MOZIONE 1/00041 presentata da TURCO LIVIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20080925

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Atto Camera Mozione 1-00041 presentata da LIVIA TURCO testo di giovedi' 25 settembre 2008, seduta n.055 La Camera, premesso che: negli ultimi anni gli indicatori monetari e non monetari dell'Istat e di Eurostat mostrano che poverta' e disuguaglianza continuano a essere un problema molto rilevante in Italia. Tra i Paesi dell'Europa dei quindici, la situazione italiana e' tra le peggiori, insieme a quella degli altri grandi Paesi mediterranei, con un livello di disuguaglianza piu' elevato e una situazione di gravita' della poverta' piu' marcata. In Italia, secondo l'Istat, le famiglie povere sono 2 milioni 623 mila, mentre gli individui poveri sono 7 milioni 537 mila; il nostro Paese e' caratterizzato da disuguaglianze non trascurabili nelle opportunita' di mobilita' sociale, che contribuiscono al permanere di un elevato livello di disuguaglianza anche in termini di reddito. Secondo l'Istat, al netto degli effetti strutturali esercitati dai profondi cambiamenti avvenuti nel sistema occupazionale, il regime di mobilita' sociale e' piuttosto rigido. La classe di origine influisce in misura rilevante e limita la possibilita' di movimento all'interno dello spazio sociale. I figli della classe operaia urbana hanno una probabilita' piu' bassa di spostarsi nella classe superiore rispetto a quella di mantenere inalterata la propria posizione e anche rispetto a quella che hanno i figli della classe superiore di rimanere nella classe di origine; il rapporto fra la quota di reddito totale percepito dal 20 per cento piu' ricco della popolazione e quella del 20 per cento piu' povero e' superiore alla media europea, con un valore di 5 e mezzo che, tra i Paesi dell'Europa dei quindici, e' piu' basso solo di quello di Grecia e Portogallo. In Danimarca e' meno di 3 e mezzo; la situazione e' particolarmente critica nel Mezzogiorno, dove il reddito delle famiglie e' pari a circa tre quarti di quello delle famiglie del Centro-Nord e dove vive il 75,3 per cento delle famiglie povere. Nel Sud e nelle isole il 22,6 per cento delle famiglie e' povero, contro appena il 5,2 per cento del Nord; ad una piu' ampia diffusione del fenomeno nelle regioni meridionali si accompagna anche una maggiore gravita' del disagio (maggiore intensita' di poverta': 22,5 per cento contro il 17 per cento del Nord); le famiglie numerose, di cinque o piu' persone, sono un segmento particolarmente esposto al rischio di poverta'. Il 24,3 per cento di queste famiglie e' povero e tale quota raggiunge il 37,5 per cento nel Mezzogiorno; in Italia, a differenza del resto dell'Europa, la poverta' riguarda in modo particolare i minori. Secondo l'Istat, gli individui con meno di 18 anni che vivono in famiglie relativamente povere sono 1 milione e 728 mila (il 17,1 per cento). Il 72 per cento dei minori poveri vive nel Mezzogiorno, dove risiede «solamente» il 40 per cento del totale dei minori; al contrario, nel Nord, dove risiede il 42 per cento dei minori, vive appena il 16,5 per cento dei minori poveri. Particolarmente critica, e in peggioramento nel corso degli anni, e' la situazione delle famiglie con 3 o piu' minori, che sono povere nel 30,2 per cento dei casi; la poverta' femminile si concentra tra le madri sole e le donne anziane sole. In entrambi i casi i valori dell'incidenza di poverta' sono superiori alla media, rispettivamente il 14 per cento e il 12,9 per cento; le famiglie anziane continuano ad avere livelli di poverta' superiori alla media. È povero il 13 per cento delle famiglie con un componente anziano e il 15,3 per cento delle famiglie con due anziani o piu'. Gli anziani poveri ammontano complessivamente a 1 milione e 600 mila individui; oltre alla grave situazione delle famiglie con persona di riferimento disoccupata, che presentano un'incidenza di poverta' del 28,2 per cento, difficolta' economiche marcate cominciano ad interessare sempre piu' spesso anche le famiglie in cui sono presenti persone inserite nel mercato del lavoro, soprattutto se il reddito e' uno solo, se si tratta di un lavoratore con un basso titolo di studio e/o profilo professionale precario e in famiglia sono presenti figli minori. Se in famiglia c'e' una sola persona che lavora, la poverta' colpisce il 21 per cento delle coppie con due figli; il 32,4 per cento di quelle con