MOZIONE 1/00135 presentata da D'ALEMA MASSIMO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19930128
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic1_00135_11 an entity of type: aic
La Camera, premesso che: nell'area campana, negli ultimi anni, e' cresciuto, in modo preoccupante, un fenomeno di progressivo declino della base industriale e di pericoloso aggravamento dei problemi occupazionali; gli indicatori economici evidenziano con chiarezza la tendenza recessiva in atto nell'apparato produttivo regionale e il suo carattere qualitativo nuovo e piu' grave rispetto al passato e ad altre aree del paese; la base occupazionale industriale, come e' noto, si e' ridotta nell'ambito regionale di oltre il 2 per cento, i cassintegrati hanno raggiunto le 40 mila unita'; si sono, inoltre perduti circa 8.000 posti di lavoro (di cui 3800 prepensionamenti e 4200 in lista di mobilita'); i lavoratori in lista di mobilita' in Campania sono circa 20 mila; l'indice della produzione industriale registra un ulteriore grave calo ('#2,5 per cento) rispetto al 91; l'aumento della CIG e' stato del 33,7 per cento per quella ordinaria e del 48 per cento per quella straordinaria ma non ha impedito l'espulsione ulteriore della forza lavoro esuberante; la previsione dei posti di lavoro a rischio supera le 50 mila unita'. Questa situazione ha gia' fatto innalzare il tasso di disoccupazione dal 21,4 per cento della forza lavoro al 22,3 per cento rispetto alla media nazionale dell'11 per cento. Naturalmente questo quadro rischia di aggravarsi in rapporto ai processi di privatizzazione messi in atto dal Governo; il processo di deindustrializzazione, determinato negli anni 80 nell'area campana in modo rilevante, dagli indirizzi negativi di politica industriale dell'IRI, delle partecipazioni statali e del Governo, e' stato devastante ed ha ulteriormente accentuato il divario economico, tecnologico-scientifico, innovativo, produttivo e sociale tra questa area del Mezzogiorno, le aree del Centro Nord e l'Europa; sono in crisi o in difficolta' sia settori tradizionali che strategici per l'economia nazionale e meridionale (ad esempio Cantieristica, Siderurgia, Materferro, Auto, aerospaziale, Agro-alimentare, impiantistica, tessile, ceramica) determinando ripercussioni gravissime sulle prospettive delle piccole e medie aziende della regione; quasi tutti gli impegni di sviluppo presi dall'IRI e dal Governo per l'area napoletana, a cominciare da quelli sottoscritti con le Organizzazioni sindacali per lo stabilimento ILVA di Bagnoli, sono stati incredibilmente disattesi; l'intensivita' e la simultaneita' di tali processi negativi nell'apparato industriale tende sempre di piu' a mettere in discussione identita', funzione e ruolo di tante aree urbane, citta' medie della nostra regione, come Castellammare, Torre Annunziata, Pozzuoli, Caserta, Area Orientale e Occidentale di Napoli, Casoria, Salerno, Agro Nocerino, Valle del Sele che vivono un drammatico degrado civile, sociale ed economico e subiscono il controllo e l'attacco della criminalita' organizzata; la crisi del sistema produttivo delle aree interne della regione ha raggiunto livelli allarmanti determinando situazioni di grave e diffuso disagio sociale con pesanti effetti sui redditi e sulla occupazione; in queste aree ad una contemporanea crisi di tutti i principali settori produttivi (Agricoltura, Artigianato, Commercio e Piccole e Medie Industrie) si aggiungono gli effetti negativi della politica economica del Governo e un calo drastico degli investimenti; in un contesto simile si registrano insopportabili e gravissime dismissioni industriali come la chiusura dello stabilimento Alfacavi di Airola (BN) con l'ipotesi di licenziamento di circa 450 lavoratori, deciso dal gruppo Pirelli Spa che nonostante le numerose commesse pubbliche (SIP, FFSS, ENEL, SIRTI, ITALTEL, Ministero della Difesa ed altri) si ritira di fatto dal Mezzogiorno chiudendo uno stabilimento tra i piu' produttivi e uno dei pochi adeguato alle norme per il sistema di garanzia e di qualita'; la crisi dell'industrializzazione del cratere (50 per cento delle aziende in crisi delle aree industriali di Buccino e Oliveto Citra in provincia di Salerno e decine di industrie in crisi in Irpinia) insieme al blocco delle attivita' di ricostruzione determinano, in assenza di proposte concrete, incertezze sul futuro occupazionale di centinaia di lavoratori; la struttura socio-economica della Provincia di Caserta continua a perdere colpi a causa della crisi dell'apparato industriale, in particolare nei settori delle telecomunicazioni, dell'informatica, della chimica (ultimi esempi ne sono le situazioni della Texas, della Kodac, della 3M, della Pierrel, della SIGE, della Olivetti); del mancato decollo di una politica agro-alimentare, dell'assenza delle partecipazioni statali (l'unica azienda: La Morteo sta per essere dismessa con gia' 300 dipendenti su 394 in Cassa integrazione guadagni); in particolare concorre a determinare la grave e preoccupante situazione in atto, la crescente espansione della criminalita' organizzata con il suo carico di omicidi, attentati, estorsioni nei