INTERPELLANZA 2/00701 presentata da SCHIRRU AMALIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100506

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Atto Camera Interpellanza 2-00701 presentata da AMALIA SCHIRRU giovedi' 6 maggio 2010, seduta n.318 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che: in Sardegna, in quanto regione autonoma, e' lo statuto speciale, legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 9 marzo 1948, n. 58, a prevedere quali sono i beni demaniali regionali. All'articolo 14 si prevede che «la Regione, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare ed in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo»; la regione, in quanto titolare di tale bene, esercita a pieno titolo tutte le funzioni relative alla gestione del demanio idrico (i fiumi, i torrenti, i laghi, e le acque definite pubbliche); l'articolo 29 del codice della navigazione (e all'annesso Regolamento per la navigazione marittima) di cui al regio decreto n. 327 del 1942, entrato in vigore il 21 aprile 1942 e tuttora vigente, cita le pertinenze del demanio marittimo ossia: «le costruzioni e le altre opere appartenenti allo Stato, che esistono entro i limiti del demanio marittimo e del mare territoriale, sono considerate come pertinenze del demanio stesso». Tali opere (fari, moli, argini, e altro) sono caratterizzate da un rapporto di accessorieta' rispetto al bene demaniale, col quale si immedesimano; con l'accordo di programma sottoscritto il 7 marzo 2008 tra la regione Sardegna, il Ministero della difesa e l'Agenzia del demanio sono state definite le procedure, i tempi e le modalita' di dismissione degli immobili, dei beni demaniali dallo Stato alla regione. Tre sono stati gli allegati contenenti lunghi elenchi di beni, tra i quali quelli immediatamente dismissibili e quelli da dismettere dopo la riallocazione delle funzioni in altre infrastrutture da parte della regione (caserme, ospedali militari, importanti complessi alloggiativi). Un elenco di beni effettivamente utilizzati per gli usi governativi. Un elenco di beni invece non piu' destinati a usi governativi e che quindi oggi sono stati trasferiti, oltre 350. Un elenco di beni sui quali si continua a discutere, se ci sia effettivamente un uso governativo o meno, e sul quale si sarebbero dovuti perfezionare nuovi sopralluoghi e verificato ulteriormente; e poi e' stato fatto un ulteriore elenco di beni che invece sono stati trasferiti, sulla base di un ordinanza di protezione civile, che ha riguardato i beni militari della Maddalena e altri. Oggi, di quell'accordo non si conosce l'iter di attuazione e continuano a verificarsi episodi lesivi delle prerogative disciplinate dallo statuto speciale della regione Sardegna. Si ignora parimenti se la Commissione paritetica Stato-regione prevista dall'articolo 56 dello Statuto, recentemente rinnovata, stia operando in tale ambito; recentemente, per fare un esempio, la regione Sardegna ha dichiarato, per quanto riguarda il faro di Punta Scorno, nel comune di Porto Torres, di essere la legittima proprietaria sin dal 1994 quando l'Agenzia del demanio l'avrebbe trasferito alla regione che lo ha iscritto nel conto patrimoniale con il numero identificativo 2133; successivamente il Ministero con ulteriore nota ha dichiarato la titolarita' statale del bene, ribadendo che, se non fosse intervenuto specifico accordo, lo avrebbe tenuto nel proprio conto patrimoniale. Analoghe ipotesi di utilizzi per finalita' turistiche sono state recentemente dichiarate Capo Sandalo (Carloforte), Capo Mannu (S. Vero Milis), Isola del Porto (Olbia); emerge chiaramente - in ogni caso - l'obbligo di trasferimento al demanio o al patrimonio indisponibile della regione autonoma della Sardegna dei beni che abbiano perso la loro funzione di difesa militare mediante specifica dichiarazione ovvero de facto, ad esempio quando il competente Ministero della difesa ipotizzi il loro utilizzo con finalita' turistiche, le quali palesemente esulano dai compiti istituzionali della difesa nazionale. Si tratta, infatti, di conseguenze pacificamente derivanti dall'applicazione dell'articolo 14 dello statuto