_:B902c41d8f34c5aef0673f9fd21cd7bb0 "In merito all'interrogazione di cui all'oggetto, sulla base delle risultanze assunte dall'esame della documentazione relativa alla discarica di Cassola, si e' potuto rilevare che si evidenziano emissioni odorigene diffuse il cui regime giuridico e' disciplinato dal decreto del Presidente della Repubblica 203/88. Le normative statali vigenti che dettano le linee guida non prevedono limiti specifici per l'emissione di odori; tuttavia esiste la possibilita' di abbattere le emissioni mediante il convogliamento dei gas prodotti dalla fermentazione (biogas) ed il loro riutilizzo termico per la produzione di energia. Ouesti tipi di interventi sono previsti dalle normative di smaltimento dei rifiuti che prevedono altresi' che siano le Regioni a stabilire l'obbligo del convogliamento. L'area di pertinenza della discarica GIE (Gestione Impianti Ecologici Srl) rientra in parte nel territorio comunale di Cassola ed in parte in quello di Romano d'Ezzelino; si fa presente che negli anni 89-90 la stessa area veniva fatta oggetto da parte della societa' CALCESTRUZZI spa (Gruppo FERRUZZI), con sede in Ravenna di istanza per il rilascio di autorizzazione per escavazione di materiale per edilizia, presso la competente commissione della Regione Veneto. L'anzidetta ditta, che si era occupata della escavazione, nel gennaio del 1992 cedeva l'intera area, in sublocazione la parte rientrante nel territorio di Cassola ed in comodato gratuito la parte rientrante nel territorio di Romano d'Ezzelino, alla ditta GIE, la quale doveva gestire il conferimento, nella sola parte ricompresa nel territorio comunale di Cassola, di rifiuti speciali assimilabili agli urbani non putrescibili. La GIE risulta detenuta, per il 45 per cento delle azioni, della SIS (Societa' per l'igiene del Suolo) che e' una societa' di diritto privato controllata interamente dal Comune di Bassano del Grappa, per il 4 per cento dal Sig. Fabris Artenio, industriale del vicentino, mentre per il 51 per cento era detenuto dalla societa' ECO.CAL. di Ravenna successivamente acquistata da un consorzio di imprese e trasformata in Systema Srl, con sede in Brescia. Inoltre, la Systema Srl e' controllata dalle societa' SLIA Spa di Roma, FERRALPI Spa di Brescia, REBA, controllata dalla CALEPPIO SCAVI di Roma (Gruppo BRIGNOLI di Bergamo) e ISA, controllata dal Gruppo ROSSINI di Rimini, tutte con il 25 per cento circa del capitale. Tra gli amministratori della GIE spicca il nome del presidente e legale rappresentante MONTANUCCI Pier Angelo, residente in Roma, il quale in qualita' di amministratore anche della SYSTEMA Srl, risulta il punto di riferimento del gruppo per la discarica di Cassola. Al riguardo si fa presente che dei cinque consiglieri di amministrazione della SYSTEMA Srl, tre risultano essere stati inquisiti per reato contro la P.A., tra cui il MONTANUCCI, e uno di essi e' stato anche sottoposto ad un lungo periodo di carcerazione. Tali reati sarebbero stati compiuti in relazione ad altre societa' del gruppo, sempre connesse alla gestione di discariche, ma senza alcun riferimento ai fatti di Cassola. Ritornando all'attivita' svolta, la GIE si avvaleva di una delibera del Consiglio Comunale di Cassola, discussa ed approvata dalla Regione Veneto, con decreto n. 2116 in data 25.9.1992, che autorizzava il conferimento di rifiuti non putrescibili nell'area indicata, per un periodo di dieci anni. Tale autorizzazione presentava, pero', un vizio formale, dato che trattandosi di discarica controllata di seconda categoria tipo B, dovevano essere autorizzati solamente i conferimenti di rifiuti non putrescibili, previsti dalla normativa mentre, invece, nel succitato decreto regionale venivano indicati altri tipi di rifiuti, tra i quali vari scarichi industriali contenenti cellulosa ed altri materiali soggetti a decomposizione organica a contatto con l'acqua. Inoltre nella concessione rilasciata dalla Regione Veneto, l'Amministrazione Comunale di Cassola appariva quale beneficiaria di una somma di denaro in percentuale alla quantita' di rifiuti conferiti; pertanto, se si calcola che il volume complessivo delle discarica ammonta a circa 1.250.000 mc. di rifiuti, risulterebbe che il Comune di Cassola, nell'arco dei tre anni di attivita', abbia incassato circa 2.300.000.000 di lire su un giro di affari di circa sessanta miliardi complessivi. Va, comunque, precisato che la suddetta ricettivita' indicherebbe un