INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03403 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100915

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-03403 presentata da TERESA BELLANOVA mercoledi' 15 settembre 2010, seduta n.368 BELLANOVA e DAMIANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che: gli ultimi dati circa la cassa integrazione (di natura ordinaria, straordinaria e in deroga) segnalano una situazione pesantissima e di vera e propria emergenza nel settore produttivo pugliese. In Puglia, nei primi sette mesi dell'anno 2010 e rispetto al periodo gennaio-luglio 2009, la cassa integrazione e' lievitata del 104 per cento andando a coinvolgere ben 86mila lavoratori, di cui 43mila a zero ore, e toccando diversi settori produttivi; in questi giorni nei cittadini del territorio salentino, gia' gravemente compromesso dalla fuoriuscita dal mercato del lavoro di centinaia di lavoratori, sta destando grande preoccupazione l'intenzione della BAT (British American Tobacco) di valutare una possibile chiusura dello stabilimento di Lecce per delocalizzare la produzione ed in particolare sembrerebbe si parli dell'Est europeo; nell'anno 2004 l'ETI (Ente tabacchi italiano) e' stato venduto alla BAT con l'accordo di non delocalizzare la produzione all'estero per un numero di anni prestabiliti. Delle 22 manifatture presenti sul territorio italiano, nei fatti pero', l'azienda BAT ha chiuso ben 21 plessi con l'intenzione, a loro dire, di potenziare l'unico rimanente: quello presente sul territorio leccese. Da questo stabilimento dipendono circa 500 persone impegnate a produrre prevalentemente la cosiddetta sigaretta «nazionale» MS. Nell'ultimo biennio sembrerebbe che la produzione di sigarette dello stabilimento leccese sia passata da 9 a 13 milioni di chili, con una chiusura in attivo degli utili. Lo stesso pacchetto di MS viene prodotto al costo di 12 centesimi e rivenduto a ben 54, con un utile, il piu' alto in Europa, del 350 per cento; in data 1 o settembre 2010, l'azienda per mezzo del suo amministratore delegato, il signor Paul Cavadias, ha inoltrato ai dirigenti della BAT Italia un documento relativo al piano di ristrutturazione europeo avviato dall'azienda e nel quale si reca testualmente «e' emerso che lo stabilimento di Lecce non e' competitivo in termini di costi ai volumi di produzione attuali, se comparato con gli altri siti produttivi dell'Unione Europea»; questa comunicazione ha creato un forte stato di allerta nei lavoratori. Le stesse organizzazioni sindacali, per mezzo di un documento, hanno annunciato contrarieta' ad ogni forma di revisione dell'attivita' sul territorio leccese. Tale atteggiamento, asseriscono le organizzazioni sindacali, e' avvalorato dal fatto che i vertici europei della BAT, nel documento inviato alla sede italiana, hanno prospettato un'eventuale chiusura adducendo motivazioni, quali il costo del personale, che non possono essere ascrivibili ai dipendenti, ma che su questi soggetti, invece, avrebbero gli unici effetti devastanti se si arrivasse a prendere in considerazione l'ipotesi di chiusura; in data 10 settembre 2010 si e' tenuto un incontro presso la sede romana della BAT tra i rappresentanti della multinazionale e le organizzazioni sindacali. Nel corso di questo confronto sembrerebbe che siano stati forniti, dai rappresentanti della BAT, pochi dati peraltro inerenti l'assetto generale di BAT Europa e la verifica comparata dello stabilimento di Lecce rispetto non alla sua produttivita', che e' elevata, ma alla capacita' di fare utili di esercizio. Le organizzazioni sindacali dichiaratesi insoddisfatte degli elementi forniti dai rappresentanti della multinazionale hanno richiesto alla societa' un ulteriore approfondimento circa lo stato della realta' leccese e proposte concrete per aumentare la competitivita' della manifattura; questa situazione gravissima di incertezza per quest'ampio numero di lavoratori e le loro rispettive famiglie sta determinando una condizione di vera e propria emergenza, se si considera che si tratta di lavoratori che hanno prestato disponibilita' nei confronti della societa' anche a lavoro notturno, a straordinari e quanto altro per aumentare la produzione e salvaguardare in tal modo il proprio posto di lavoro. Va detto, inoltre, che agli stessi la societa' ha conferito nel giugno 2010 un premio di produzione, avvalorandone in tal modo il buon operato; va sottolineato che se l'ipotesi di chiusura dello stabilimento BAT dovesse prendere forma, ancora una volta il territorio salentino, assieme ai suoi lavoratori ed alle tante famiglie, sarebbe vittima di una gravissima penalizzazione, pagando un prezzo altissimo sul piano economico occupazionale che sarebbe difficilmente recuperabile -: se il Governo, vista la gravita' della situazione sopraesposta, non intenda intervenire con urgenza per scongiurare una scelta devastante per il territorio salentino e per riaffermare, in tal modo, il mantenimento del sito e della produzione tabacchicola sul territorio salentino ed italiano. (5-03403)
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