INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03564 presentata da CODURELLI LUCIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101012

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-03564 presentata da LUCIA CODURELLI martedi' 12 ottobre 2010, seduta n.381 CODURELLI, BELLANOVA, SCHIRRU, MIGLIOLI, GATTI, BOCCUZZI, MATTESINI, FRONER, GHIZZONI, BRAGA, BRANDOLINI, MURER, RUBINATO, CENNI, BUCCHINO, SERVODIO e CASTAGNETTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: la consigliera nazionale di parita' e' una figura istituita per la promozione ed il controllo dell'attuazione dei princi'pi di uguaglianza di opportunita' e non discriminazione per uomini e donne nel mondo del lavoro. È nominata con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro delle pari opportunita', e nell'esercizio di tale funzione la consigliera riveste anche la qualifica di pubblico ufficiale ed ha l'obbligo di segnalazione all'autorita' giudiziaria per i reati di cui viene a conoscenza, si occupa della trattazione dei casi di discriminazione di rilevanza nazionale, e della promozione di pari opportunita' anche mediante la partecipazione a diversi organismi di rilevanza nazionale che si interessano di politiche attive del lavoro, di formazione e di conciliazione. Le azioni della consigliera nazionale di parita' si caratterizzano, dunque, per una duplice funzione istituzionale: di vigilanza contro le discriminazioni e di promozione della parita' e pari opportunita' in ambito lavorativo, collaborazione con istituzioni e attori del mondo del lavoro al fine di promuovere la costituzione di reti/network: una complessa interazione, che prevede momenti di collaborazione e momenti di confronto, a tutela di interessi collettivi ed individuali che non trovano espressione sufficiente nei normali processi decisionali, a causa di fenomeni radicati di discriminazione e sottorappresentazione delle donne; l'articolo 20 della direttiva 2006/54/CE riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunita' e della parita' di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, recepita dal nostro Paese con il decreto legislativo n. 5, 25 gennaio 2010 prevede che: «1. Gli Stati membri designano uno o piu' organismi per la promozione, l'analisi, il controllo e il sostegno della parita' di trattamento di tutte le persone senza discriminazioni fondate sul sesso. Tali organismi possono far parte di agenzie incaricate, a livello nazionale, della difesa dei diritti umani o della salvaguardia dei diritti individuali. 2. Gli Stati membri assicurano che nella competenza di tali organismi rientrino: a) l'assistenza indipendente alle vittime di discriminazioni nel dare seguito alle denunce da essi inoltrate in materia di discriminazione, fatto salvo il diritto delle vittime e delle associazioni, organizzazioni o altre persone giuridiche di cui all'articolo 17, paragrafo 2; b) lo svolgimento di inchieste indipendenti in materia di discriminazione; c) la pubblicazione di relazioni indipendenti e la formulazione di raccomandazioni su questioni connesse con tali discriminazioni; d) al livello appropriato, lo scambio di informazioni disponibili con gli organismi europei corrispondenti, come un futuro Istituto europeo per l'eguaglianza di genere»; le discriminazioni vissute dalle donne lavoratrici negli ultimi tempi sono notevolmente aumentate. Secondo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo (5-02121) presentato dall'interrogante, ha dichiarato che nell'anno 2009, le infrazioni e le irregolarita' nei confronti delle lavoratrici madri, sono aumentate del 57 per cento; nonostante l'esistenza di una normativa avanzata, che prevede per le donne il diritto a non essere licenziate entro l'anno di eta' del figlio e la possibilita' di utilizzare anche i congedi e le formule di conciliazione previste dai contratti di lavoro, pervengono notizie di licenziamenti e di dimissioni «volontarie» che riguardano appunto mamme lavoratrici di bambini con eta' inferiore ai 12 mesi; domenica 26 settembre 2010, nel reportage televisivo presa diretta, condotto da Riccardo Iacona sono state raccontate esperienze di giovani donne, madri e lavoratrici, che sono state licenziate nonostante fossero in possesso di regolare contratto di lavoro o alle quali e' stato negato l'accesso al part-time impedendo loro di conciliare le esigenze familiari con quelle professionali. Il part-time e' comunque penalizzante per le donne, perche' le retribuzioni basse portano a pensioni basse, e' usato come alibi per non progredire in carriera, ma la mancanza di sevizi, di piani di conciliazione, di responsabilizzazione dei padri rendono purtroppo obbligatoria almeno la riduzione dell'orario di lavoro. In tutti i casi si sono palesati evidenti casi di discriminazione nei confronti delle donne -: alla luce degli innumerevoli episodi di discriminazione suddetti, quali azioni e attivita' siano state messe in campo dagli organismi preposti, a livello locale e nazionale, a partire dai casi piu' noti sollevati dai mass-media. (5-03564)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03564 presentata da CODURELLI LUCIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101012 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BOCCUZZI ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BRAGA CHIARA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BRANDOLINI SANDRO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BUCCHINO GINO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CASTAGNETTI PIERLUIGI (PARTITO DEMOCRATICO) 
CENNI SUSANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
FRONER LAURA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GATTI MARIA GRAZIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GHIZZONI MANUELA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MATTESINI DONELLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MIGLIOLI IVANO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MURER DELIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
RUBINATO SIMONETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
SCHIRRU AMALIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
SERVODIO GIUSEPPINA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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CODURELLI LUCIA (PARTITO DEMOCRATICO) 

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SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 
20101028 

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