INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15565 presentata da ROSSI ORESTE (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19980212

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Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: da un articolo pubblicato su La Stampa dal titolo "E' un valoroso, faccia la fame, uno Stato prodigo solo a parole" e con sottotitolo "Solo novecentomila lire mensili all'artificiere che perse un braccio" l'interrogante e' venuto a conoscenza dei seguenti fatti: Ha perso il braccio sinistro (gli e' stato amputato quasi di netto) in servizio e gli hanno concesso una medaglia d'argento al valore dell'esercito poiche' "ha dato prova di alto senso del dovere, elevata competenza tecnico professionale, rischio della propria vita". Belle parole. Ma ha perso lo stipendio e dovrebbe vivere - la moglie non lavora e ha una figlia di otto anni - con novecentomila lire mensili. In questa insostenibile situazione si trova Carlo Conqua, trentadue anni, gia' maresciallo dell'esercito, abitante in via Brodolini. Esasperato, ha scritto al Capo dello Stato, ai ministri e ministeri, al prefetto, a enti pubblici vari tramite il presidente della sezione provinciale Unione mutilati per servizio, Pietro Caramello, e qualcosa sembra si stia muovendo. Il sottufficiale chiede che gli venga concessa la pensione privilegiata ordinaria, secondo norma di legge, e si provveda alla copertura della spesa di 8 milioni per la degenza al centro Inail di Budrio (Bologna) dove gli fu applicata la protesi; il 2 giugno 1995 Conqua e' rimasto gravemente ferito durante un'operazione in cui morirono due artificieri della caserma "Artale", agli Orti. Con loro, in frazione Boschetto di Chivasso bonificava un tratto di terreno su cui erano state rinvenute cinque bombe d'aereo americane da 250 libbre; il maresciallo, che aveva riportato molte ferite e ustioni, dopo cinque mesi di degenza alle "Molinette" di Torino, fu trasferito all'ospedale militare di Bologna e poi al Centro di Budrio per l'applicazione della protesi; "il 4 luglio 1997, concluso il calvario ospedaliero e finita la convalescenza, fui dichiarato inidoneo al servizio militare, mi fu revocato lo stipendio e venni posto in congedo assoluto senza neppure la possibilita' di svolgere un lavoro sedentario" dice il maresciallo. "Fortuna che ho ottenuto 20 milioni di liquidazione con cui tirare avanti; perche' con 900 mila lire al mese mensili di indennita' come avremo potuto sopravvivere in tre? Oltre tutto non posso farmi applicare al braccio una protesi mioelettrica perche' la spesa e' a mio carico". In segno di protesta per il "lento e indifferente trattamento burocratico" l'ex maresciallo non e' andato a ritirare dalle mani di Scalfaro la medaglia d'argento al valore. "Cosi' se la sono pure tenuta" osserva amareggiato; se sia a conoscenza di tale deprecabile ed incredibile situazione; quali provvedimenti intenda adottare al fine di risolvere le problematiche relative a quanto riportato; quali provvedimenti intenda adottare nei confronti dei responsabili del verificarsi di tale grottesca situazione che ha gettato nel ridicolo l'esercito e umiliato un valoroso cittadino. (4-15565)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15565 presentata da ROSSI ORESTE (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19980212 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
SANTANDREA DANIELA (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) 
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4/15565 
ROSSI ORESTE (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) 

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