volume d'affari complessivo ben maggiore, che si aggirerebbe sui cento miliardi: pero', sembra che la GIE, durante il controllo FERRUZZI, abbia praticato una politica dei prezzi estremamente aggressiva, che ha spiazzato le discariche concorrenti, ma ha determinato minori introiti, nonche' il riempimento del sito in tempi estremamente veloci. Peraltro, va aggiunto che la SIS ha svolto in appalto attivita' di trasporto di rifiuti all'interno della discarica, riuscendo cosi' ad effettuare un controllo sui pesi e sulle quantita', che ha garantito le entrate comunali e, in qualche modo, avrebbe anche dovuto garantire la corrispondenza dei materiali a quanto previsto normativamente. Inoltre, nell'apposita convenzione stipulata dalla ditta GIE e dal Comune di Cassola per la gestione della discarica, veniva previsto in aggiunta ai controlli di legge, un ulteriore controllo da effettuarsi a cura della stessa amministrazione sulla quantita' e tipologia di rifiuti smaltiti. Quest'ultimo incarico, finanziariamente di spettanza della GIE veniva conferito alla societa' RIPA di Vicenza, ditta operante nel settore del controllo dell'inquinamento ambientale, da molti reputata poco adeguata per svolgere correttamente le proprie funzioni. A tale contesto si verificavano, sin dal momento della chiusura del sito, nel gennaio 1996, varie segnalazioni da parte dei residenti nella zona, con cui si portava a conoscenza dell'Amministrazione Comunale l'esistenza di anomali fenomeni di esalazioni nocive di gas. Ne conseguiva che nell'aprile 1996 veniva imposto alla ditta GIE, con ordinanza sindacale, la messa in opera di un idoneo impianto di captazione e combustione di biogas proveniente dalla discarica. Successivamente segnalazioni circa l'aggravarsi del fenomeno rendevano necessarie ulteriori verifiche tecnico-sanitarie, effettuata dall'ULSS n. 3 di Bassano del Grappa e dal Comando Provinciale dei vigili del Fuoco, che, nel novembre 1996 accertavano la presenza anomala di una consistente concentrazione di biogas nella zona, tale da costituire pericolo per l'incolumita' e la salute dei cittadini residenti nella fascia la discarica, come confermato da un episodio di accensione di una sacca di biogas depositatasi all'interno della cantina di una abitazione. A questo punto il Sindaco del Comune di Cassola emetteva una ordinanza di sgombero cautelativo di due abitazioni, intimando nel contempo alla GIE di provvedere ad una urgente e meticolosa bonifica del sito, mediante la realizzazione di ulteriori linee di combustione e captazione di biogas. Tale situazione veniva segnalata, da parte del Sindaco del Comune di Cassola, anche alla Procura della Repubblica di Bassano del Grappa. Al riguardo va, altresi', riferito che l'improvvisa formazione di biogas nel sito sarebbe stata determinata da un improprio conferimento di rifiuti putrescibili, comunque inspiegabilmente previsti nella regolare autorizzazione regionale; pertanto, non essendo stata ufficialmente preventivata la formazione di biogas, il progetto iniziale approvato non era comprensivo dell'installazione di idoneo impianto di captazione e combustione di biogas, resosi successivamente necessario. Inoltre, come risulta dalla perizia stilata dallo \"Studio LAB ASA\" di Treviso, veniva accertato che nella discarica in menzione circa il 20 per cento dei conferimenti era costituito da materiale denominato \"Pulper di Cartiera\", ossia da un tipo di rifiuto non ricompreso nell'elenco di quelli ammessi allo svolgimeuto ne' dal Comune di Cassola ne' dai decreti di autorizzazione regionali e provinciali. Peraltro, anche la ditta TECNO AMBIENTE, incaricata dalla GIE di effettuare una perizia tecnica, ammetteva lo smaltimento in discarica di rifiuti putrescibili con il contenuto di cellulosa stimato tra il 10 e il 13 per cento. Circa i reali rischi per l'ambiente va segnalato, oltre al pericolo di esplosioni di alcune sacche di gas, il fatto che sono state rinvenute tracce di CVM (cloruro di vinile monomero), sostanza concerogena al cui riguardo la ULSS di Bassano ha gia' interessato l'Istituto Superiore di Sanita', allo scopo di accertare se si tratti di un rischio specifico ovvero generico, cioe' riguardante ogni tipo di discarica presente sul territorio nazionale. Alla stessa ULSS non risultano allo stato casi di nausee, cefalee e/o irritazioni di altro tipo connessi al funzionamento della discarica in parola. Per cio' che concerne gli odori