tre o piu'; il 18 per cento di quelle con membri aggregati. È povero il 19,8 per cento delle famiglie in cui l'unico occupato in famiglia e' un operaio o assimilato, collaboratori coordinati e continuativi o collaboratore occasionale, ma tale quota sale al 22,9 per cento se si tratta di una famiglia con membri aggregati, al 33,3 per cento se questa situazione riguarda una coppia con due figli, e ben al 43,4 per cento se la famiglia e' composta da una coppia con tre o piu' figli; 1 milione 546 mila giovani tra i 18 e i 34 anni sono poveri. In particolare, e' povero il 13,1 per cento dei giovani che vivono come figli nella famiglia di origine, ma tale quota aumenta al 22,6 per cento se i figli sono tre o piu'. È povero il 12,3 per cento dei giovani, persona di riferimento della famiglia o coniuge, ma si arriva al 50,9 per cento se vive in coppia con tre o piu' figli. Il dato, seppure meno critico di quello che si rileva per i minori, presenta un trend in crescita e, dunque, non va sottovalutato; il quadro appare particolarmente critico se si considera che, secondo l'Istat, alla fine del 2006, poco piu' di 1 milione di famiglie dichiara di non aver avuto denaro per comprare il cibo, quasi 2 milioni e mezzo per pagare spese mediche, 1 milione e 700 mila per il trasporto, 2 milioni e 800 mila per le tasse e 4 milioni per l'acquisto di vestiti. Inoltre, quasi 3 milioni e mezzo di famiglie riferiscono di arrivare con molta difficolta' a fine mese, 6 milioni e 800 mila famiglie non riescono a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro con risorse proprie o della rete familiare; la condizione economica delle famiglie e' fortemente legata a quella dell'occupazione delle donne che rappresenta un vero e proprio «antidoto» alla poverta'. Va quindi segnalata la preoccupante situazione dell'occupazione femminile nel Mezzogiorno che ha visto tra il 2004 e il 2006 un consistente aumento di non forze di lavoro «scoraggiate», oltre a livelli elevati di disoccupazione. In questa ripartizione l'occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni si attesta solo sul 31,1 per cento; a fronte di questa grave situazione, nel 2005 la spesa sociale in percentuale del prodotto interno lordo raggiunge in Italia un valore solo del 26,4 per cento, contro il 27,8 per cento dell'Europa dei quindici, situandosi molto al di sotto di quella sostenuta da Paesi come la Svezia (32 per cento ) e la Francia (31,5 per cento). Alla funzione «famiglia e infanzia» e' destinato appena l'1,1 per cento del prodotto interno lordo (il 2,2 per cento nell'Europa dei quindici; il 3 per cento in Svezia), ai disabili l'1,5 per cento (il 2,1 per cento nell'Europa dei quindici; il 4,8 per cento in Svezia), alla «disoccupazione - politiche di reinserimento» lo 0,7 per cento (l'1,7 per cento nell'Europa dei quindici e l'1,9 per cento in Svezia) e all'esclusione sociale e le politiche abitative appena lo 0,1 per cento (0,9 per cento nell'Europa dei quindici; l'1,2 per cento in Svezia); nell'ultimo secolo, la maggior parte dei Paesi europei si e' dotata di sistemi di protezione del reddito per combattere la poverta' e quasi tutti i Welfare States hanno predisposto strumenti di reddito minimo garantito. Nonostante le notevoli differenze che contraddistinguono i provvedimenti nei vari Paesi, l'idea centrale e' quella di proteggere tutti i cittadini dalla poverta' estrema. Tra i Paesi europei solo Italia, Ungheria e Grecia non hanno ancora introdotto sistemi di reddito minimo; individuare le misure di contrasto della poverta', intervenendo ex post sul reddito guadagnato oppure ex ante per prevenire le condizioni di poverta', e' sicuramente un'operazione complessa, poiche' tutte le politiche sociali ed economiche potrebbero dovere essere prese in considerazione; il problema della disuguaglianza impatta fortemente su altri aspetti fondamentali del vivere e le condizioni di salute sono tra le piu' importanti. Politiche sui determinanti della salute e contro poverta' ed esclusione sociale sono fondamentali per il miglioramento del benessere psicofisico della popolazione; i dati del rapporto Istat sulla salute mostrano che, scendendo lungo la scala sociale e passando da Nord a Sud, aumenta lo svantaggio degli individui e che i poveri del Sud versano in peggiori condizioni di salute rispetto a quelli del Nord. A fronte di questo, l'attuale organizzazione dei livelli di assistenza del sistema sembra in grado