INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05227 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19941115

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_05227_12 an entity of type: aic

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri dell'interno, di grazia e giustizia e della difesa. - Per sapere - premesso che: dalla ricostruzione dei magistrati di Bologna nella indagine sui depistaggi per le stragi e dalle relazioni peritali allegate alla requisitoria del P.M. della Procura presso il tribunale (proc. n. 1251/A/82 Pm) emergono nuovi importanti elementi circa le illegalita' della struttura clandestina Gladio, gravi reati commessi dai vertici del Sismi e supposti omissivi comportamenti dei magistrati della Procura di Roma della cui sbrigativa archiviazione non si e' ancora spenta l'eco: distruzione di documenti e dei relativi registri di protocollo la cui conservazione e' obbligatoria per 20 anni, la mancanza dei verbali di distruzione. Al fine di sottrarli alle perquisizioni del G.I. Felice Casson e dei magistrati della Procura Militare di Padova; in particolare presso la VII Divisione del Sismi si verificano i piu' gravi episodi di inquinamento e sottrazione delle prove a detta della Procura di Bologna "essendo rimasti i vertici della VII Divisione, la struttura cioe' oggetto d'indagine, gli esclusivi arbitri della consegna della documentazione all'AG". Questo e' stato possibile solamente grazie all'operato della Procura di Roma che, all'indomani della rimozione del segreto sugli archivi e dopo la prima visita del GI di Venezia, "procedevano alle operazioni di sequestro dei documenti Gladio, direttamente dopo aver provveduto ad allontanare il personale di PG che doveva assisterli", fatti questi documentati da minuziose relazioni dei Ros dei Carabinieri nell'aprile 1991 e dicembre 1993; il numero dei gladiatori (622) e' dolosamente falso. Quanto comunicato dall'onorevole Andreotti (su input del Sismi) riguardava solo il numero di civili esterni al Sismi e non il complesso dei componenti la struttura. Secondo le inchieste in corso si ha ragione di ritenere che la Gladio fosse composta da quasi tremila effettivi e di 1500 "a quadro", mobilitabili in caso d'emergenza, reclutati in larga parte negli ambienti dell'estrema destra. Ci sono fondati sospetti che anche la lista dei civili di Gladio sia non completa, come dimostrerebbe il fatto che il cittadino Vittorio Andreuzzi ha protestato per non essere stato incluso nell'elenco pubblicato. All'elenco diffuso dall'ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti devono essere aggiunti le centinaia di appartenenti, tutt'ora in servizio al Sismi e la cui militanza, sia pure per brevi periodi, nei quadri della VII Divisione, li vincolava ad vitam alla Gladio e costituiva titolo qualificante per conseguire promozioni. Tali promozioni avvenivano al di fuori delle prescritte commissioni di avanzamento e, benche' in congedo dalle FF.AA, assurgevano ad incarichi ai vertici del servizio. Ne conseguirebbe il fatto gravissimo che la Gladio, tramite i suoi esponenti di rilievo, avrebbe di fatto controllato e diretto l'intero Servizio segreto militare. In questa lista infatti apparterrebbero: il col. Benito Rosa di S.M. poi generale di corpo d'armata, poi all'OCSE di Parigi; il col. Paolo Inzirilli, poi generale di brigata, poi direttore di Ucsi, poi capo di stato maggiore; il tenente colonnello Pasquale Cerza, poi direttore del personale del Sismi, poi generale di brigata; il colonnello Alvaro Stanco, poi generale poi direttore della divisione Sanita'; il tenente colonnello Roberto Spunticchia, direttore divisione TLC; il colonnello Sergio De Francesco, direttore della divisione tecnico scientifica; e molti altri ancora; da quanto risulta dalle inchieste in corso, emergerebbe che tutti i componenti civili e militari della Gladio erano in possesso del Nos (nullaosta di segretezza) e cio' nonostante alcuni di essi siano risultati provenienti da formazioni dell'estrema destra o iscritti a logge massoniche coperte, come tra l'altro risulta dalle inchieste del Procuratore Cordova; in aperta violazione dell'articolo 10 della legge n. 801 del 1977, veniva ricostituita la Direzione di Sicurezza Interna (ex ufficio di sicurezza) fatta sciogliere dal Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini; presso la Direzione di Sicurezza di Roma, via del Policlinico 131, prestavano servizio agenti della Gladio della VII Divisione ed appartenenti alla sezione "K" tra cui il tenente colonnello Cavataio poi responsabile dell'addestramento e degli archivi della VII Divisione; l'ammiraglio Martini nel 1987 poneva a capo dell'organo esecutivo Ucsi (Ufficio Centrale per la Sicurezza) il generale Inzirilli, durante la cui gestione venivano concessi nullaosta di segretezza a ditte indagata per mafia o coinvolte in tangentopoli. Risulterebbe inoltre che in questo periodo il Sismi si sarebbe riappropriato di 250.000 fascicoli (dossier) di pertinenza della Presidenza del Consiglio; sempre nello stesso periodo sarebbero state autorizzate numerose missioni all'estero in paesi al di fuori della Nato, impiegando il personale della sezione K per addestramento, forniture di armi ed apparecchiature di ogni genere, il tutto senza mai informare il Cesis. Parimenti risulterebbe l'impiego di uomini della sezione K o dei nuclei Ossi o Gos in operazioni non attinenti ai compiti istituzionali (sequestro Moro, Dozier, rivolta carcere di Trani, sequestro Achille Lauro, aereo