MOZIONE 1/00490 presentata da MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101111

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Atto Camera Mozione 1-00490 presentata da MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO testo di giovedi' 11 novembre 2010, seduta n.394 La Camera, premesso che: ogni anno la Commissione europea sottopone al Consiglio europeo di primavera una relazione sui progressi compiuti per promuovere la parita' di genere negli Stati membri dell'UE nonche' le sfide e le priorita' per il futuro; la parita' tra donne e uomini e' un diritto fondamentale e uno dei principi comuni dell'Unione europea; la parita' di genere non e' solo una questione di diversita' e di equita' sociale, essa costituisce anche uno dei presupposti per il raggiungimento degli obiettivi di crescita sostenibile, di occupazione, di competitivita' e di coesione sociale; sulla base di tali presupposti le politiche della parita' di genere devono essere considerate pertanto investimenti a lungo termine, non costi a breve termine, la lotta contro le diseguaglianze persistenti tra le donne e gli uomini in tutte le sfere della societa' rappresenta una sfida a lungo termine in quanto comporta cambiamenti strutturali e comportamentali nonche' una ridefinizione dei ruoli delle donne e degli uomini; le donne sono piu' esposte al rischio di poverta' rispetto agli uomini, in parte perche' guadagnano di meno, perche' occupano piu' spesso posti di lavoro meno valorizzati e piu' precari e assumono compiti di cura delle persone dipendenti senza essere retribuite. La poverta' colpisce soprattutto le donne in situazioni di vulnerabilita', come le madri nubili, le donne anziane sole, le donne disabili e le donne immigrate o appartenenti a minoranze etniche; un buon equilibrio tra vita professionale e vita privata sia per le donne che per gli uomini presuppone un'organizzazione moderna del lavoro, la disponibilita' di servizi di assistenza di qualita' ad un costo abbordabile e una ripartizione piu' equa delle responsabilita' familiari e domestiche. La possibilita' di conciliare lavoro e famiglia ha un impatto diretto sull'occupazione delle donne e sulla loro posizione sul mercato del lavoro, nonche' sulla loro retribuzione e indipendenza economica lungo l'intero arco della vita. Una sfida importante consiste nell'attuare politiche e incentivi volti ad incoraggiare e a rendere possibile l'assunzione da parte degli uomini di maggiori responsabilita' nell'assistenza alle persone non autosufficienti e a livello familiare. Le politiche devono inoltre tener conto del numero crescente di famiglie monoparentali, costituite nella maggior parte dei casi da un genitore donna; nonostante l'Unione europea abbia contribuito in maniera rilevante alla promozione della condizione femminile e al miglioramento della vita di donne e uomini elaborando un corpus, normativo sulla parita' di trattamento e integrando esplicitamente la dimensione di genere nelle sue politiche e nei suoi strumenti, l'evoluzione positiva verso una societa' e un mercato del lavoro piu' egualitari e' ancora molto lunga e, l'attuale crisi economica porta a temere che i risultati fino qui ottenuti in fatto di pari opportunita' possano essere compromessi; secondo i dati del Global gender gap report 2010 elaborato dal World economic forum e ripresi poi anche dal quotidiano «Il Sole 24 Ore» del 13 ottobre 2010, l'Italia e' ultima in Europa nelle opportunita' di lavoro per le donne; tali dati evidenziano come tra i 114 Paesi in esame, nell'arco degli ultimi cinque anni, l'Italia sia tra quel 14 per cento di Paesi che hanno registrato un peggioramento nelle differenze di genere passando dal sessantasettesimo posto nel 2008 al settantaduesimo nel 2009 all'attuale settantaquattresimo posto; in particolare, nel nostro Paese, e' penalizzato l'accesso e le opportunita' delle donne nel mondo del lavoro infatti in quest'ambito l'Italia scende addirittura al novantacinquesimo posto su un panel di 134 Paesi dell'ultimo rapporto. La differenza piu' rilevante e' nella partecipazione alla forza lavoro che vede, le donne impegnate al 52 per cento mentre gli uomini raggiungono il 74 per cento e nella corresponsione dei salari dove le donne mediamente guadagnano il 50 per cento degli uomini; questa condizione cosi' drammatica della condizione femminile nel mondo del lavoro e' tanto piu' significativa e preoccupante se si raffronta con i dati relativi all'accesso all'istruzione sia essa primaria che secondaria, dove le ragazze superano di gran lunga i ragazzi con il 79 per cento contro il 56 per cento e rappresentano ormai il 60 per cento dei laureati italiani con punteggi che in media sono maggiori di quelli dei ragazzi (106 contro 104) in un arco di tempo di studi inferiore (eta' media 26,8 anni contro 27,5 anni); dalle tabelle allegate alla proposta di legge di stabilita' per il 2011 emerge che al Ministro per le pari opportunita' sono state assegnate risorse solo per 2 milioni di euro a fronte di uno stanziamento solo due anni fa pari a 30 milioni di euro nonostante che il Ministro per le pari opportunita' sia in prima linea insieme al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per cio' che riguarda le politiche volte alla promozione delle pari opportunita' nell'accesso