_:Bb875fbcdfb9620622e5a17d22d35b888 "Atto Camera Risposta scritta pubblicata mercoledì 2 agosto 2006 nell'allegato B della seduta n. 036 All'Interrogazione 4-00182\n presentata da ZANELLA Risposta. - In riferimento all'interrogazione indicata in esame, si forniscono i seguenti elementi di risposta comunicati dal Magistrato alle Acque - Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche di Venezia. Alla data odierna, non risulta essere stato disposto alcun rinvio a giudizio nei confronti di funzionari del Magistrato alle Acque. I procedimenti giudiziari cui gli interroganti hanno fatto riferimento sono stati avviati all'epoca della realizzazione da parte dell'Istituto, per il tramite del proprio Concessionario Consorzio Venezia Nuova, degli interventi di difesa spondale nell'isola di Torcello. Detti procedimenti si sono conclusi con sentenza del G.I.P. di Venezia n. 1072/2002, depositata in data 11 novembre 2002, a mezzo della quale è stato dichiarato non doversi procedere nei confronti degli imputati ing. Felice Setaro (Presidente del Magistrato alle Acque di Venezia all'epoca dei fatti), gli ingegneri Alfredo Caielli e Maria Giovanna Piva (attuale Presidente del Magistrato alle Acque di Venezia - Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche del Triveneto), il geometra Pietro Tosi (funzionario del Magistrato alle Acque di Venezia) ed l'ingegner Maurizio Moroni (Direttore dei Lavori). Per completezza d'informazione si comunica che la riferita decisione è stata, peraltro, impugnata dal pubblico ministero dinanzi alla Corte di cassazione che ha rigettato il gravame confermando la disposizione di assoluzione del G.I.P. di Venezia e che le opere di Torcello erano state autorizzate dalle competenti Autorità e prevedevano l'impiego di materiali in conformità alle previsioni del P.A.L.A.V. (Piano di area della laguna ed area veneziana). Per quanto concerne, invece, l'asserita responsabilità dell'Istituto e del Concessionario Consorzio Venezia Nuova per l'avvenuto cedimento delle rive di S. Marco si rappresenta quanto segue. L'intervento citato nell'interrogazione è denominato «Opere di difesa delle rive del bacino di San Marco - tratto compreso fra il Ponte della Paglia ed il Ponte del Vin»; è in corso di esecuzione e rientra tra quelli finalizzati alla salvaguardia di Venezia e della sua laguna indicati nell'articolo 3 della legge 29 novembre 1984, n. 798, la cui realizzazione è attribuita, ex lege; alla competenza dello Stato e per esso del Magistrato alle Acque di Venezia. Tale intervento prevede il ripristino del muro del molo compreso tra i due ponti per complessivi metri lineari 125 circa, ed è volto a consentire sia la difesa del centro storico dagli eventi mareali sia ad arrestare il progressivo deterioramento degli abitati della città. In considerazione dei numerosi soggetti che, a vario titolo, utilizzano il molo interessato dall'opera (trasporto pubblico, trasporto privato, gondolieri, etc), si è ritenuto opportuno suddividere il fronte d'intervento in tre distinte e progressive aree operative, da eseguire in diverse fasi, al fine di consentire l'utilizzo delle parti di volta in volta non interessate dai lavori. Le prime due fasi esecutive si sono concluse, rispettivamente, nel mese di luglio 2005 e nel mese di marzo 2006, mentre quella relativa al ripristino dell'ultima porzione di riva verso il ponte del Vin risulta, ad oggi, ancora in corso. Durante l'esecuzione dei predetti lavori sono state adottate tutte le modalità tipiche del restauro «conservativo» essendosi provveduto ad un accurato smontaggio delle porzioni di muro maggiormente degradato ed alla successiva ricostruzione con reimpiego dei mattoni recuperabili. Inoltre, al fine di limitare l'invasività dell'intervento, sono state eseguite una serie di iniezioni orizzontali con malte consolidanti ed antidilavamento che, sostituendosi a quelle erose, possono ripristinare la compattezza originaria del muro. I materiali impiegati, i loro pesi specifici e le tecniche d'intervento utilizzate sono sostanzialmente di tipo tradizionale e, utilizzando i medesimi materiali (mattoni e pietra calcarea) è stata costruita anche l'integrazione necessaria per il recupero della quota della sommità del muro. È appena il caso di evidenziare che il Magistrato alle Acque opera nell'ambiente lagunare da alcuni decenni e che le modalità esecutive sono già state largamente applicate per analoghi lavori di restauro di rive di marginamento senza che si siano mai verificate conseguenze non previste. Una volta ultimati gli interventi sulle rive si è provveduto a rimuovere il palancolato metallico provvisionale, precedentemente approntato al fine di mettere