di rispondere ai bisogni fondamentali e, dunque, e' indispensabile che non venga diminuita, anzi venga aumentata la sensibilita' dei livelli di assistenza ai maggiori bisogni delle persone piu' svantaggiate; il problema della disuguaglianza riguarda anche l'accesso alle nuove tecnologie; i dati Istat mostrano che tale accesso e' minore per i ragazzi delle classi sociali piu' basse e del Mezzogiorno, poiche' l'alfabetizzazione avviene ancora quasi esclusivamente all'interno della famiglia ed e' appannaggio di quelle piu' abbienti. È fondamentale, dunque, che la scuola sia messa in condizioni di agire per riequilibrare la situazione, garantendo un'alfabetizzazione per tutti, impegna il Governo: ad adottare tutte le misure atte a prevenire le condizioni di poverta', assumendo come riferimento l'Agenda sociale europea, i cui obiettivi indicati sono: a) creare una strategia integrata che garantisca un'interazione positiva delle politiche economiche, sociali e dell'occupazione; b) promuovere la qualita' dell'occupazione, della politica sociale e delle relazioni industriali, consentendo, quindi, il miglioramento del capitale umano e sociale; c) adeguare i sistemi di protezione sociale alle esigenze attuali, basandosi sulla solidarieta' e potenziandone il ruolo di fattore produttivo; d) tenere conto del «costo dell'assenza di politiche sociali»; a prevenire e combattere tutte le forme di poverta', incidendo su alcuni aspetti strutturali del nostro Paese, attraverso la buona e piena occupazione femminile, l'adozione di misure fiscali e monetarie a sostegno dei figli, l'elaborazione di politiche di conciliazione tra lavoro nel mercato e responsabilita' di cura per donne e uomini, l'accesso ai servizi socio-educativi per la prima infanzia, l'adozione di misure per prevenire, rallentare, prendere in carico la non autosufficienza attraverso la piena, concreta e reale attuazione del fondo, una politica della casa a partire dagli affitti; a promuovere un piano nazionale integrato di lotta a tutte le forme di poverta', articolato nei seguenti punti: a) definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (lep), cosi' come previsti all'articolo 22 della legge quadro n. 328 del 2000 e dall'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione ed integrazione con risorse economiche adeguate del fondo nazionale per le politiche sociali, in modo da garantire su tutto il territorio nazionale sia risorse adeguate per il mantenimento, sia opportunita' per l'inserimento sociale, al fine di assicurare ad ogni famiglia, che non disponga di un reddito superiore alla soglia di poverta', cosi' come definita dalla norma, la possibilita' di esigere un'erogazione monetaria transitoria di integrazione del proprio reddito, attraverso un reddito di «solidarieta' attiva» o un «reddito minimo d'inserimento», da conseguire attraverso un'imposta negativa, che sostituisca i trasferimenti monetari definiti a livello locale per incrementare la rete integrata dei servizi; b) previsione del vincolo di tale reddito di «solidarieta' attiva» o «reddito minimo d'inserimento» a misure d'inserimento sociale e lavorativo da articolarsi in una serie di azioni, quali la fuoriuscita da situazioni di illegalita', percorsi di superamento dalle dipendenze, completamento dell'istruzione scolastica e professionale, assunzione di oneri di cura familiare, percorsi di inserimento lavorativo; c) promozione del diritto alla salute dei gruppi piu' vulnerabili, tramite le seguenti misure urgenti: 1) l'emanazione del decreto sui livelli essenziali d'assistenza da parte del Governo, garantendo in modo particolare la continuita' assistenziale alle persone non autosufficienti e in situazione di disabilita', il nomenclatore delle protesi degli ausili, l'aggiornamento dell'elenco delle malattie rare, il potenziamento dell'attivita' di screening e di prevenzione rivolta in modo particolare ai gruppi piu' vulnerabili; 2) la promozione attraverso gli obiettivi del piano sanitario nazionale delle case della salute e della medicina d'iniziativa, per coinvolgere attivamente le persone piu' fragili nella rete dei servizi, andando loro incontro nei loro luoghi di vita e di lavoro; 3) la promozione delle iniziative per la salute dei migranti e per la prevenzione delle malattie della poverta', anche attraverso il potenziamento del Centro nazionale per la salute dei migranti presso il San Gallicano; d) contrasto della poverta' minorile