INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04360 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110309

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-04360 presentata da TERESA BELLANOVA mercoledi' 9 marzo 2011, seduta n.446 BELLANOVA. - Al Ministro della salute, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: La Gazzetta del Mezzogiorno, in data 8 marzo 2011, riporta una notizia che appare sin dalla lettura delle prime righe gravissima e che coinvolge ben mille persone del territorio del Capo di Leuca. Si tratta degli ex lavoratori della Eternit emigrati a Niederumen, in Svizzera, negli anni 60 per cercare un'occupazione e dopo anni di duro lavoro stanno morendo, uno dopo l'altro, a causa della comparsa di placche pleuriche, mesoteliomi ed asbestosi; molti di questi lavoratori, giunti al pensionamento, sono riusciti a rientrare nel loro paese d'origine e sottoposti a controlli periodici gratuiti, nella fattispecie visite pneumologiche, presso la Asl di Lecce hanno appreso di essere malati; di queste persone diversi sono, purtroppo, gia' deceduti ed oggi sopravvivono circa 250 lavoratori a Corsano, altri 200 a Tiggiano ed alcune decine vivono in paesi limitrofi quali Gagliano del Capo ed Alessano. Dalle prime rilevazioni fatte dalla Asl di Lecce emergono dati catastrofici: su 194 casi esaminati ben il 35 per cento presenta gia' i segni della malattia tumorale; la procura piemontese sembrerebbe aver avviato una prima fase di indagini in merito all'attivita' della multinazionale Eternit con sede in Italia, accusata di aver taciuto sui rischi dell'esposizione all'amianto, facendo continuare a lavorare gli operai inconsapevoli del rischio al quale erano sottoposti. Su questo preliminare pare si stia lavorando per riconoscere agli stessi lavoratori un indennizzo ammettendo il sopraggiungere della patologia professionale; per gli ex emigranti in Svizzera, invece, la situazione sembrerebbe apparire piu' complessa, poiche' la Suva, istituto svizzero equivalente dell'Inail italiano, sembrerebbe ammettere la patologia professionale solo dopo che la malattia e' in uno stato avanzato; tra le testimonianze riportate dal quotidiano pugliese c'e' anche quella di un ex operaio che oggi si trova costretto a vivere con il polmone sinistro funzionante solo a meta'. La Suva ha riconosciuto all'operaio lo status di malattia professionale, ma per l'ente elvetico lo stadio della malattia non e' ancora talmente avanzato da riconoscere allo stesso l'indennizzo; sempre dalle testimonianze apparse sulla stampa, i lavoratori raccontano che i dirigenti dell'azienda «quando sapevano dei controlli, ci facevano spegnere le macchine per pulirle dalla polvere» e cio' senza fornire alcuna spiegazione ai lavoratori; queste persone, per anni hanno lavorato duramente, ignari, sembrerebbe dei rischi ai quali andavano incontro e colpevoli solo di avere preso le cosiddette «valigie di cartone» per emigrare in cerca di una situazione lavorativa migliore, oggi si trovano a lottare su due fronti: da una parte la malattia, dall'altra le farraginosita' burocratiche che impediscono di avere il giusto risarcimento-: se i Ministri interrogati non ritengano opportuno intervenire con urgenza per attivare un rapido contatto con le autorita' elvetiche utile a rendere piu' celeri le pratiche di indennizzo spettanti ai lavoratori sopra indicati, ma anche per sollecitare una verifica sulle eventuali responsabilita' utile a conoscere chi effettivamente ha lucrato per anni sulla salute di tanti lavoratori che oggi si trovano ad affrontare una situazione di vita devastante. (5-04360)
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