al lavoro, nella conciliazione dei tempi di lavoro e della famiglia, impegna il Governo: ad assumere iniziative per definire aiuti economici e fiscali concreti quali, in particolare, incentivi economici all'assunzione di donne sotto forma di credito di imposta per un periodo di almeno 5 anni e in misura maggiore nel Mezzogiorno dove le percentuali di occupazione femminile sono le piu' basse, un tax credit a copertura delle spese di cura per i figli a carico, sperimentato gia' in vari Paesi, a cui si possono aggiungere gli aiuti previsti in generale per la cura dei figli onde evitare che queste pesino solo sulle donne e si trasformino invece in occasioni di occupazione professionale qualificata per tutti e l'introduzione di una detrazione fiscale per il reddito da lavoro delle donne in nuclei familiari con figli minori; a dare piena attuazione al principio della parita' di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, cosi' come garantito dall'articolo 157, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione, attraverso l'individuazione di un piano organico di politiche volte alla conciliazione e alla condivisione dei tempi di lavoro e della famiglia dirette ad ampliare le opportunita' di scelta professionale e la compatibilita' delle scelte di vita personale e familiare delle donne attraverso sostegno al part time e alle flessibilita' di orari family friendly, ai congedi fruibili da ambedue i genitori ed adeguatamente retribuiti, nonche' attraverso specifici incentivi di riqualificazione professionale rivolti a favorire il reinserimento delle donne al lavoro dopo i periodi di maternita'; a promuovere il rafforzamento delle norme e delle politiche antidiscriminatorie in tutti i settori della vita sociale, economica e politica del Paese favorendo anche la partecipazione equilibrata delle donne alle istituzioni pubbliche e alla vita economica e aziendale; visto il mancato raggiungimento degli obiettivi del vertice di Lisbona 2010 della copertura territoriale del 33 per cento dell'offerta di servizi alla prima infanzia, ad incrementare le risorse economiche e finanziarie necessarie al perseguimento di tale obiettivo entro tempi rapidissimi nonche' ad incrementare e potenziare, secondo i principi della sussidiarieta', tutti i servizi alla famiglia; ad uniformarsi nel piu' breve tempo possibile alla nuova risoluzione del Parlamento europeo in materia di congedi parentali che prevede misure piu' eque a favore della maternita' e della paternita': un minimo di 20 settimane per le mamme, un congedo obbligatorio di due settimane per i padri, salario durante il periodo al 100 per cento, maggiori garanzie per il recupero completo delle posizioni precedenti nel rientro al lavoro, promozione di maggiore flessibilita' per i neogenitori, misure che corrispondono meglio al principio della genitorialita' responsabile e della condivisione del lavoro di cura fra uomini e donne, che si sta facendo strada nei comportamenti delle coppie piu' giovani, ma che e' anche una necessita' per consentire la permanenza delle donne nel mercato del lavoro visto che una donna su quattro e' costretta a lasciare il lavoro quando nasce il primo figlio per la carenza di servizi e di sostegni; ad assumere le necessarie iniziative volte a modificare la legislazione esistente al fine di assicurare l'indipendenza degli organismi per la promozione l'analisi il controllo e il sostegno della parita' di trattamento nei luoghi di lavoro di tutte le persone senza discriminazioni fondate sul sesso, sia per assicurare che gli organismi siano effettivamente indipendenti e non sottoposti all'invadente controllo e regolamentazione governativa e sia per assegnare a tali organismi quelle funzioni espressamente previste dalla direttiva 2006/54/CE e di cui attualmente ancora non dispongono. (1-00490) «Mastromauro, Cenni, Madia, Mosca, Schirru, Ferranti, Froner, Siragusa, Servodio, Bellanova, Brandolini, Giovanelli, Rubinato, Gnecchi, Braga, Concia, Motta, Codurelli».
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MOZIONE 1/00490 presentata da MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101111 
MOZIONE 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BRAGA CHIARA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BRANDOLINI SANDRO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CENNI SUSANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
CODURELLI LUCIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
CONCIA ANNA PAOLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
FERRANTI DONATELLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
FRONER LAURA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GIOVANELLI ORIANO (PARTITO DEMOCRATICO) 
GNECCHI MARIALUISA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MADIA MARIA ANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MOSCA ALESSIA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MOTTA CARMEN (PARTITO DEMOCRATICO) 
RUBINATO SIMONETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
SCHIRRU AMALIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
SERVODIO GIUSEPPINA (PARTITO DEMOCRATICO) 
SIRAGUSA ALESSANDRA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA (PARTITO DEMOCRATICO) 

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