INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13378 presentata da SCALIA MASSIMO (FEDERAZIONE DEI VERDI) in data 19930422

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_13378_11 an entity of type: aic

Ai Ministri dell'ambiente, per i beni culturali e ambientali e della sanita'. - Per sapere - premesso: che il comune di Lucca ha scelto come sito per una discarica di RSU della durata di 3 anni la localita' Cava di Monte Niquila, adiacente al Parco regionale di Migliarino - San Rossore, a poche centinaia di metri dal lago di Massaciuccoli, caro a Puccini; tale scelta e' stata approvata dalla Conferenza regionale ex articolo 3-bis legge 29 ottobre 1987, n. 441, e recepita nel piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti approvato dalla regione Toscana il 25 ottobre 1988; che il sito prescelto e' tutelato dai seguenti vincoli: 1) regio-decreto 3267/1923: vincolo idrogeologico; 2) legge n. 1497 del 1939: zona di rilevante interesse pubblico in base a decreto ministeriale 3 luglio 1975; 3) legge n. 431 del 1985: tutela delle zone di particolare interesse ambientale in attuazione del decreto ministeriale 17 luglio 1985; 4) L.R. 52/1982: sistema delle aree protette in Toscana di cui alle delibere del C.R. 420/1982, 406/1986, 296/1988. 5) decreto ministeriale 24 novembre 1984: norme di sicurezza antincendio (presenza di metanodotto di I categoria); 6) L.R. 61 del 1979: istituzione del Parco Naturale Migliarino - S. Rossore - Massaciuccoli (il cui quadro di riferimento progettuale per il P.T.C. - approvato con delibera del C.R. 515/1979 inglobava tale area); 7) delibera del C.R. 558/1989: prestazioni per il raggiungimento dei limiti previsti dalla legge n. 319 del 1976, e dalla delibera della G.R. 4953/1990: aree sottoposte a particolare tutela ambientale; 8) articolo 32 legge n. 394 del 1991: elaborazione di piani e programmi per la tutela di aree contigue ad aree protette; che un direttore generale del Ministero della sanita' ha definito la zona non idonea a ospitare discariche per i rischi di inquinamento delle falde acquifere; che nel maggio 1990 la segreteria generale dell'Organizzazione Mondiale del Termalismo, la Cattedra di Medicina Termale dell'Universita' di Pisa e l'Associazione Medica di Idroclimatologia avevano invitato il comune di Lucca a rinunciare alla realizzazione della discarica, per una tutela del patrimonio idro-minerale dell'area di Monte Niquila, suscettibile di sfruttamento a scopo termale; che in data 1^ dicembre 1990 la Soprintendenza ai beni AAAS di Pisa "considerando il rilevante valore paesaggistico della zona, confermato con lo specifico decreto ministeriale del 3 luglio 1975, fa rilevare l'esistenza di un contrasto di fondo fra le motivazioni della salvaguardia dei valori paesaggistici contenuti nel decreto riportato e la prevista discarica ed esprime quindi un preventivo parere di merito negativo"; che la "Scaglia", terreno prescelto per ospitare la discarica, presenta un coefficiente di permeabilita' compreso tra 10h-h4 e 10h-h6 cm/sec. (limite massimo per legge 10h-h6 cm/sec.) come riporta lo stesso rapporto di maggioranza dei professionisti favorevoli alla discarica; che proprio dai liveli argillitici della scaglia, a 65-45 m dal sito e' zampillata durante perforazione un falda artesiana a riprova della scarsa impermeabilita' della scaglia; che in una discarica canadese il telone di polietilene e' apparso lacerato in piu' punti dopo 7 anni di attivita'; che faglie distensive NW-SE e NE-SW sul lato ovest dei rilievi di Massaciuccoli rappresentano vie di penetrazione in profondita' per le acque meteoriche e mettono in collegamento le varie falde tra cui quella superficiale di Monte Niquila e quella profonda sotto la piana versiliese che alimenta, al Paduletto, gli acquedotti di Pisa e Livorno; che prove in pozzo hanno rivelato interferenze e quindi collegamenti tra il sito di Monte Niquila e localita' Cava Masoni poco distante dal Paduletto; che a conferma di cio' i valori del rapporto isotopico dell'ossigeno dh1h8O e il contenuto in tritio (U.T.) sono identici nelle acque dei pozzi di Monte Niquila e del Paduletto; che a soli 65-145 m dal sito, due pozzi hanno rivelato la presenza di una ricca falda artesiana risultata pura dal punto di vista chimico e batteriologico, alimentata da un bacino di 12 chilometri quadrati e da un serbatoio di 5 milioni di metri cubi, capace di soddisfare il fabbisogno di una cittadina di 40 mila-50 mila abitanti; che il comune di Massarosa