insopportabili, va detto che effettivamente alcune proteste vi sono state ma solo prima della chiusura e della copertura della discarica. Si fa anche presente che la ditta TELECOGEN di Bussolengo (VR) ha contattato il Comune di Cassola per sfruttare la combustione del biogas per la produzione di energia elettrica, da cui, secondo alcune stime, sarebbe possibile trarre un utile di circa 500 milioni l'anno. Va ancora ricordato che la ditta GIE Gestione impianti Ecologici S.r.l. ha presentato alla Regione Veneto in data 19.1.1996, un progetto di bonifica e recupero ambientale della discarica controllata di seconda categoria tipo \"B\", sita in Comune di Cassola. Dall'esame della documentazione e' emerso che le opere descritte risultavano in variante all'originario progetto approvato con DPGR n. 344 del 4.2.1991, richiedendo, la ditta GIE, l'approvazione di un impianto di captazione del biogas, inizialmente non previsto ed una diversa profilatura della ricopertura finale della discarica. In considerazione delle predette circostanze e della segnalazione degli odori riportata dal Sindaco di Cassola con lettera del 13 gennaio 1996, la Regione ha ritenuto indispensabile effettuare un sopralluogo in loco, alla presenza dei tecnici della Regione stessa, della Provincia di Vicenza e del Comune di Cassola dal quale e' emerso che: 1. alcune opere in variante erano gia' realizzate, ancorche' non espressamente approvate; 2. la sistemazione finale della discarica non e' stata ancora completata, nonostante ne fosse prescritta l'ultimazione entro il 1995; 3. sussisteva la presenza di odore tipico di biogas. Pertanto, essendosi riscontrata una situazione difforme rispetto alla previsione di progetto il competente Dipartimento ha richiesto all'Amministrazione Provinciale di Vicenza ed alla ditta GIE ulteriori informazioni sul progetto di variante in questione. Successivamente, la Provincia di Vicenza ha trasmesso alcuni elementi utili all'istruttoria della pratica e nel contempo ha chiesto di stralciare, anticipandone l'esame da parte della CTRA, la parte tecnica del progetto relativa all'impianto di combustione del biogas, stante l'urgenza di porre in sicurezza il sito della discarica. In riscontro, alla predetta nota dell'Amministrazione Provinciale, il Dipartimento per l'ecologia e la tutela dell'ambiente, ha ritenuto che fosse piu' opportuno ottemperare a quanto suggerito dalla ULSS di Bassano del Grappa che chiedeva al Sindaco di Cassola l'emissione \"di una ordinanza contingibile ed urgente affinche' la ditta attivasse la suddetta combustione\", tenuto altresi' conto che detto impianto di captazione risultava gia' realizzato. Conseguentemente, il Dipartimento della Regione Veneto non ha ritenuto ammissibile lo stralcio dell'aspetto tecnico relativo alla captazione del biogas dal progetto di variante presentato dalla ditta GIE, ritenendo invece di sottoporre all'esame della CTRA l'intero progetto di variante, non appena la ditta in parola avesse trasmesso tutte le integrazioni richieste dalla Regione Veneto. Il progetto integrato e' stato pertanto trasmesso alla Commissione Tecnica Regionale Sez. Ambiente, che, nella seduta del 19.9.1996 espresse parere non favorevole all'approvazione dello stesso. La ditta GIE ha successivamente trasmesso alla Regione Veneto una versione riveduta ed integrata del progetto di variante della discarica 2B, in particolare per quanto concerne i seguenti aspetti: baulatura; ricomposizione finale; captazione e combustione del biogas-monitoraggio dell'atmosfera; ricomposizione finale; monitoraggio delle acque sotterranee; sistema di smaltimento del percolato; apprestamenti di prevenzione incendi; tutela dell'inquinamento acustico. Nel gennaio 1997 la Commissione Tecnico Regionale per l'Ambiente ha esaminato il nuovo progetto in variante presentato dalla GIE per la sistemazione finale del sito alla luce delle problematiche ambientali emerse e relative a: impianto di captazione e combustione biogas, tenuta della copertura superficiale, monitoraggio acque sotterranee. Tale progetto, nonostante il voto contrario di Provincia, Comune, ULSS e alcuni esperti che lo ritenevano inadeguato al raggiungimento degli obiettivi di messa in sicurezza del sito, e' stato licenziato con voto favorevole, subordinatamente al rispetto di alcune prescrizioni. Nelle more dell'adozione del relativo provvedimento di approvazione, il dirigente regionale, con nota del 21 gennaio 1997, ha