all'asciutto la zona interessata dai lavori, in modo da consentire gli interventi di risanamento delle sponde. A seguito di tale operazione si è constatato un disallineamento (una lieve curvatura) che ha interessato un tratto di riva per la lunghezza di circa 31 metri lineari, che ha comportato la comparsa di alcune fughe tra i «masegni» (trattasi di pavimentazione in blocchi di pietra trachitica) della porzione di pavimentazione retrostante il tratto di riva in argomento. La causa dello spostamento verificatosi è da ascrivere all'anomalo comportamento delle caratteristiche meccaniche del terreno che sostiene il muro di sponda. Una volta constatata l'origine del disallineamento, si è provveduto a smantellare, con recupero del materiale, due piccoli pontili e una porzione di una pedana provvisori, predisposti come approntamento per la terza fase dell'intervento, per poter dar corso alle necessarie ispezioni subacquee e ad i primi provvedimenti di contrasto del fenomeno. Inoltre, nessun elemento utilizzato per il risanamento ed il restauro della riva bacino S. Marco risulta danneggiato e il rivestimento in pietra del muro non presenta alcuna crepa. Il tratto di riva in argomento dallo scorso mese di aprile viene monitorato tramite una rete di 27 punti di misurazione, per controllare eventuali spostamenti planimetrici ed altimetrici che non si sono ulteriormente manifestati, potendosi perciò affermare che il fenomeno deve ritenersi esaurito. Tutti gli interventi di restauro del muro di sponda che ha manifestato gli spostamenti sono stati continuamente seguiti dai competenti tecnici della Soprintendenza. Oltre a ciò si informa che il progetto è stato autorizzato dalla Commissione per la Salvaguardia di Venezia con nota n. 53034 del 3 aprile 2003, su positivo parere espresso dalla Soprintendenza con nota n. 3828/2003. La Soprintendenza stessa ha, peraltro, seguito la fase di progettazione proprio allo scopo di garantire l'impiego di tecniche condivise. In ultima analisi si evidenzia che non sussiste alcun collegamento tra l'intervento di risanamento della riva del bacino S. Marco e la realizzazione degli interventi di regolazione dei flussi di marea alle bocche di porto di Venezia: quest'ultimo, infatti, non risulta in alcun modo comparabile con quello oggetto dell'interrogazione che si riscontra, presentando caratteristiche esecutive e finalità assolutamente dissimili. Alla luce di quanto sopra esposto si ritiene che non possa essere sollevato alcun dubbio in ordine all'operato del Magistrato alle Acque di Venezia con riferimento al comportamento dei propri funzionari i quali, si ribadisce, non risultano essere stati condannati per alcun reato connesso ai lavori eseguiti nell'isola di Torcello. Con riguardo alle evidenziate questioni archeologiche, occorre sottolineare che il Magistrato ed il Consorzio Venezia Nuova operano, da circa 15 anni, in stretto coordinamento con la Soprintendenza per i Beni Archeologici, effettuando analisi e mappature preliminari alla progettazione ed all'avvio dei lavori, anche quando l'area non è sottoposta a vincolo archeologico, proprio per evitare qualsiasi problematica connessa all'eventuale presenza di reperti. E questo ben prima che entrasse in vigore la verifica preventiva dell'interesse archeologico di cui all'articolo 2- ter del decreto-legge 26 aprile 2005 n. 63, convertito in legge dall'articolo 1, legge 25 giugno 2005 n. 109. Tale modus operandi ha consentito in passato importanti ritrovamenti (in particolare la galea di Boccadilama e la gradinata delle Vergini all'Arsenale) che hanno rappresentato una testimonianza dei positivi effetti della collaborazione avviata tra le diverse Autorità Pubbliche e l'esecutore delle opere. Se poi vi sono stati ritrovamenti nel corso della realizzazione dei lavori, sebbene le ricerche preliminari avessero dato esito negativo, non può essere affatto indice di omissioni o carenze nello sviluppo delle opere stesse. Il Ministro delle infrastrutture: Antonio Di Pietro." . _:Bb875fbcdfb9620622e5a17d22d35b888 "20060802" . _:Bb875fbcdfb9620622e5a17d22d35b888 "MINISTRO INFRASTRUTTURE" . _:Bb875fbcdfb9620622e5a17d22d35b888 . . . . . "1"^^ . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00182 presentata da LUANA ZANELLA martedì 6 giugno 2006 nella seduta n.009 ZANELLA e CACCIARI. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che: il Consorzio Venezia Nuova ha in concessione allo Stato tramite il Magistrato alle acque la realizzazione di opere e interventi per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna; il Magistrato alle acque ha il compito di vigilare affinché le risorse pubbliche destinate dallo Stato alla salvaguardia di Venezia e della sua laguna siano impiegate correttamente; già nel corso della precedente legislatura l'interrogante e altri onorevoli colleghi, anche a fronte di preoccupanti procedimenti giudiziari e al contestuale rinvio a giudizio di alti funzionari, tra i quali l'attuale Presidente della Magistratura alle acque e il suo predecessore con numerosi atti di sindacato ispettivo avevano già posto all'amministrazione la questione dell'improrogabile necessità di garantire da parte del Magistrato alle acque, cui spetta oggi come in passato, una funzione vitale per la sopravvivenza della realtà lagunare, i più elementari principi di trasparenza, correttezza e imparzialità; le rive di San Marco, oggetto di un intervento di restauro e consolidamento (rifacimento delle rive e rialzo della pavimentazione) da poco terminato, hanno subito accusato crepe e cedimenti. In particolare, come riportato dagli organi di stampa, una grossa crepa si è aperta nel pieno della riva marciano a pochi passi dal Palazzo Ducale, l'intero fronte è scivolato per circa 50 centimetri e al centro della riva le pietre si sono sollevate di una misura equivalente. I pontili per le gondole appena costruiti sono quindi dovuti essere demoliti; a giudizio dell'interrogante è chiaro che questi interventi sono assolutamente inadeguati, in particolare l'impiego massiccio del cemento, per le sue caratteristiche fisiche e meccaniche, in genere non appare assolutamente adatto in ambiti edilizi medioevali e specialmente in laguna (come già mostrano inquietanti segni di cedimento alla Giudecca e alle Zattere), in particolare, nonostante le contraddittorie affermazioni del vicepresidente della Magistratura alle acque che individua le cause del cedimento nella «incoerenza» del terreno, è evidente che l'eccessivo peso dei materiali impiegati ha spezzato il delicato equilibrio del sottosuolo. «Danno la colpa al terreno incoerente», accusa tra gli altri l'associazione Italia Nostra, «ma la fragilità del sottosuolo veneziano è universalmente nota. Significa che quegli interventi non vanno bene»; da più parti è stata sollevata la questione delle necessità di intervenire nel contesto lagunare tenendo conto dei delicatissimi equilibri idrogeomorfologici, ambientali e anche del profilo paesaggistico, storico e architettonico, il che il più delle volte coincide con il rispetto e il recupero della tradizione. La stessa sovraintendenza si è espressa chiaramente in merito sollecitando l'uso dei metodi tradizionali che non solo risultano più sicuri e collaudati, ma anche più duraturi; in questo contesto occorre ricordare lo scandalo di Torcello del 2000, quando al posto delle tradizionali rive in mattoni gli abitanti trovarono banchine «portuali» in ferro e calcestruzzo. Allora, sospesi i lavori nell'indignazione generale fu stilato un protocollo per l'impiego dei materiali tradizionali che il Consorzio sembra però aver rimosso; più recentemente la sovraintendenza ai beni archeologici è dovuta intervenire per tutelare reperti storici ovali sommersi danneggiati per incuria nel corso degli interventi di restauro; i casi sopraccitati destano grande preoccupazione perché il Mose segue, su grande scala, una logica d'intervento analoga, basti pensare alla prevista messa in opera di alcuni milioni di tonnellate di calcestruzzo sul fondale lungo alcuni chilometri -: quali misure l'amministrazione intende prendere per garantire, infine, che il Consorzio Venezia Nuova e il Magistrato alle acque, svolgano i loro rispettivi compiti nel migliore dei modi, con trasparenza e saggezza; se, in questo delicato frangente per Venezia e la sua Laguna non si ritenga necessario far svolgere ulteriori perizie e assicurare una più stretta vigilanza del loro operato al fine di evitare nuovi costosi e potenzialmente irreparabili incidenti, frutto non solo di pressapochezza ma anche di scelte radicalmente e strategicamente errate; se, infine, non si ritiene auspicabile, come suggerito dall'associazione Italia Nostra, una modificazione dei protocolli d'intesa sugli interventi di restauro al fine di favorire l'impiego dei metodi tradizionali d'intervento. (4-00182)" . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00182 presentata da ZANELLA LUANA (VERDI) in data 06/06/2006" . "ZANELLA LUANA (VERDI)" . "20060606-20060802" . "20060802" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00182 presentata da ZANELLA LUANA (VERDI) in data 06/06/2006"^^ . "4/00182" . . "20060606" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "Camera dei Deputati" . "CACCIARI PAOLO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA)" . "2015-04-28T22:18:32Z"^^ . _:Bb875fbcdfb9620622e5a17d22d35b888 .