e blocco della trasmissione intergenerazionale della poverta' attraverso un adeguato sostegno al reddito delle famiglie, con la promozione dell'occupazione e misure economiche quali la dote fiscale per i figli e lo sviluppo di una rete dei servizi socio educativi per la prima infanzia a partire dal rifinanziamento della legge n. 285 del 1998, «Disposizioni per la promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza», sperimentando nelle zone con un alto tasso di dispersione scolastica il «patto educativo» con i genitori, anche attraverso un incentivo economico dato ai genitori e collegato alla frequenza dei ragazzi a scuola; e) sostegno all'impegno degli enti locali per favorire il mutuo aiuto delle famiglie e del volontariato per promuovere le attivita' ludiche, di accoglienza e di accompagnamento dei bambini e dei ragazzi per evitare la solitudine, l'abbandono ed anche per favorire la conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia dei genitori; f) prevenzione dello scivolamento nella poverta' dei cittadini presenti nella «fascia di vulnerabilita'» attraverso la creazione del «punto unico di accesso» alla rete integrata dei servizi, per consentire la presa in carico della persona, accompagnandola nell'utilizzo appropriato ai servizi ed alle prestazioni sociali, con particolare riguardo agli obiettivi di: 1) sostenere l'occupazione; 2) sostenere locazioni ed interessi passivi sulla prima casa, anche attraverso l'istituzione di un fondo per l'affitto da destinare in particolare ai giovani; 3) sollevare dall'indebitamento e promuovere il microcredito e prestito d'onore, con specifica attenzione alle donne; 4) potenziare l'assistenza domiciliare agli anziani; 5) promuovere con gli enti locali il mutuo aiuto delle famiglie e del volontariato per servizi di sostegno all'autonomia degli anziani; g) creazione di un fondo nazionale per il contrasto della grave emarginazione, attraverso il rifinanziamento dell'articolo 28 della legge n. 328 del 2000, con l'obiettivo di implementare il sistema dei servizi dedicati all'accoglienza, all'accompagnamento ed alla protezione delle persone in grave emarginazione, di contrastare il disagio nelle periferie urbane e di migliorare il percorso e l'accoglienza umanitaria dei migranti alle frontiere, soprattutto marittime; h) superamento delle discriminazioni nei confronti dei migranti, consentendo, in particolare, l'accesso all'assegno sociale ed all'edilizia popolare ai migranti residenti nel nostro Paese da cinque anni; a riferire in Parlamento sul Rapporto annuale sulla strategia nazionale per la protezione sociale e l'inclusione sociale previsto dalla strategia di Lisbona e che il Governo stesso deve trasmettere a Bruxelles entro il 30 settembre 2008; a promuovere ogni anno una tavola rotonda sull'inclusione sociale, analoga a quella europea, con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali e gli attori sociali. (1-00041) «Livia Turco, Letta, Soro, Sereni, Bressa, Giachetti, Quartiani, Argentin, Binetti, Bossa, Bucchino, Burtone, Calgaro, D'Incecco, Grassi, Lenzi, Miotto, Mosella, Murer, Pedoto, Sbrollini, Luca', Madia, Bellanova, Schirru, Codurelli, Baretta, Rampi, Samperi, Ceccuzzi, Sarubbi, De Biasi, Ferranti, Zampa, Lovelli».
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20080925-20081009 
MOZIONE 1/00041 presentata da TURCO LIVIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20080925 
MOZIONE 
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
ARGENTIN ILEANA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BARETTA PIER PAOLO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BINETTI PAOLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BOSSA LUISA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BRESSA GIANCLAUDIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BUCCHINO GINO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CALGARO MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CECCUZZI FRANCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CODURELLI LUCIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
D'INCECCO VITTORIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
DE BIASI EMILIA GRAZIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
FERRANTI DONATELLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GIACHETTI ROBERTO (PARTITO DEMOCRATICO) 
GRASSI GERO (PARTITO DEMOCRATICO) 
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