sequestrato a Malta, la cosiddetta "operazione Lima"); secondo una delle ipotesi avanzate dai magistrati di Bologna, la sezione K risulterebbe rivivere sotto la nuova sigla di Falange Armata di cui farebbero parte alcuni componenti della disciolta VII Divisione. Secondo quanto dichiarato ai magistrati dal segretario del Cesis Paolo Fulci, la Falange Armata sarebbe composta da 16 ufficiali della VII Divisione, arruolati in modo clandestino dal generale Pietro Musumeci tra gli ex paracadutisti della Folgore; la creazione della sezione K e' ascrivibile al capo della Gladio, Inzerilli. Infatti in un documento del 1976 allegato ad un suo manuale sulla guerra non ortodossa, Inzirilli delinea i compiti e la composizione degli Ossi (Operatori del Servizio Informazioni in tempo di pace) e dei Gos (Gruppo operatori speciali, in tempo di guerra) entrambi sotto la comune sigla K (Killer); nello stesso documento, in cui appaiono ben chiare finalita' non compatibili con la legalita' democratica, vengono date direttive in ordine a reclutamenti clandestini e creazione o ricostruzione di nuovi Nasco (depositi di armi); dalla ricostruzione dei giudici di Bologna, risulta che il numero di tali depositi (distrutti ufficialmente nel 1972) e' maggiore di quelli rinvenuti o segnalati con versioni diverse; predetta documentazione, che dimostra in maniera incontrovertibile la illegalita' di Gladio, non risulta acquisita agli atti della Procura di Bologna, essa e' stata sequestrata al C.T.U. della Procura Militare di Padova che veniva arrestato ed incriminato per rivelazione del segreto di Stato, unitamente al magistrato che aveva a lui affidato la perizia; successivamente a quanto esposto al precedente punto di premessa, veniva sottratta al suo giudice naturale e trasferita alla Procura Militare della Repubblica di Roma l'intera inchiesta sulla Gladio militare. A sua volta la Procura della Repubblica di Roma avocava a se' l'inchiesta, arrivando nel mese di luglio del 1994 a chiudere l'istruttoria con il rinvio a giudizio del gen. Inzirilli e di altri: restituiva percio' gli atti per competenza alla Procura Militare di Roma; risulta inoltre parimenti ascrivibile alla VII Divisione la creazione di altra struttura clandestina risultante operante anche dopo lo scioglimento della Gladio: il Centro Scorpione di Trapani. Tale centro, sorto in una zona ad alta intensita' mafiosa, di logge massoniche occulte, di traffici di armi e di droga, disponeva di un velivolo leggero e di una pista di atterraggio. Da numerosa documentazione sequestrata dai magistrati della Procura di Padova, e' emersa la falsita' contabile tenuta dal Centro che elargiva compensi a "fonti" inesistenti. Il Capo Centro, maresciallo Li Causi, non e' stato in grado di fornire plausibili spiegazioni; lo stesso maresciallo Li Causi, con differenti nomi di copertura, risulterebbe aver partecipato a numerose operazioni illegali condotte dalla VII Divisione. Dati questi precedenti risultano ancora non chiare le ragioni delle sua presenza in Somalia dove perse la vita, secondo la versione ufficiale, a causa di una pallottola vagante; ulteriori elementi sono emersi circa la illegalita' della esercitazione Delfino effettivamente svoltasi in Friuli. Tutto cio' contrariamente a quanto sostenuto nel 1992 dai magistrati della Procura di Roma che definirono l'esercitazione una "ipotesi di lavoro", una "esercitazione in vitro", provvedendo ad incriminare e far arrestare le persone che indagavano e che ne avevano presumibilmente rivelato l'esistenza -: come il Governo valuti gli ultimi gravi elementi emersi sulla struttura clandestina Gladio, considerato che la medesima non era compartimentata in una Divisione del Servizio Segreto militare ma che dello stesso ne assumeva di fatto la direzione riuscendo, con il concorso di Ucsi, a condizionare le funzioni e le procedure di reclutamento, di gestione delle carriere, degli appalti, delle commesse militari, della vendita o traffico di armi; quali provvedimenti siano stati adottati, anche aldila' di quelle che saranno le risultanze giudiziarie, nei confronti di tutti coloro che hanno comunque operato al di fuori dei compiti istituzionali del Servizio, in aperta violazione della legge n. 801 del 1977 (in particolare in merito al ruolo svolto dai componenti della sezione K e della cosiddetta Falange Armata); se non ritenga il Governo necessario assumere dei provvedimenti nei confronti dei magistrati della procura di Roma in merito alla "disinvolta" proposta di archiviazione della inchiesta sulla Gladio e sulla indebita sottrazione al giudice naturale della stessa; se non ritenga, qualora quanto esposto in premessa corrispondesse al vero, di dover consegnare alla verifica del Comitato parlamentare per i servizi segreti e alla Commissione d'inchiesta sulle stragi i 250.000 dossier illecitamente sequestrati dal Sismi alla Presidenza del Consiglio; se il Governo ha provveduto a sospendere dal servizio gli ufficiali indagati e i responsabili delle attivita' illecite della VII divisione del Sismi e/o Ucsi ed in particolare i 16 componenti della Falange Armata; se non ritenga il Governo doveroso rendere finalmente pubblica, o in subordine consegnarla al Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti e alla Commissione stragi, la lista completa di tutti i componenti della Gladio, compresa quella parte militare a suo tempo omessa dal Presidente del Consiglio pro tempore Giulio Andreotti. (4-05227)
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