"MOZIONE 1/00104 presentata da DILIBERTO OLIVIERO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19950404" . "NAPPI GIANFRANCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "La Camera, premesso che: l'impianto di base della previdenza non puo' mutare la sua fisionomia ogni anno; il paese non puo' rimanere in una situazione di perenne indeterminatezza su una materia che richiede certezze a medio e lungo termine; va ribadito il metodo a ripartizione del nostro sistema previdenziale il quale implica per l'equilibrio del sistema l'aumento dell'occupazione o un riferimento almeno parziale dei contributi previdenziali alla ricchezza prodotta se si vuole evitare il paradosso che, con l'aumento della ricchezza del nostro paese, cresca la poverta' del sistema previdenziale stante il tendenziale e strutturale calo dell'occupazione; il nostro sistema previdenziale costa alla collettivita' il 5 per cento in piu' del PIL rispetto alla media degli altri paesi europei, ma se da un lato abbiamo un tasso piu' elevato di popolazione anziana, dall'altro spendiamo mediamente di meno per l'assistenza che viene parzialmente finanziata dai contributi previdenziali; la spesa previdenziale rapportata al PIL, depurata dai costi dell'assistenza, e' simile a quella degli altri paesi europei; l'80 per cento delle pensioni e' inferiore ad un milione di lire al mese. Molti anziani vivono sull'orlo della poverta'; un sistema a ripartizione, di solidarieta' vera, cioe', tra le generazioni implica la costituzione di un solo fondo pensionistico, anche per le nuove caratteristiche del mercato del lavoro che vede una forte mobilita' da un posto di lavoro ad un altro, e tra settore e settore; inoltre fra 20-30 anni - questi sono i tempi reali con i quali si deve misurare ogni proposta di riforma previdenziale - sorgeranno nuove figure professionali: il prestigioso centro studi del MIT parla di 50 mila nuove professioni; occorre dunque unificare i vari sistemi previdenziali inclusi quelli dei militari e dei magistrati, nonche' dei professionisti, determinando parita' di rendimenti, di prestazioni e, gradualmente, di aliquote contributive, istituendo anche come tappa intermedia un fondo pensioni per gli statali; per alcune categorie economicamente deboli (per es. alcuni settori dell'artigianato) si possono prevedere a carico della fiscalita' generale alcuni interventi di solidarieta'; per non penalizzare o premiare i futuri pensionati a seconda della loro carriera lavorativa regressiva o progressiva, il calcolo della pensione deve avvenire su tutta la vita lavorativa con un adeguato meccanismo di rivalutazione delle retribuzioni passate sulle quali si calcolera' la pensione. Va assunto come indice di rivalutazione quello relativo alle dinamiche salariali e quello della dinamica dei costi di una serie di servizi considerati di primaria necessita'; un moderno sistema pensionistico deve offrire la possibilita' di un ricambio della forza-lavoro e pertanto l'istituto della pensione di anzianita' a 35 anni va mantenuto e non vanno innalzati i limiti di eta' per non ostruire l'accesso al mercato del lavoro di centinaia di migliaia di giovani gia' nei prossimi mesi; in merito all'eta' pensionabile si possono introdurre elementi di flessibilita' sia legati a scelte soggettive che alla concreta storia lavorativa di ognuno; bisogna orientare molti anziani, i quali rappresentano un capitale umano ancora capace di esprimersi, verso attivita' socialmente utili e ridefinire un patto sociale nel quale l'anziano sia un soggetto, un protagonista e non un peso; esistono attivita' specifiche, riscontrabili in diverse e molteplici categorie di lavoro, che comportano un progressivo deterioramento psicofisico piu' grave e piu' precoce di quello che si verifica con l'invecchiamento naturale, a causa dell'impegno psicofisico particolarmente intenso, continuativo e protratto nel tempo che richiedono e per le quali va riconosciuta un'eta' pensionabile minore; nella eta' che va dai 50 ai 60 anni si verificano modificazioni fisiologiche caratterizzate da minor resistenza agli sforzi fisici, diminuzione dei tempi di reazione, minore adattabilita' a nuove situazioni, che condizionano fortemente la possibilita' di proseguire alcune attivita' lavorative determinando un allontanamento di fatto dei soggetti al di sopra dei 55 anni da alcune attivita'; esistono casi individuali di usura la quale determina una diminuzione della capacita' attitudinale a svolgere il lavoro che si sta facendo: in questo caso occorre reinserire il soggetto, previa relativa