confronti dei ceti produttivi; la scelta di dismissioni e di privatizzazioni di aziende pubbliche da parte del Governo, avulse da chiari orientamenti di politica industriale, sta accelerando la crisi produttiva e occupazionale di moltissime aziende. Appare del tutto evidente che le conseguenze di tale processo si ripercuoteranno negativamente soprattutto nelle aree meridionali, aree in cui, come e' noto, la presenza dell'apparato pubblico ha avuto ed ha un peso rilevantissimo. un esempio emblematico che la strada da seguire non puo' essere quella perseguita dal Governo e dagli Enti, e' rappresentato dalla vicenda SME. Il tentativo di vendere per pezzi la SME, infatti, rischia da una parte di consegnare un settore strategico al mercato estero e dall'altro di lasciar cadere l'obiettivo della costituzione del Polo-agroindustriale. Tale obiettivo strategico deve essere invece mantenuto anche attraverso un giusto equilibrio tra pubblico e privato; l'orientamento dell'IRI, indirizzato ad una iniziativa nel settore dei servizi e delle infrastrutture, non ha rappresentato un contributo effettivo alla crescita di un qualificato tessuto produttivo in mancanza di investimenti innovativi nell'industria; si vuole scongiurare tale prospettiva di degrado produttivo e occupazionale dell'area campana e assicurare una significativa ripresa della presenza manifatturiera e dei servizi avanzati nell'area napoletana e campana impegna il Governo a: 1) impedire che la ristrutturazione settoriale prevista dal piano di privatizzazione del Governo penalizzi ulteriormente l'area campana e il Mezzogiorno. Compiere invece scelte che puntino a potenziare il sistema industriale, a rilanciare e qualificare l'apparato produttivo e occupazionale di Napoli e della Campania; 2) destinare le nuove risorse, cosi' come previsto dalla legge 488, per l'intervento nelle aree economicamente depresse, interamente allo sviluppo industriale; tali risorse devono servire non solo per gli accordi di programma con le grandi imprese ma devono essere utilizzate per sostenere lo sviluppo e l'innovazione della piccola e media impresa campana e meridionale; il sostegno e la promozione di un tessuto innovativo di piccole e medie imprese va anche realizzato con una profonda modifica del sistema di incentivi. E' necessario inoltre, che il Governo intervenga perche' la regione Campania assolva ad un ruolo positivo per questi settori per superare i gravi ritardi che ha accumulato su tali questioni; 3) sviluppare attraverso nuovi investimenti - soprattutto dopo le recenti inaccettabili decisioni dell'Alenia che colpiscono in particolar modo gli stabilimenti e i lavoratori dell'area napoletana - e con adeguate leggi nazionali di sostegno al settore, un qualificato "Polo Aerospaziale" nell'area campana, esaltando le importanti potenzialita' presenti nella regione, definendo chiare missioni produttive per gli stabilimenti napoletani, superando i ritardi nella realizzazione del CIRA a Caserta, rispettando gli impegni alla reindustrializzazione a cui e' interessata l'Alenia nel napoletano; 4) puntare allo sviluppo di un qualificato Polo Avio-motoristico, tenendo conto della grande esperienza e qualificazione di una azienda come l'Alfa Avio di Pomigliano e di importanti aziende dello stesso comparto come la Piaggio e l'Agusta; avviare un confronto con la FIAT Auto per superare l'attuale crisi industriale e per assicurare agli stabilimenti napoletani e campani prospettive serie e credibili sia sui programmi produttivi che sull'occupazione, evitando che i nuovi stabilimenti di Melfi e di Avellino determinino ulteriori perdite produttive e occupazionali nello stabilimento di Pomigliano d'Arco; 5) rispettare gli impegni occupazionali e produttivi sottoscritti con le Organizzazioni sindacali per lo stabilimento ILVA di Bagnoli; realizzare (superando i ritardi, le ambiguita' e le incertezze che hanno caratterizzato la sua attuazione) il piano di reindustrializzazione siderurgica previsto nell'area napoletana. Il rispetto di questi impegni e l'immediata attuazione degli interventi risultano essere sempre piu' importanti per i lavoratori di Bagnoli e per la citta', dopo il dichiarato fallimento da parte del Governo del progetto utopia; 6) perseguire con decisione l'obiettivo di realizzare a Napoli e in Campania "un polo integrato dei trasporti", considerando in tal senso l'Ansaldo trasporti un punto strategico dell'apparato produttivo campano e un fulcro su cui far leva per permetterne l'effettivo decollo, utilizzando anche le grandi potenzialita' del consorzio FIREMA e delle aziende ex EFIM; rilanciare una politica di investimenti nel settore Materferro: attualmente in grave difficolta' che ha qualificate aziende in tutto il territorio regionale, come l'AVIS, la SOFER, le Officine Casertane, ecc. ecc; 7) sviluppare le produzioni elettroniche e delle telecomunicazioni e dell'informatica (anche qui vi sono significative aziende come l'Italtel, la Face, la Simens e l'Olivetti che vivono una situazione di incertezza) non relegando le importanti potenzialita' presenti nella regione ad un ruolo marginale rispetto a quelli di altri