MOZIONE 1/00222 presentata da CECCONI ANDREA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 28/10/2013

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Atto Camera Mozione 1-00222 presentato da CECCONI Andrea testo di Martedì 29 ottobre 2013, seduta n. 107 La Camera, premesso che: la celiachia, definita anche «sprue» o enteropatia da glutine, è una malattia immuno-mediata scatenata dall'ingestione di glutine che, in soggetti geneticamente predisposti, determina un processo infiammatorio che porta a lesioni della mucosa dell'intestino tenue, con conseguente malassorbimento e manifestazioni extraintestinali; il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, avena, farro, spelta, kamut e triticale). La prolamina è una delle frazioni proteiche che costituiscono il glutine ed è la responsabile dell'effetto tossico per il celiaco. La prolamina del frumento viene denominata gliadina, mentre proteine simili, con il medesimo effetto sul celiaco, si trovano anche in orzo, segale, farro, spelta, kamut, triticale ed avena; il consumo di questi cereali provoca una reazione avversa nel celiaco dovuta all'introduzione delle prolamine con il cibo all'interno dell'organismo. L'intolleranza al glutine genera gravi danni alla mucosa intestinale quali l'atrofia dei villi intestinali. Con dieta aglutinata si definisce il trattamento della celiachia basato sulla dieta di eliminazione di tutti i cereali contenenti glutine; la celiachia è una malattia multifattoriale, irreversibile, autoimmune ed a componente autoimmune, riconosciuta dall'articolo 1 della legge n.123 del 2005 come malattia sociale; le persone soggette geneticamente a celiachia devono escludere dalla loro dieta i prodotti alimentari che contengono glutine in modo rigoroso e per tutta la vita; solo una rigorosa dieta priva di glutine, ad oggi l'unica terapia nota per il trattamento della celiachia, associata ad una diagnosi precoce consente ai celiaci di evitare le complicanze, anche gravi, derivanti dall'assunzione di glutine, siano esse neoplastiche che autoimmuni; il decreto legislativo n.111 del 1992 ha fissato le procedure di verifica della produzione, di notifica delle etichette e poi di controllo dei prodotti alimentari senza glutine che sono inseriti nell'apposito registro nazionale degli alimenti, istituito dal decreto del Ministro della sanità dell'8 giugno 2001 (cosiddetto decreto Veronesi) e gestito dal Ministero della salute; a causa dei prezzi molto alti dei prodotti senza glutine – a titolo di esempio 500 grammi di farina costano 6 euro e 500 grammi di pasta 4,20 euro – dal 1982 in Italia è riconosciuta ai celiaci l'erogazione gratuita di prodotti loro essenziali per la garanzia del diritto alla salute; la legge n.123 del 2005 ha ribadito tale diritto, all'articolo 4, rimandando al Ministero della salute la definizione dei limiti massimi di spesa, stabiliti successivamente con decreto emanato nel 2006, nella misura fissata dal decreto del Ministro della sanità dell'8 giugno 2001, nonostante che i prezzi degli alimenti senza glutine siano aumentati dal 2001 del 17 per cento circa; i prodotti alimentari dietetici privi di glutine sono a carico del sistema sanitario; in realtà, i prodotti alimentari senza glutine hanno prezzi insostenibili e il contributo del Sistema sanitario nazionale è abbondantemente insufficiente rispetto ai bisogni delle persone celiache; sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea del 29 giugno 2013 è stato pubblicato il regolamento (UE) n.609/2013; il citato regolamento entrerà in vigore a partire dal 20 luglio 2016; il regolamento (UE) n.609/2013 dispone che dal 20 luglio 2016 sia abrogato il concetto di «prodotto dietetico» e tutta la normativa specificatamente formulata a tutela della sicura produzione di alimenti per celiaci, rimandando la regolamentazione dei prodotti senza glutine al regolamento (UE) n.1169/2011, il cosiddetto Fic ( Food information to consumers) dedicato alle informazioni al consumatore; il rischio è che dal 20 luglio 2016 si riduca la garanzia di sicurezza dei prodotti specificatamente formulati per i celiaci, venendo meno tutte le procedure di cui al decreto n.111 del 1992, che sarà abrogato lasciando alla libera decisione dei produttori le modalità attraverso cui assicurare quanto affermato in etichetta; appare grave la decisione del Parlamento europeo e del Consiglio di non includere i prodotti alimentari per celiaci tra quelli essenziali e indispensabili a cittadini sicuramente vulnerabili; le associazioni dei malati di celiachia hanno sottolineato come sia necessario giungere ad un'attuazione del regolamento (UE) n.609/2013 che, da una parte, detti norme chiare e trasparenti sulla modalità di etichettatura dei prodotti alimentari che distinguano quelli specificatamente formulati per celiaci da quelli senza glutine, ma destinati alla generalità del mercato e dei consumatori e, dall'altra, determini disposizioni che garantiscano sia un elevato livello di qualità che l'assoluta garanzia di assenza di glutine dagli alimenti; in relazione al provvedimento attuativo del regolamento (UE) n.609/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio