per lunghissimi mesi, a proporre un dialogo tra l'opposizione democratica albanese e il regime; aver volutamente ignorato l'affermarsi delle finanziarie piramidali, sviluppatesi in connivenza con il regime e con la malavita organizzata albanese e italiana, fino al loro conclamato fallimento, e limitandosi ad inviare una nota diplomatica assolutamente inefficace perche' prodotta nel corso del fallimento stesso; aver favorito interventi economici e imprenditoriali piu' simili a un vero e proprio arrembaggio che non ad aiuti e ad iniziative tese alla costruzione di una sana economia in un paese fortemente provato da decenni di autarchia imposta da un regime chiuso e autoritario; nel corso della rivolta popolare a seguito del fallimento delle finanziarie piramidali, aver prelevato e trasportato in Italia su unita' della Marina militare uomini del famigerato servizio segreto albanese, dignitari del regime e perfino parenti di Sali Berisha, incoraggiando in questo modo un esodo di veri profughi bisognosi di aiuti; aver continuato a considerare un interlocutore legittimo Sali Berisha anche dopo che quest'ultimo aveva perso ogni consenso, il controllo della polizia e delle forze armate, e cioe' quando era evidente al mondo intero che la permanenza di Berisha nella carica di presidente (oltretutto riconfermata per cinque anni da un parlamento privo di ogni rappresentativita' nel corso stesso della rivolta) sarebbe stata causa di ulteriori rivolte e violenze; aver improvvisamente mutato la politica di accoglienza, anche se giustamente accompagnata da una selezione tesa a impedire inquinamenti criminali, in un tentativo di contenimento del fenomeno con mezzi militari, determinando in questo modo il presupposto della tragica morte di decine di profughi albanesi; non sono mancate iniziative politiche e diplomatiche positive e apprezzabili, tanto da parte del Governo come delle forze politiche della maggioranza parlamentare, anche se fortemente inficiate e spesso rese vane da ambiguita' e contraddizioni riconducibili agli errori sopraelencati; il mancato impegno di tutti i paesi dell'Unione europea sia nell'accoglienza dei profughi sia nell'approntamento della missione militare, il clima di avversione e risentimento nei confronti dell'Italia e segnatamente delle forze armate italiane da parte di gran parte della popolazione albanese, i palesi tentativi di Berisha di trarre vantaggi da una missione militare che infatti invoca a gran voce, accompagnati da ripetuti atti tesi a delegittimare il governo Fino, consigliano un profondo mutamento della linea di politica estera fin qui tenuta dal Governo italiano; impegna il Governo: 1) a proporre al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite la nomina di un rappresentante ad hoc dell'Onu per la crisi albanese che affianchi il rappresentante dell'Osce nello sforzo di una soluzione negoziale della crisi stessa; 2) a disconoscere apertamente la legittimita' della presidenza di Sali Berisha, dichiarando che comunque in nessun caso quest'ultimo sara' considerato interlocutore del Governo italiano; 3) a rimuovere immediatamente il "pattugliamento navale" in atto, ordinando alla Marina militare e ai mezzi navali a disposizione del ministero dell'interno un'intensa opera di vigilanza al solo scopo di soccorrere eventuali imbarcazioni in difficolta'; 4) a fornire ogni assistenza e sostegno politico al governo Fino e alla sua opera di pacificazione del paese, al fine di scongiurare in ogni modo il pericolo di ulteriori degenerazioni della situazione albanese e di preparare al piu' presto nuove elezioni generali, effettivamente libere e democratiche, da tenersi comunque sotto la supervisione di osservatori internazionali dell'Onu, dell'Osce, dell'Unione europea e di quanti parlamenti nazionali democratici intendessero impegnarsi; 5) a mobilitare, ottenendo l'impegno anche di tutti i paesi dell'Unione europea, tutte le strutture necessarie a garantire una civile accoglienza per i profughi albanesi, disponendo una loro distribuzione su tutto il territorio nazionale, fornendo un permesso di soggiorno limitato e temporaneo, rinnovabile fino al venir meno dell'emergenza in Albania, assicurando alla giustizia eventuali elementi criminali e provvedendo alla loro espulsione, ascoltando su ogni caso il parere dell'Acnur; 6) a compiere gesti unilaterali e inequivocabilmente riparatori delle tragiche conseguenze prodotte dal "pattugliamento navale" a fini di giustizia e di rimuovere ogni possibile ostilita' dell'amico popolo albanese nei confronti dell'Italia; 7) a rinviare la prevista missione militare del tempo necessario a realizzare i punti 1, 2, 3, 4 e 6 utilizzando questo tempo sia per indurre tutti i paesi dell'Unione europea ad assumersi le proprie responsabilita' sia per definirne con estrema chiarezza il carattere esclusivamente umanitario; 8) a proporre all'Unione europea l'approntamento di un piano di aiuti economici e umanitari per l'Albania, al fine di favorirne uno sviluppo sostenibile ed evitando esplicitamente, anche con forti disincentivazioni, interventi privati di tipo speculativo o comunque connessi a un peggioramento delle condizioni di lavoro delle maestranze albanesi; 9) ad istituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, sul modello della legge n. 390 del 1992, un tavolo di coordinamento tra governo, enti locali, organizzazioni non governative e volontariato per l'accoglienza dei profughi, oltre che per coordinare i progetti di aiuto e di cooperazione allo sviluppo. (1-00140)
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MOZIONE 1/00140 presentata da BERTINOTTI FAUSTO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19970407 
MOZIONE 
SAIA ANTONIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
NARDINI MARIA CELESTE (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
COSSUTTA MAURA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
COSSUTTA ARMANDO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
GIORDANO FRANCESCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
GRIMALDI TULLIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
BOGHETTA UGO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
MELONI GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
ORTOLANO DARIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
LENTI MARIA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
MANTOVANI RAMON (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
MUZIO ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
NESI NERIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
BONATO FRANCESCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
RIZZO MARCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
ROSSI EDO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
DE MURTAS GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
GALDELLI PRIMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
SANTOLI EMILIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
PISAPIA GIULIANO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
CANGEMI LUCA ANTONIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
STRAMBI ALFREDO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
PISTONE GABRIELLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
BRUNO EDUARDO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
DILIBERTO OLIVIERO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
BRUNETTI MARIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
MICHELANGELI MARIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
CARAZZI MARIA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
DE CESARIS WALTER (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
MALENTACCHI GIORGIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
MORONI ROSANNA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 
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BERTINOTTI FAUSTO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) 

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