siti in altre regioni. Questo obiettivo puo' essere raggiunto attraverso nuovi investimenti nel settore e con la definizione di missioni produttive e di ricerca qualificate per le aziende campane; 8) impedire il depotenziamento del settore cantieristico in Campania. Non e' accettabile una scelta di politica industriale che vada in tal senso. Gia' la privatizzazione della SEBM-Fincantieri resta piena di incognite ed e' costata una drastica riduzione dei livelli occupazionali. Lo stesso cantiere di Castellammare, che oggi ha raggiunto risultati notevoli dal punto di vista produttivo, rischia di pagare non solo con nuova CIG l'assenza di un piano per acquisire nuove e piu' consistenti commesse, ma anche di subire ulteriori e pesanti tagli occupazionali; 9) definire una precisa linea di politica industriale per il settore impiantistico, impegnando l'IRITECNA al rilancio produttivo della FMI e della Nuova Mecfond. Per queste aziende occorre, anche nell'eventualita' di un rapporto con leadership private, verificare con attenzione i progetti di politica industriale, al fine di evitare ulteriori tentativi di deindustrializzazione dell'area orientale di Napoli con operazioni speculative sui suoli; 10) razionalizzare il settore tessile, realizzando due "Aree Sistemi", centri di servizi e sostegno alle piccole e medie imprese, uno per la "moda" nel centro di Napoli, e l'altro per il comparto calzaturiero nella zona di Azzano; rispettare gli impegni per i lavoratori ex MCM dell'area salernitana; 11) garantire il processo di privatizzazione in atto delle attivita' manifatturiere del Monopolio: non solo i livelli occupazionali ma anche una ulteriore qualificazione del comparto tabacchicolo. A tal fine le risorse ottenute attraverso la vendita delle aree dismesse del Monopolio devono essere finalizzate ad un progetto di rilancio del settore stesso. Va anche tenuto conto che di tale comparto in Campania e' presente gran parte della attivita' industriale per la prima trasformazione della partecipata ATI oltre che del Monopolio; 12) predisporre e attivare, come richiesto dall'Amministrazione Provinciale e dalle forze economiche e sociali di Terra di Lavoro, un accordo di programma per lo sviluppo di nuove attivita' industriali e produttive, compatibili con l'ambiente, e finalizzato a favorire la crescita dell'occupazione, ad ammodernare, qualificare ed accrescere l'apparato produttivo; 13) realizzare una diversa, piu' adeguata e qualificata progettualita' della GEPI sul terreno dell'occupazione e della politica industriale; definire, anche attraverso la Task Force sull'occupazione, istituita dal Governo, un piano di politica industriale che dia una risposta non assistenziale ai lavoratori GEPI; utilizzare i fondi regionali CEE per nuovi insediamenti industriali, tenuto conto delle gravi inadempienze dell'utilizzo di questo fondo da parte della regione Campania (impedire i cambi di destinazione in atto nelle aree industriali e in particolare in quella salernitana, utilizzando le aree di risulta per interventi di nuova industrializzazione); realizzare la sperimentazione gia' decisa per i progetti di autoimpiego; istituire inoltre, come prevede la legge 142, veri e propri consorzi di imprese o societa' miste, a cui partecipi la GEPI per garantire la piena occupazione degli stessi lavoratori in GEPI; prorogare di un anno la cassa integrazione in scadenza il 7 febbraio; 14) prorogare in attesa di una profonda modifica della 223 per tutto l'anno 93 le indennita' di mobilita' che in Campania vanno in scadenza. Si tratta di circa 8.000 disoccupati speciali in lista di mobilita' che perderebbero qualsiasi sostegno al reddito senza questo provvedimento; 15) ad indicare un chiaro quadro degli effetti derivanti dal previsto programma di privatizzazione sulle aziende dell'area napoletana e campana, a promuovere, una sede appropriata di confronto fra soggetti sociali, gli operatori sindacali ed economici della Campania, al fine di compiere una valutazione comune sulla situazione produttiva nella regione e per definire i tempi di realizzazione degli interventi di politiche industriali indicati in premessa, volti a sollecitare un rilancio degli investimenti industriali e a definire un innovativo progetto di reindustrializzazione dell'area di Napoli e dell'intera regione Campania. (1-00135)
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MOZIONE
IMPOSIMATO FERDINANDO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
SORIERO GIUSEPPE (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
JANNELLI EUGENIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
MUSSI FABIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
PIZZINATO ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
NARDONE CARMINE (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
VOZZA SALVATORE (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
IMPEGNO BERARDINO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
DE SIMONE ANDREA CARMINE (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
BASSOLINO ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
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