sarebbe necessario il coinvolgimento formale delle associazioni dei malati di celiachia; è necessario, quindi, che tutta la popolazione sia sensibilizzata a non sottovalutare gli eventuali sintomi, a rivolgersi agli specialisti e a sottoporsi ai test diagnostici in modo da arrivare ad una diagnosi corretta e precoce; in Italia i malati di celiachia accertati sono circa 135.800, ma stime autorevoli parlano di un numero di malati inconsapevoli superiore a quattro volte il numero dei malati accertati. La relazione inviata al Parlamento sulla celiachia con dati al 31 dicembre 2011 afferma che l'incremento annuale dei casi accertati è di circa il 20 per cento; la relazione sulla celiachia al Parlamento stima in 6 anni il tempo necessario per arrivare alla diagnosi di celiachia in Italia; si registrano continui quanto inutili accessi al Sistema sanitario nazionale per eseguire esami e test non utili alla corretta diagnosi, mentre sarebbero necessarie, da una parte, un'efficace e capillare campagna informativa e, dall'altra, iniziative finalizzate alla diagnosi precoce della malattia con politiche di « case-finding »; dalla relazione sulla celiachia al Parlamento si evince, altresì, che le mense di cui all'articolo 4 della legge n.123 del 2005, sulla base dei dati del 2011 rapportati con quelli degli scorsi anni, dopo una significativa diminuzione del 2010, hanno superato il dato rilevato nel 2009, raggiungendo quota 37.858 strutture di cui 28.248 risultano mense scolastiche, 3.578 mense ospedaliere e 6.032 mense annesse alle pubbliche amministrazioni; in tale contesto appare positivo l'aumento delle mense scolastiche e ospedaliere, mentre è assolutamente negativa la diminuzione del 20 per cento delle mense nelle pubbliche amministrazioni, impegna il Governo: a garantire che la normativa italiana, anche successivamente all'entrata in vigore del regolamento (UE) n.609/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, tuteli integralmente la sicurezza dei prodotti alimentari e preveda la chiarezza e la trasparenza delle etichette relative ai prodotti alimentari destinati ai malati di celiachia; a garantire il coinvolgimento diretto delle associazioni dei malati di celiachia anche in relazione ai provvedimenti attuativi del regolamento (UE) n.609/2013; ad attivarsi affinché i prodotti alimentari senza glutine siano inseriti nel regolamento (UE) n.1169/2011 ( Food information to consumers) , in modo che siano pienamente tutelati i diritti dei malati di celiachia; a rafforzare e a rendere ancora più efficaci e continuativi i controlli sui prodotti alimentari destinati ai malati di celiachia; a promuovere una vasta e capillare campagna informativa, destinata anche a sostenere iniziative finalizzate alla diagnosi precoce della malattia; a promuovere tutte le iniziative di propria competenza affinché le mense nelle pubbliche amministrazioni invertano il trend di riduzione riscontrato nell'ultima relazione al Parlamento; ad assumere iniziative per garantire la circolarità dei prodotti in erogazione, che oggi sono disponibili solo nella regione di residenza del celiaco, fatto che costringe coloro che per motivi di studio o di lavoro sono obbligati a spostarsi, a portare con sé gli alimenti per il fabbisogno quotidiano; a evitare che il passaggio della celiachia dall'elenco delle malattie rare alle malattie croniche, previsto dal 2008, comporti la perdita della tutela della diagnosi prevista dal regolamento sulle malattie rare, tenuto conto che la celiachia è una malattia per la quale l'esame precoce richiede almeno 6 anni di tempo e indagini continue; a promuovere, d'intesa con le regioni, la revisione e l'aggiornamento del protocollo di diagnosi e follow up , pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 febbraio 2008, per il trattamento della celiachia e la sua diffusione attraverso l'inserimento dello stesso nei piani sanitari regionali. (1-00222) « Cecconi , Lupo , Baroni , Benedetti , Paolo Bernini , Dall'Osso , Di Vita , Gagnarli , Gallinella , Silvia Giordano , Grillo , L'Abbate , Lorefice , Mantero , Parentela ».
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BARONI MASSIMO ENRICO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
BENEDETTI SILVIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
BERNINI PAOLO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DALL'OSSO MATTEO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DI VITA GIULIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GAGNARLI CHIARA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GALLINELLA FILIPPO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GIORDANO SILVIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GRILLO GIULIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
L'ABBATE GIUSEPPE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
LOREFICE MARIALUCIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
LUPO LOREDANA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
MANTERO MATTEO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
PARENTELA PAOLO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
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