formazione professionale, in una nuova attivita'; esiste una sempre maggiore richiesta, anche indotta artificiosamente, di strumenti finanziari atti a configurare una pensione integrativa; tale esigenza dei lavoratori e piccoli risparmiatori si scontra con gli alti costi di gestione delle polizze individuali di previdenza e con le difficolta' per l'erario di accordare ulteriori agevolazioni fiscali; solo in Italia esiste l'istituto del trattamento di fine rapporto (in pratica la liquidazione) che consiste nell'accantonamento a opera del datore di lavoro di somme molto ingenti (oltre 30.000 miliardi ogni anno) che rimangono nella piena disponibilita' del datore di lavoro, e alle quali viene riconosciuto un rendimento poco piu' che simbolico: l'1,5 per cento piu' lo 0,75 per cento del tasso di inflazione. Negli altri paesi fondi analoghi vengono accantonati presso le imprese, ma con contabilita' separata e con rendimenti di mercato; il vantaggio di tale sistema e' notevole per le imprese (autofinanziamento ad un costo prossimo a zero), mentre attualmente i lavoratori possono al piu' sperare di mantenere invariato nel lungo periodo il valore delle somme accumulate. E' quindi del tutto evidente l'interesse dei lavoratori e dei sindacati a rivedere questo istituto all'interno di una riforma del sistema previdenziale che non puo' limitarsi ad attribuire oneri solo ad una parte; infatti un accantonamento di 100 lire l'anno per 35 anni assicura alle condizioni attuali una liquidazione valutabile in circa 3500 lire. Se la stessa somma fosse stata investita ad un tasso di rendimento compreso tra il 3 e il 5 per cento essa avrebbe dato diritto alla percezione di una somma compresa tra 6200 e 9500 lire. Cio' significa altresi' che un lavoratore a basso reddito avrebbe potuto ottenere (o potrebbe ottenere domani in caso di riforma) la stessa liquidazione di oggi piu' una integrazione pensionistica compresa tra le 200 e le 500 mila lire al mese. L'entita' del trasferimento a beneficio delle imprese che si e' operato nel corso degli ultimi 20 anni e' quindi molto consistente; la soluzione del problema potrebbe essere trovata mediante il graduale trasferimento all'esterno delle imprese e nei costituendi fondi pensione del flusso annuo di risorse oggi destinato al Tfr; evidenti sarebbero i vantaggi per il bilancio pubblico e per l'INPS: gli accantonamenti per il Tfr sono infatti gia' oggi totalmente esenti da imposte e contributi, sicche' la soppressione delle norme di natura fiscale che attualmente ostacolano la partenza dei fondi pensione potrebbe avvenire senza costi sostanziali per l'erario; al tempo stesso il sistema delle imprese otterrebbe il vantaggio della disponibilita' di somme rilevanti sul mercato dei capitali per investimenti a lungo termine, aumenti di capitale, eccetera; si potrebbe altresi' ipotizzare una forma particolare di CCT denominata Certificato previdenziale individuale (CIP) finalizzata ad ottenere una rendita di tipo previdenziale, senza poter disporre liberamente del capitale ma anche senza perderne il possesso; su questi conti potranno essere versate cifre di qualsiasi importo con tranches minime di 500 mila lire senza spese a carico del risparmiatore per l'operazione; questo denaro dovrebbe essere investito alla prima asta successiva al versamento in certificati di credito del tesoro (CCT); il titolare resterebbe proprietario del capitale che puo' passare agli eredi in esenzione di imposta come avviene per tutti gli altri titoli pubblici. In alternativa puo' essere consentita la vendita del capitale conservandone l'usufrutto; si costituira' cosi' una rendita vitalizia derivante dal capitale fino a quel momento accumulato che non puo' essere smobilizzato; il titolare del CIP puo' con facilita' (tranches di 500 mila lire, invece dei 5 milioni oggi necessari per l'acquisto dei titoli) accumulare il suo risparmio, senza dovere subire spese di gestione (le spese sulle polizze vita superano spesso il 20 per cento); si allargherebbe cosi' la platea di sottoscrittori di titoli pubblici senza la necessita' di incentivi fiscali; tali CIP dovrebbero essere collocati presso l'Ente Poste che e' autorizzato a vendere titoli pubblici e che con i suoi 14.000 sportelli dispone di una rete capillare in tutto il paese, oltre che dalle banche, dalle assicurazioni e dalle societa' di Fondi d'investimento, realizzare un confronto con le parti sociali sulla base dei seguenti punti fondamentali, impegna il Governo a realizzare un confronto con le parti sociali sulla base dei seguenti punti fondamentali: la separazione delle spese assistenziali da quelle previdenziali; l'omogeneizzazione sia pure graduale di tutti i trattamenti previdenziali senza eccezione e delle aliquote contributive, l'istituzione di un fondo pensionistico per i dipendenti statali come tappe intermedie per la costituzione di unico ente di previdenza; l'introduzione di una contribuzione legata al margine operativo lordo delle imprese (MOL) per potere ridurre almeno in parte le aliquote contributive a carico delle imprese calcolate sul monte salari, contributi che oggi rappresentano una vera e propria tassa sull'occupazione; un'eta' pensionabile pari a 60 anni per uomini e donne salvo per i soggetti impegnati in lavori di cura, attivita' usuranti o che siano inabili al proprio lavoro per i quali va prevista un'eta' inferiore; una pensione di anzianita' dopo 35 anni di versamenti contributivi; il calcolo delle pensioni di vecchiaia e d'anzianita' sulla base di un rendimento del 2 per cento annuo calcolato sulla base delle retribuzioni e dei redditi assoggettati a contributi rivalutati annualmente sulla base delle dinamiche salariali; la definizione di un trattamento minimo per la pensione di vecchiaia pari al 50 per cento del reddito medio pro capite destinato ai consumi delle famiglie; la rivalutazione annuale dei trattamenti pensionistici sulla base dell'incremento del reddito medio da lavoro e della dinamica dei costi di una gamma di servizi essenziali; la salvaguardia dei diritti acquisiti; l'utilizzo volontario da parte dei lavoratori dipendenti del Tfr per costituire fondi pensione complementari; l'esclusione di ulteriori agevolazioni fiscali e contributive per i fondi pensioni complementari e i fondi pensioni integrative; la collocazione sul mercato dei certificati previdenziali individuali (CIP) secondo le proposte in premessa. (1-00104)" . . . . "BOLOGNESI MARIDA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "MOZIONE 1/00104 presentata da DILIBERTO OLIVIERO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19950404"^^ . . . "LENTI MARIA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "0"^^ . . "1/00104" . "CARAZZI MARIA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . "SAIA ANTONIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . "BOFFARDI GIULIANO MASSIMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . "BARZANTI NEDO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . "VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . "GRIMALDI TULLIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "2014-05-14T19:11:33Z"^^ . "GARAVINI ANDREA SERGIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "BOGHETTA UGO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "DE MURTAS GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "CALVANESE FRANCESCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . "COSSUTTA ARMANDO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "NARDINI MARIA CELESTE (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "PISTONE GABRIELLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . . . "GUERRA MAURO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . "DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "BIELLI VALTER (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "MUZIO ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . "VIGNALI ADRIANO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . "COCCI ITALO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "MARINO LUIGI (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . "19950404-" . "DILIBERTO OLIVIERO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "MORONI ROSANNA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . . . . "GALDELLI PRIMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "RIZZO MARCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "BELLEI TRENTI ANGELA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "SCIACCA ROBERTO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . "SCOTTO DI LUZIO GIUSEPPE (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . "BERTINOTTI FAUSTO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . "MOZIONE" . "COMMISSO RITA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . . "BRUNETTI MARIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "CRUCIANELLI FAMIANO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "VOCCOLI FRANCESCO PAOLO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . "DE ANGELIS GIACOMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . . "ALTEA ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI)" . . . . .