ha gia' provveduto a collegare i pozzi suddetti con civili abitazioni; che l'intera vicenda della discarica di Monte Niquila e' oggetto di indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca; che in base all'articolo 6 comma 2, lettera g), del decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 1988, e' vietata l'installazione di "discariche di qualsiasi tipo anche se controllate" in una zona di rispetto con "estensione di raggio non inferiore a 200 metri rispetto al punto di captazione"; che l'accesso al sito di Monte Niquila e' garantito da una strada proveniente da Balbano larga non piu' di 3-4 metri, inadatta al transito di automezzi pesanti da e per la discarica; che nella delibera n. 1821 del 18 agosto 1988, la Giunta Municipale di Lucca afferma testualmente di voler conferire gli incarichi di valutare la fattibilita' della discarica di Monte Niquila e, in seguito, di progettare tale discarica agli stessi professionisti, malgrado la palese incompatibilita' dei due incarichi, ignorata dal Coreco; che l'importo del progetto stimato in 4,7 miliardi nella delibera della Giunta Municipale di Lucca del 5 ottobre 1989, n. 2305 e' salito in appena 6 mesi a 9,797 miliardi nella delibera del Consiglio comunale di Lucca del 15 marzo 1990; che i terreni su cui sara' realizzata la discarica sono stati acquistati dalla cooperativa Sistema di Modena per 5 miliardi contro un valore di mercato di 500 milioni; che in un articolo del Corriere della Sera dell'8 novembre 1991 Camillo Arcuri riferisce come il professor Nosengo dell'Universita' di Genova consulente tecnico d'ufficio incaricato dal Tribunale di Lucca di stendere un parere sulla fattibilita' della discarica di Monte Niquila sia stato oggetto di forti pressioni intese a fargli mutare parere; che interrogazioni dell'onorevole oggi senatore A.M. Procacci del 9 luglio 1990, del senatore Boggio del 15 gennaio 1992, e degli onorevoli Testa, Mussi e Cioni del 12 maggio 1992, hanno sollevato dubbi pesanti sull'opportunita' di approntare una discarica a cava di Monte Niquila; che in data 9 dicembre 1992, l'allora Ministro dell'ambiente Ripa di Meana in Parlamento ha esortato la regione Toscana a procedere "ad un'autonoma verifica sui termini piu' dibattuti, anche attraverso accertamenti istruttori"; che sempre il 9 dicembre 1992, lo stesso Ministro si e' riservata "la possibilita' di promuovere accertamenti da affidare a qualificati istituti universitari od a sezioni specializzate del CNR, o a procedere ad un ulteriore eventuale verifica da effettuare prima dell'avvio dei lavori di realizzazione dell'opera"; che la giunta regionale Toscana con delibera n. 01754 del 22 febbraio 1993, ha deciso di affidare le ulteriori indagini sulla idoneita' del sito di Monte Niquila al Dipartimento di Scienze della Terra dell'Universita' di Firenze; che a Firenze e a Lucca rispettivamente svolge le mansioni di Segretario Generale dell'Autorita' di Bacino dell'Arno e del Serchio il professor Raffaello Nardi, progettista della discarica di Monte Niquila; che il controllo esercitato dal professor Nardi sull'affidamento di incarichi di ricerca per decine di miliardi nell'ambito degli studi sui bacini dell'Arno e del Serchio, potrebbe condizionare l'operato e l'indipendenza di giudizio dei tecnici prescelti dalla regione Toscana -: se, in attesa che la Magistratura faccia piena luce sulla vicenda, non ritenga giusto impedire la realizzazione della discarica, per motivi di moralita' pubblica, per gli elevati pregi ambientali e paesaggistici e il valore storico culturale dell'intero comprensorio di Massaciuccoli, e per i gravi rischi di inquinamento di falde idriche, ribadendo i vincoli gia' esistenti, stranamente ignorati dalle autorita' a livello regionale e locale; se in alternativa alla realizzazione della discarica non ritengano inderogabile favorire lo sfruttamento del nuovo serbatoio di acqua rivelatasi adatta al consumo umano per un volume di 5 milioni di metri cubi, particolarmente preziosa data la grave carenza di risorse idriche che da anni affligge la piana di Pisa; se non ritengano opportuno affidare un autonomo giudizio di merito sul sito di Niquila a professionisti che operano al di fuori della Toscana e possibilmente al di fuori d'Italia, onde garantire un giudizio davvero libero dai condizionamenti esterni. (4-13378)
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MATTIOLI GIANNI FRANCESCO (FEDERAZIONE DEI VERDI) 
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