INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04695 presentata da ZACCHEO VINCENZO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19941103

Al Ministro della sanita'. - Per sapere - premesso che: lo scorso 18 ottobre 1994 il consiglio della regione Lazio ha deliberato l'approvazione della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale ai sensi della legge n. 412 che stabilisce la chiusura degli ospedali con un numero di posti letto inferiore alle 120 unita'; le strutture ospedaliere interessate da questo provvedimento sono in tutto il Lazio ben 20 ma solo nei confronti di tre di esse tale provvedimento e' stato applicato: quella di Zagarolo (Roma) con 27 posti, quella di Veroli (Frosinone) con 30 posti e quella di Cori con 85 posti; al contrario delle prime due strutture, molto piu' piccole e gia' in via di smantellamento, l'ospedale di Cori risulta essere, invece, una struttura efficiente con un tasso di utilizzo dei suoi reparti che va da un minimo dell'80 per cento per la divisione di Ginecologia ad un massimo del 91 per cento per la divisione di Medicina e su cui si riversa l'utenza di un comprensorio di ben cinque comuni (Aprilia, Cisterna, Cori, Giulianello e Roccamassima) e 100 mila abitanti; esiste, inoltre, un piano di ristrutturazione gia' approvato, con finanziamenti per due miliardi e trecento milioni gia' assegnati, che andrebbero perduti qualora il nosocomio corese venisse disattivato; la sua chiusura, fatto certamente di maggiore gravita', priverebbe l'intera zona nord della provincia di Latina dell'unica struttura sanitaria pubblica esistente e su di essa resterebbe attiva solo una struttura privata, la clinica privata di Aprilia; va sottolineato, poi, che il vasto bacino di utenza formato dai suddetti comuni, una volta chiuso l'ospedale in questione, verrebbe dirottato sull'ospedale di Latina, una struttura gia' sovraffollata ed insufficiente rispetto alle attuale richieste, dotato di 478 posti letto mentre il suo fabbisogno supera le mille unita'; nel nosocomio del capoluogo pontino, inoltre, il costo giornaliero della degenza di un paziente e' di 950 mila lire, a Cori di 300 mila lire, il che significa che gli 85 posti sottratti al comune corese andrebbero a gravare su Latina con una triplicazione delle spese sanitarie; per protesta contro l'ingiusto provvedimento preso dal consiglio regionale del Lazio che non tiene affatto in considerazione ne' l'elevato grado di efficienza e di utilita' dell'ospedale di Cori, ne' le esigenze del suo bacino di utenza, un chirurgo del reparto di Medicina ed un'infermiera specializzata hanno iniziato uno sciopero della fame e per solidarieta' nei confronti del loro gesto sono state organizzate alcune manifestazioni popolari -: per quali ragioni tale provvedimento e' stato cosi' rigidamente applicato proprio nei confronti di un ospedale come quello di Cori che risulta essere utile e ben funzionante sia sotto l'aspetto sanitario che quello sociale, mentre ben altre diciassette strutture, in certi casi, con un numero di posti letto ancora minore, non sono rientrate nel processo di riorganizzazione della rete ospedaliera del Lazio; per quali ragioni si intende privare tutto il nord della provincia pontina dell'unico presidio ospedaliero situato su di esso; per quale motivo in altre zone della provincia e della regione esistono strutture sanitarie, irrazionalmente collocate l'una accanto all'altra, che non sono state sfiorate dal provvedimento regionale. L'interrogante fa inoltre presente la totale inopportunita' e l'irrazionalita', sia sotto il profilo sociale, sanitario, economico e della stessa organizzazione del sistema sanitario regionale, di un provvedimento che causerebbe un grave danno e numerosi disagi agli abitanti di quei comuni. (4-04695)