speciale per la Sardegna (legge costituzionale n. 3 del 1948 e successive modifiche e integrazioni); allo stato attuale, le normative attuative della riforma costituzionale del Titolo V (legge costituzionale n. 3 del 2001) pongono il principio secondo cui le competenze non attribuite espressamente allo Stato spettano alle regioni e agli enti locali. Tuttavia emerge un disorganico quadro normativo di riferimento; risulta, quindi, difficile coniugare le suddette previsioni con le norme del codice della navigazione relative alle funzioni dell'autorita' marittima in tema di delimitazione, sdemanializzazione o di ampliamento del demanio marittimo (tuttavia, a riportare chiarezza e' intervenuta la giurisprudenza amministrativa ritenendo che tutti i provvedimenti che incidono sull'aspetto dominicale del demanio marittimo permangano in capo allo Stato) o, ancora, con l'articolo 59 del regolamento per la navigazione marittima, recante disposizioni sul potere di ordinanza del comandante del porto; tutto cio' comporta inevitabili conflitti d'attribuzioni tra le diverse amministrazioni coinvolte (autorita' marittime, autorita' portuali, autorita' regionali ed enti locali) e, di conseguenza, notevoli difficolta' che si ripercuotono nel concreto esercizio delle funzioni di polizia amministrativa dei beni demaniali, che non di rado si tramutano in problematiche operative sul piano dell'esercizio dei poteri di polizia giudiziaria -: se non ritenga opportuno promuovere una rivisitazione delle norme codicistiche e la redazione di un Testo unico in materia demaniale ovvero di un intervento chiarificatore finalizzato ad individuare e definire quelle «zone grigie» che ancora oggi pervadono la materia de qua; se non ritenga opportuno comunicare l'elenco di tutti i beni immobili la cui funzione della difesa nazionale e' cessata, ricadenti nel territorio della regione Sardegna e non ancora iscritti negli elenchi delle cessioni; se non ritenga opportuno predisporre un elenco dei beni ricadenti nel territorio della Sardegna non ancora transitati dal patrimonio dello Stato a quello regionale nonostante la cessata funzione originaria, oggetto di iniziative analoghe a quelle intraprese per i predetti casi; se non ritenga necessario avviare un'urgente e puntuale ricognizione dei beni ancora in capo al demanio militare e che non hanno piu' alcuna funzione connessa con quelle originarie, per procedere ad una rapida cessione degli stessi alla regione autonoma della Sardegna in base all'articolo 14 dello statuto speciale della Sardegna; se non intenda convocare immediatamente la regione Sardegna nel prossimo tavolo annunciato per le regioni a statuto speciale, per definire i provvedimenti di attuazione della legge n. 42 sul federalismo fiscale, e per il completamento del definitivo passaggio dei beni demaniali. (2-00701) «Schirru, Calvisi, Pes, Marrocu, Melis, Fadda, Arturo Mario Luigi Parisi, Bellanova, Bucchino, Servodio, Farinone, Gnecchi, Causi, Nannicini, Murer, Tempestini, Antonino Russo, Cardinale, Siragusa, Strizzolo».
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INTERPELLANZA 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BUCCHINO GINO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CALVISI GIULIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CARDINALE DANIELA (PARTITO DEMOCRATICO) 
CAUSI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
FADDA PAOLO (PARTITO DEMOCRATICO) 
FARINONE ENRICO (PARTITO DEMOCRATICO) 
GNECCHI MARIALUISA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MARROCU SIRO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MELIS GUIDO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MURER DELIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
NANNICINI ROLANDO (PARTITO DEMOCRATICO) 
PARISI ARTURO MARIO LUIGI (PARTITO DEMOCRATICO) 
PES CATERINA (PARTITO DEMOCRATICO) 
RUSSO ANTONINO (PARTITO DEMOCRATICO) 
SERVODIO GIUSEPPINA (PARTITO DEMOCRATICO) 
SIRAGUSA ALESSANDRA (PARTITO DEMOCRATICO) 
STRIZZOLO IVANO (PARTITO DEMOCRATICO) 
TEMPESTINI FRANCESCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
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