INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04394 presentata da GHIZZONI MANUELA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110315

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-04394 presentata da MANUELA GHIZZONI martedi' 15 marzo 2011, seduta n.449 GHIZZONI, MELANDRI e DE BIASI. - Al Ministro per i beni e le attivita' culturali. - Per sapere - premesso che: in data 9 novembre 2009 e' stato depositato l'atto di sindacato ispettivo 4-04888 - al quale non e' ancora stata data risposta - in merito alle motivazioni che hanno portato alla emanazione da parte del Ministero per i beni e le attivita' culturali del decreto n. 4705 del 2009, che ha rimosso il vincolo di non esportabilita' (annullando un precedente decreto di notifica e vincolo del 17 gennaio 1986) sulla famosa e rarissima commode realizzata nel 1744 dall'ebanista Antoine-Robert Gaudreaus (con piano in marmo, rivestimento in lacche giapponesi e finiture in bronzo dorato opera dello scultore Jacques Caffieri) dal valore di circa 15 milioni di euro, di proprieta' della «E. J. Safira Philantropic Foundation»; il decreto n. 4705 del 2009, a quel che consta alle interroganti, e' stato emanato in contrasto con il parere reso dall'ufficio legale del Ministero per i beni e le attivita' culturali ed e' successivo di soli due anni ad un atto di parere opposto. Sulla permanenza del vincolo, nel frattempo, si erano inoltre espressi il Tar, l'Avvocatura dello Stato e la soprintendenza di Roma e la direttrice dell'ufficio esportazione del Ministero, la quale blocco' il trasferimento e chiese che venisse reintrodotto il vincolo; solo il Comitato tecnico-scientifico per i beni storico-artistici, nella primavera del 2009, giudico' «accettabile» l'istanza di revisione del vincolo, smentendo la ventennale indicazione del Ministero e avallando la decisione poi assunta con il citato decreto n. 4705. Il Comitato, come ebbe a dichiarare pubblicamente la presidente, sostenne le ragioni contenute nella relazione scientifica, commissionata dalla proprieta' della commode, di Alvar González Palacios, secondo il quale l'opera era totalmente estranea alla tradizione artistica italiana e quindi non sussistevano ragioni per trattenerla in Italia; ad avviso delle interroganti le valutazioni del Comitato appaiono in contrasto con le disposizioni della legge italiana, che inserisce fra i beni culturali vincolabili «le cose mobili e immobili che presentano interesse artistico particolarmente importante» di proprieta' privata: essa fa pertanto riferimento ai caratteri intrinseci delle opere da tutelare, indipendentemente dalla nazionalita' dell'artista che le ha realizzate e dalla durata della «permanenza» nel nostro Paese; conseguentemente, le interroganti valutano che il patrimonio artistico italiano subirebbe un danno grave non solo dalla specifica esportazione della commode di Antoine-Robert Gaudreaus, ma dalla prassi che a partire da un simile episodio potrebbe avviarsi; dagli organi di stampa si apprende che a meta' del mese di febbraio 2011 e' stato disposto il sequestro della commode per decisione del giudice dell'indagine preliminare del tribunale di Roma su richiesta della procura. Nel procedimento, per abuso d'ufficio, figurano tre indagati: il segretario generale del Ministero dei beni culturali, Roberto Cecchi, la direttrice regionale del Lazio, Federica Galloni, e l'avvocato Giovanni Ciarrocca. Gli inquirenti sostengono che, da una serie di intercettazioni telefoniche, risultano contatti tra soggetti privati e funzionari pubblici in coincidenza con la decisione, nel 2009, di rimuovere il vincolo di non esportabilita' alla preziosa commode; in particolare, dall'esame degli atti, risulta che il Comitato tecnico-scientifico per i beni storico-artistici si sia riunito due volte a distanza di un mese nella primavera 2009 per decidere le sorti della preziosa opera e che in quel breve lasso di tempo abbia cambiato opinione in merito al vincolo: nel primo incontro il comitato si sarebbe orientato per il rinnovo, mentre nel secondo espresse - come noto - un parere opposto. La procura ha accertato che ad entrambe le riunioni furono presenti il segretario generale Roberto Cecchi e, violando una prassi consolidata, Giovanni Ciarrocca, l'avvocato dei proprietari della commode, il cui nome e' stato omesso dai verbali del Comitato -: quali siano le ragioni per le quali l'avvocato Ciarrocca - che non rappresenta un esperto terzo, bensi' gli interessi privati - abbia partecipato alle adunanze del comitato tecnico-scientifico per i beni storico-artistici convocate per decidere sul vincolo di esportabilita' della preziosa commode e se tale presenza ad avviso degli interroganti non conforme alla normativa vigente ne abbia condizionato le determinazioni; quali siano le motivazioni che determinarono l'emanazione del decreto n. 4705 del 2009, che ha rimosso il vincolo di non esportabilita' della rarissima opera di Antoine-Robert Gaudreaus, e se il Ministro interrogato non intenda annullare tale decreto per la tutela del bene in questione. (5-04394)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
DE BIASI EMILIA GRAZIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MELANDRI GIOVANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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