INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11728 presentata da DANIELI FRANCO (MISTO) in data 19970715

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Ai Ministri di grazia e giustizia, del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e delle finanze. - Per sapere - premesso che: la Itin spa con sedi in Roma e Catania, societa' del gruppo "Italimprese" (famiglia Rendo), a conclusione di una gravissima crisi triennale, che ha visto crollare gli addetti (da ottocento a trecentosessanta, di cui sessanta in servizio, il resto in Cigo e mobilita') ed il fatturato, e' stata dichiarata fallita dal tribunale di Roma con sentenza n. 941 dell'11 giugno 1997 (giudice delegato il dottor Raffaele Capozzi), curatore fallimentare la dottoressa avvocato Maria Virginia Perazzoli; i bilanci Itin degli ultimi tre anni sono stati tutti chiusi con passivita' complessive di circa cento miliardi; il portafoglio ordini attuale conta su due sole commesse, per complessivi venti miliardi, otto dei quali gia' ceduti al credito fornitori; lo stato d'insolvenza della Itin, al di la' dell'ammontare delle sessantadue istanze di fallimento - molte delle quali avanzati dal personale dipendente, che non percepisce lo stipendio da piu' di dodici mesi -, assomma a piu' di duecentoquaranta miliardi, e tutto cio' nonostante negli ultimi tre anni siano intervenuti a sostegno di tutto il gruppo "Italimprese" alcuni istituti di credito con rilevanti finanziamenti; i suddetti istituti (Banco di Sicilia, Bnl, Credit, Comit, Banca di Roma, Sicilcassa, Banca del Sud, San Paolo), costituitisi in pool, nonostante l'evidente stato di crisi del gruppo Rendo, hanno stipulato con lo stesso due convenzioni che, per il solo stato di fallimento Itin, producono gia' una perdita di centoventi miliardi; la situazione debitoria dell'intero gruppo non sembra poter fronteggiare l'insolvenza della Itin, ed anzi sembra dover richiedere la chiamata in solido della capogruppo; precedentemente al fallimento, vi e' stato il tentativo da parte della societa' Simp del Lussemburgo - ove ha sede anche la "Italimprese", finanziaria della famiglia Rendo - di acquisire attivita' della Itin, dietro detta societa' si celerebbero alcuni membri della famiglia; non e' da escludersi che, sotto altra forma, il tentativo della Simp venga ripetuto durante l'iter fallimentare; dalla data del fallimento sono in atto da parte della proprieta' pressioni per vanificare la procedura fallimentare anche attraverso ingiustificabili tentativi di appello alla legge "Prodi", allo scopo di impedire che si valorizzino le attivita' del curatore, finalizzate alla costituzione dei fondi necessari alla liquidazione dei creditori; a detti tentativi non e' probabilmente estranea la rinuncia all'incarico da parte del curatore fallimentare designato; alla rinuncia all'incarico da parte del curatore designato non risulta all'interrogante sia seguita un'immediata sostituzione da parte del tribunale, con cio' inevitabilmente impedendo le iniziative di curatela fallimentare a tutto vantaggio del fallito e a danno dei creditori; ad avviso dell'interrogante la crisi triennale della Itin, intervenuta improvvisamente nell'ambito di un ciclo positivo e consolidato, potrebbe nascondere un non limpido utilizzo delle risorse a disposizione del gruppo stesso -: se dispongano di notizie precise circa la crisi della societa' Itin e sugli sviluppi della procedura fallimentare, il cui sollecito corso ridonderebbe a favore dei creditori e soprattutto dei dipendenti, senza stipendio da un anno; se risultino le motivazioni che hanno spinto le banche menzionate in premessa a concedere credito al gruppo "Italimprese". (4-11728)
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DANIELI FRANCO (MISTO) 

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