MOZIONE 1/00040 presentata da AGOSTINACCHIO PAOLO ANTONIO MARIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920713
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic1_00040_11 an entity of type: aic
La Camera, premesso che: la riforma della politica agricola comune, pur mantenendo i princi'pi base dell'Unita' del Mercato, della preferenza comunitaria e della solidarieta' finanziaria, si propone per il futuro di: "Adeguare la produzione ad una situazione globalmente caratterizzata dalla persistenza di eccedenze; di rendere piu' competitiva l'agricoltura europea nel suo insieme mediante un abbassamento di prezzi; garantire una migliore ridistribuzione del sostegno finanziario della comunita' con vantaggi superiori e diretti per gli agricoltori stessi; scoraggiare l'intensificazione della produzione e incoraggiare, invece, la diversificazione che valorizza maggiormente l'ambiente"; prima di Maastricht era stata chiarita dalla Commissione delle Comunita' Europee nelle comunicazioni al Consiglio la portata delle direttrici della Politica Agricola Comune, poi recepite dal Trattato e cioe' il contenimento progressivo della produzione in cui si registrano eccedenze grazie ad una politica dei prezzi fondata soltanto sul fabbisogno del mercato; il ritiro dei seminativi; il regime di estensivizzazione; in definitiva una politica tesa a garantire la competitivita' dell'organizzazione comunitaria nel suo complesso; la riduzione della produzione di cereali nonche' quella riguardante il settore lattiero-caseario e zootecnico in generale; dal trattato di Maastricht discende logicamente il riconoscimento sul versante agricolo di un ruolo, nel futuro, alle aziende efficienti con particolare riferimento alla capacita' concorrenziale sui mercati mondiali; in Italia e' rilevabile - nel complesso - una arretratezza strutturale delle aziende, dalla quale derivano condizioni di marginalita' con la conseguenza della contrazione degli addetti al settore agricolo ed un processo di senilizzazione; l'Agricoltura italiana, anche in conseguenza del sistema economico-sociale del nostro paese, non e' ne' potra' essere competitiva secondo le indicazioni di Maastricht; i giovani, in conseguenza della grave crisi economica, dell'aumento dei costi di produzione cui non corrisponde l'aumento dei prezzi dei prodotti, ma, invece, una contrazione degli stessi, abbandonano le campagne; in questo contesto il Mercato unico del 1993, la liberalizzazione di scambi a livello mondiale nonche' la fine della protezione a livello comunitario puo' segnare un momento di crisi irreversibile per l'intero comparto con gravissime ricadute sull'Economia Nazionale (secondo recenti indagini - Prometeia - sono a rischio i posti di 200 mila lavoratori nei prossimi anni in settori diversi con l'aumento del divario Nord-Sud, per non parlare, della prima occupazione, per la quale le difficolta' sono ovviamente maggiori); l'intesa raggiunta fra i Ministri Agricoli CEE per la riforma della politica Agricola Comune, che si concretizza nella conservazione della situazione esistente ed e' carente di indicazioni sulla soluzione ai numerosi problemi agricoli attuali e prevedibili nel prossimo futuro, appare estremamente penalizzante per la nostra economia e compromette la coesione economica e sociale tra le diverse regioni CEE (e' prevedibile, stante la situazione attuale, la cessazione dell'attivita' di centinaia di migliaia di aziende in aggiunta a quella del recente passato di oltre 231 mila unita' produttive), con l'aumento della disoccupazione e con la impossibilita' di compensazione su altri versanti anche in crisi, per cui l'acritica accettazione delle direttrici Maastricht puo' causare la paralisi dell'economia nazionale; la nuova Politica Agricola Comune richiede modifiche radicali e complessive; in questo contesto, particolarmente nel Mezzogiorno d'Italia, il destino del settore, inaccettabile, appare quello del set aside, cioe' dell'abbandono progressivo delle campagne, anche per l'impossibilita' di operare ristrutturazioni aziendali finalizzate strategicamente a produzioni che possano avere mercato internazionale; la crisi del settore e' conseguenza dell'inesistenza di programmi chiari e di ritardi imputabili ai vari livelli istituzionali cui competono gli interventi relativi; la caduta dei prezzi e le conseguenze negative imputabili alle calamita' naturali e alle omissioni politiche, rende l'economia agricola assolutamente incapace, se le linee della Politica Agricola Comune dovessero essere mantenute ferme, a fronteggiare le gravissime, incontestabili, emergenze, impegna il Governo: ad una politica in sede comunitaria tendente alla valorizzazione delle produzioni mediterranee nonche' al riequilibrio della distribuzione delle risorse tra produzione agricola ed altri comparti nonche' allo snellimento delle prassi burocratiche; sul piano nazionale ad interventi diretti alla razionalizzazione del problema agricolo e di quello agro-alimentare italiano nel suo complesso, al fine di determinare la competitivita' delle nostre aziende; a porre allo studio una legge pluriennale di spesa che abbia come fine una diversa impostazione dell'intervento pubblico; alla riforma del credito agrario, che consenta lo sviluppo della capacita' imprenditoriale e sia svincolato totalmente dal sistema delle garanzie reali; alla tutela e alla valorizzazione della produzione italiana anche dal punto di vista della commercializzazione; ad un programma complessivo di interventi che, con il superamento delle debitorie gravanti sulle imprese, possa consentire ristrutturazioni aziendali in coesione con gli indirizzi comunitari; ad una politica che, anche al fine di consentire una impostazione unitaria dei problemi del paese, abbia come fine il coordinamento delle iniziative regionali, condizione essenziale per evitare che l'articolo 198 A del Trattato, che prevede il Comitato delle regioni, si risolva in un presupposto di squilibrio delle politiche nazionali; a porre allo studio una modifica delle leggi agrarie al fine di consentire le maggiori circolazioni del bene terra; ad incentivare con consistenti finanziamenti, ed in considerazione delle specificita', lo sviluppo economico-sociale delle montagne nonche' a raccordare le imprescindibili esigenze di tutela dell'ambiente con lo sviluppo dell'economia rurale; a consentire, con l'utilizzazione degli strumenti giuridico-costituzionali vigenti la massima partecipazione popolare alla decisioni sul Trattato Maastricht, che coinvolgono gli interessi dell'intero popolo italiano. (1-00040)
xsd:string
MOZIONE 1/00040 presentata da AGOSTINACCHIO PAOLO ANTONIO MARIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920713
xsd:integer
0
19920713-
MOZIONE 1/00040 presentata da AGOSTINACCHIO PAOLO ANTONIO MARIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920713
MOZIONE
BERSELLI FILIPPO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)
NANIA DOMENICO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)
PATARINO CARMINE SANTO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)
COLUCCI GAETANO NINO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)
TREMAGLIA PIERANTONIO MIRKO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)
SERVELLO FRANCESCO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)
CARADONNA GIULIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)
VALENSISE RAFFAELE (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)
CELLAI MARCO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)
xsd:dateTime
2014-05-14T19:25:54Z
1/00040
AGOSTINACCHIO PAOLO ANTONIO MARIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)