INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06166 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20120215

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-06166 presentata da TERESA BELLANOVA mercoledi' 15 febbraio 2012, seduta n.586 BELLANOVA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca. - Per sapere - premesso che: la Costituzione italiana e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali, fermo restando il principio dell'espiazione della pena da parte del soggetto che ha deviato non rispettando le norme, sottolineano l'importanza del recupero e della reintegrazione nel contesto sociale del reo; l'articolo 27 della Costituzione Italiana sancisce che le pene «devono tendere alla rieducazione del condannato»; le persone, seppur in regime di reclusione, continuano ad essere membri della societa'; lo stato di reclusione non sospende ne' lo status di cittadino ne' quello di individuo. Mantenere queste persone all'interno della dinamiche che sono proprie della societa', quali ad esempio l'educazione scolastica e l'interazione con soggetti che non siano membri esclusivi del sistema carcerario, potrebbe facilitare il reinserimento sociale completo, dell'individuo stesso; i docenti che operano presso il carcere di Borgo San Nicola a Lecce con una missiva protocollata il 7 febbraio 2012 hanno scritto alla dirigente responsabile dell'ufficio X ambito territoriale del ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, professoressa Marcella Rucco, per informarla della situazione didattica all'interno della struttura carceraria, non piu' sostenibile; nella fattispecie, presso la struttura carceraria sopra citata, nell'ambito dell'attivita' didattica in favore dei detenuti sono presenti n. 5 classi di alfabetizzazione primaria, n. 6 classi di scuola media, che fanno capo al CTP, presso la S.S.S. di I Grado «D. Alighieri» di Lecce e n. 12 classi di scuola superiore, che fanno riferimento all'I.T.C. «Olivetti» di Lecce; circa 300 studenti/detenuti partecipano alle lezioni, esercitando il loro diritto alla rieducazione, cio' in ambienti insalubri, per il persistente freddo e umido che minaccia la loro salute e quella degli insegnanti; nei periodi di freddo intenso, il rischio di bronchiti e di polmoniti e' molto alto. Nelle giornate piu' rigide, come quelle che si sta attraversando, molti detenuti preferiscono rimanere in cella e non partecipare alle attivita' didattiche con prevedibili ripercussioni sui risultati di apprendimento; gli insegnanti dovendo comunque svolgere la propria attivita' si alternano nelle classi semivuote, continuando ad insegnare ai pochi detenuti che nonostante le avverse condizioni climatiche presenziano pur di acquisire cio' che non hanno potuto o avuto la possibilita' di ottenere da uomini liberi e, cioe', un po' di cultura che avrebbe, forse, indirizzato meglio le loro scelte di vita; le aule scolastiche a disposizione della struttura penitenziaria non permettono un sereno e salubre svolgimento delle attivita' didattiche, poiche' sono prive di un adeguato sistema di riscaldamento; i locali messi a disposizione dalla direzione del carcere di Borgo San Nicola di Lecce di fatto non presentano i requisiti di salubrita' per i luoghi di lavoro previsti dall'articolo 63, comma 1, e articolo 64, comma 1, lettera a) e dall'allegato IV, del decreto legislativo n. 81 del 2008 e successive modificazioni e integrazioni, relativamente ai punti: a) 1.9.2.1. «La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori»; b) 1.9.2.2. «Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidita' ed il movimento dell'aria concomitanti»; c) 1.9.2.5. «Quando non e' conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione»; l'interrogante ha piu' volte posto, attraverso precedenti atti di sindacato ispettivo, il piu' vasto problema dell'inadeguatezza della struttura carceraria leccese a contenere un numero di detenuti spropositato; si parla di circa 1304 reclusi presenti rispetto ad una capienza di 659 posti. Come pure si e' ampiamente sottolineato che i detenuti vivono non solo in una condizione di sovraffollamento, ma in spazi angusti, in molti casi privi di norme igieniche adeguate ed inospitali -: quali iniziative i Ministri interrogati, visto quanto sopra esposto, intendano assumere per ripristinare, in questo contesto, i dettami sanciti nella Costituzione italiana e consentire, dunque, ai detenuti di poter esercitare il loro diritto all'istruzione ed alla rieducazione ed agli insegnati di svolgere il proprio compito con un regolare adempimento dell'attivita' didattica in ambienti igienicamente idonei e salubri. (5-06166)
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