INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00113 presentata da BIANCOFIORE MICHAELA (FORZA ITALIA) in data 30/05/2006

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00113 presentata da MICHAELA BIANCOFIORE martedì 30 maggio 2006 nella seduta n.007 BIANCOFIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: nella giornata del 21 maggio 2006 si è svolto nel comune italiano di Bressanone in Alto Adige, il tradizionale raduno degli Schützen al quale hanno partecipato oltre 6 mila così detti «Tiratori scelti»; allo stesso era presente, accompagnato dalle compagnie degli Schützen dell'Austria e della Germania, il Presidente del parlamento austriaco Andreas Khol che, a giudizio dell'interrogante, si è distinto per affermazioni che hanno fatto ancora una volta trasparire una tendenza egemonica sull'Alto Adige e un certo disappunto sull'appartenenza stessa dell'Alto Adige allo Stato italiano. Uno dei tanto precedenti risale ai festeggiamenti per gli 800 anni di Colle Isarco, frazione del comune della città di Brennero, per i quali il Presidente Khol era prontamente (non si sa a quale titolo), presente. Nel corso di quella cerimonia giunse ad ammonire l'economia locale a non cadere in non ben definiti «vecchi errori» e consigliò animatamente - pur cosciente di trovarsi in terra italiana - di non usare la denominazione «Porta Italia» per un nascente centro commerciale a Brennero, ma di usare quella di «Porta Südtirol»; nel corso dell'adunata del 21 maggio 2006, di concerto con il Presidente della Giunta della Provincia autonoma di Bolzano - Luis Durnwalder -, il Presidente Khol si è spinto non solo a chiedere la libera circolazione in Europa delle armi (sciabole e fucili), perfettamente funzionanti degli Schützen ma anche che potessero essere introdotti in Italia, in palese violazione dell'ordinamento giuridico italiano, i fucili imbracciati dagli Schützen di oltrebrennero e cioè quelli in grado di fare fuoco; nelle dichiarazioni seguite al raduno, il divieto sancito dalla legge italiana di venire in Italia con le loro armi agli Schützen di Austria e di Baviera è stato paradossalmente bollato dal Presidente della Giunta Provinciale Durnwalder come «antieuropeo»; come riportato dalla stampa nei mesi scorsi, il Presidente del Parlamento austriaco parrebbe non essere stato solo il destinatario ma anche l'ispiratore della «sdegnosa» petizione dei 116 sindaci altoatesini che hanno chiesto di fatto l'annessione all'Austria; egli è prontamente intervenuto attraverso i media altoatesini (mentre il Parlamento italiano discuteva la riforma costituzionale lo scorso ottobre) rendendosi sedicente difensore della Vaterland (terra dei padri) cioè dell'Alto Adige e, secondo l'interrogante, di fatto tentando indirettamente di influenzare il corso stesso della riforma -: se ritenga in particolare in periodo di terrorismo internazionale e di focolai di revanscismi accompagnati da violenze che stanno sempre più affliggendo le regioni pangermaniche, che siano da assecondare effettivamente le richieste del Presidente della Provincia Autonoma e del Presidente Khol annunciate a mezzo stampa, di permettere l'uso e l'introduzione delle armi funzionanti degli Schützen d'oltrebrennero; se ritenga che vi sia il rischio nel caso di effettiva introduzione di consistenti quantitativi di dette armi che possano verificarsi gravi reati; se sia auspicabile arrestare preventivamente e definitivamente questa tendenza che sotto un non ben specificato «folclore» - peraltro sostenuto con soldi pubblici erogati da enti locali dello Stato italiano -, inneggia di fatto allo scontro, ad una ingiustificata e provocatoria minaccia di autodeterminazione e addirittura spesso celebra il ricordo di coloro che sono stati condannati in Italia per atti di terrorismo; se non ritenga, di contro alle richieste presentate da Khol e Durnwalder, vista anche la spiccata ostentata natura «pacifista» del governo del quale si onora di far parte, che debbano essere rimosse le allusioni alla guerra, limitando l'uso delle armi storiche, concesso dall'allora Ministro dell'interno Bianco, anche agli Schützen altoatesini che con una semplice modifica possono tornare a far fuoco; cosa si nasconda dietro l' escalation di provocazioni degli ultimi mesi che la comunità italiana altoatesina sta continuando a subire senza motivi, condannate anche da quella parte di minoranza tedesca e ladina che è orgogliosa di appartenere ad uno Stato italiano artefice della più ampia e remunerata forma di Autonomia conosciuta in Europa; se dietro le iniziative in Italia del Presidente del Parlamento austriaco Andreas Khol, acclamato dagli Schützen altoatesini come «presidente del parlamento nazionale» (con la suggestione che il Presidente Khol sia da considerare presidente di un neonato parlamento pantirolese) e accolto con tutti gli onori riservati ad un Capo dello Stato, si celi l'intenzione di riunire il Grande Tirolo secondo i confini antecedenti il 1918 nonostante la firma nel 1992 da parte dell'Austria della «Quietanza liberatoria» al Pacchetto di leggi per l'Alto Adige; cosa intenda fare il Governo italiano per difendere l'onore e l'unità dello Stato italiano e mettere fine a quelle che all'interrogante appaiono vere e proprie pericolose istigazioni politiche che - come è emerso sulla strada del corteo della parata degli Schützen - vengono respinte pacificamente ma non senza tensioni da parte della popolazione di tutti i gruppi linguistici caratterizzanti l'Alto Adige, mediante la spontanea simbolica esposizione e ostentazione del tricolore italiano.(4-00113)
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