invitato la ditta GIE a dare comunque inizio ai lavori. Alla ditta e' stato chiesto di: caratterizzare, mediante carotaggi ed indagini idonei i rifiuti stoccati ed il loro grado di decomposizione per calcolare la produzione di biogas al fine di adeguare la potenza dell'impianto di aspirazione; adeguare la rete di monitoraggio delle acque sotterranee con la realizzazione di altri due pozzi spia; integrare la copertura finale del sito con un telo in HDPE sopra lo strato sigillante di argilla. Le Amministrazioni competenti (Comune, Provincia, ULSS e PMP), per spiegare la formazione del biogas, hanno formulato l'ipotesi che i rifiuti autorizzati e conferiti fossero suscettibili di fenomeni putrefattivi qualora sottoposti a determinate condizioni ambientali; tale eventualita' non sarebbe stata adeguatamente valutata in sede di approvazione progetto. Tuttavia non e' da escludere che la ditta abbia effettuato conferimenti impropri di tipologie di rifiuti non autorizzati e soggetti a biodegradazione anche se tale eventualita' non e' stata riscontrata nel corso dei controlli effettuati dalla Provincia sui registri di carico e scarico della GIE in tutto il periodo di attivita' della discarica; essi hanno evidenziato la corrispondenza tra quanto registrato in carico e quanto autorizzato. Anche i controlli espletati da personale tecnico incaricato dal Comune di presidiare le operazioni di conferimento hanno confermato quanto sopra. La Provincia ha inoltre accertato che la conceria \"TRE EFFE\" di Fara Vicentina non ha mai smaltito i propri fanghi presso la discarica in questione. Sempre con riferimento all'attivita' di controllo della Provincia, l'Ente ha segnalato di aver proceduto a sanzionare la ditta per inadempienze amministrative ed in particolare per la mancata tenuta del quaderno di registrazione previsto dalla legge regionale n. 33/85, nonche' a fare rapporto all'Autorita' Giudiziaria per le difformita' verificatesi e riscontrate sull'impianto e la mancata ottemperanza a provvedimento di diffida. Per quanto concerne infine l'accertamento delle responsabilita' dei fatti accaduti, si e' a conoscenza che la Magistratura di Bassano ha avviato un procedimento anche su segnalazione dell'Amministrazione Provinciale di Vicenza. Il Ministro dell'ambiente: Edo Ronchi." . _:B902c41d8f34c5aef0673f9fd21cd7bb0 "19971120" . _:B902c41d8f34c5aef0673f9fd21cd7bb0 "MINISTRO MINISTERO DELL'AMBIENTE" . _:B902c41d8f34c5aef0673f9fd21cd7bb0 . "1"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06055 presentata da VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19961211"^^ . "4/06055" . "DE CESARIS WALTER (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI)" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06055 presentata da VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19961211" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . . . "VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI)" . . "19961211-19971209" . "2014-05-15T10:42:25Z"^^ . _:B902c41d8f34c5aef0673f9fd21cd7bb0 . "Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che: nel territorio del comune di Cassola (Vicenza) vi e' una discarica gestita dalla ditta Gie; si sono di recente verificati gravissimi incidenti causati da esplosioni da biogas che hanno indotto il sindaco ad evacuare la popolazione residente nei dintorni; il sito avrebbe dovuto essere riservato agli inerti e non contenere rifiuti putrescibili, causa della formazione del biogas; la Gie e' stata costituita nel febbraio 1989, quando Artenio Fabris, uno dei fondatori, titolare della conceria \"Tre Effe\", si trovava a dover smaltire 4700 T di fanghi da conceria; la composizione azionaria della Gie non e' per nulla chiara; nella composizione azionaria e' presente la Ecocal, a sua volta controllata dalla Calcestruzzi che, per avere l'appalto dall'Enel dello smaltimento delle ceneri della centrale di Gioia Tauro, ha trattato con la Cogeca, che - insieme a Calcestruzzi, da' vita alla Betoncal srl, alla cui presidenza siede Domenico Strangi; attraverso la Sis, la Gie gestisce diverse discariche nell'area bassanese -: che cosa intenda fare per analizzare il tipo di rifiuti stoccati a Cassola (Vicenza); come intenda intervenire per far luce sui misteri della gestione Gie, come piu' volte sollecitato dai sindaci di Cassola e Romano d'Ezzelino (Vicenza). (4-06055)" . . . "GALDELLI PRIMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI)" . .